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Crisi del settore edile, quando le imprese chiudono i battenti...

Intervista a Vito Barozzi e Corrado Santoro, nel Consiglio direttivo dell'Ance dallo scorso 1 gennaio. «Occorre puntare sull'associativismo»

Sono circa 400 le imprese edili presenti ad Altamura. E stanno vivendo non poche difficoltà in questo periodo di crisi. Il settore delle costruzioni, uno dei più vivaci nel territorio murgiano, mostra segni di cedimento. Tante realtà locali chiudono i battenti, dal momento che non sempre riescono a fronteggiare la mancanza di liquidità, la carenza di commesse, i ritardi nei pagamenti. Se a questo si aggiunge il mercato del lavoro nero, che abbassa i prezzi creando il circolo vizioso della concorrenza sleale, allora i sacrifici diventano troppi. E si preferisce - o si è costretti - a rinunciare al proprio lavoro. Qual è la possibile soluzione a questa situazione di emergenza? Per Vito Barozzi e Corrado Santoro, nel Consiglio direttivo dell'Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) dallo scorso 1 gennaio, occorre fare rete, puntando sull'associativismo.

I due imprenditori altamurani, iscritti all'Ance, associazione di categoria che aderisce a Confindustria, sono stati chiamati a ricoprire questo ruolo. E fanno sapere che «intendono attuare delle importanti iniziative sul territorio murgiano». A partire dall'apertura di uno sportello Cassa Edile della provincia di Bari ad Altamura e di una sede distaccata dell'Ance.

L'idea, nata dalla richiesta di informazioni e di chiarimenti da parte di imprenditori locali e da un conseguente incremento del 25%, in pochi mesi, degli iscritti altamurani all'Associazione, è stata resa pubblica durante un incontro svoltosi presso "Villa Belvedere" lo scorso 8 luglio.

«La nostra - spiega Corrado Santoro - è stata da sempre una categoria martoriata, in questo settore vieni definito spesso o speculatore o palazzinaro. Cerchiamo, in realtà, di portare alla ribalta i mestieri che i nostri genitori ci hanno tramandato. Partiamo dall'artigianalità e dalle tradizioni del territorio murgiano ed, in particolare, altamurano, che ormai si vanno perdendo». Per Santoro occorre «diffondere una cultura dell'edilizia locale, ma anche e soprattutto l'idea dell'associativismo». Un obiettivo non facile da raggiungere perché, spiega ancora Santoro, «le opposizioni, le contrarietà e gli ostacoli sono tanti. Ad Altamura ci si chiude in se stessi. Associarsi, invece, porta risultati e vantaggi per tutti. È un concetto che non fa presa sulle vecchie generazioni, a differenza di quelle più recenti, spettatrici delle conseguenze della crisi nel settore del mobile imbottito, dove si è cercato di fare sistema troppo tardi».

«Si vuole fare rete con tutti, senza differenze fra piccole, medie e grandi imprese», sottolinea Santoro. «Altre regioni, come Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, ci insegnano che lo stare insieme è garanzia e vantaggio per tutti. Abbiamo già avviato una serie di contatti con Confindustria di altre regioni italiane, dove hanno problemi a reperire manodopera. Noi, invece, abbiamo il problema opposto, non sappiamo dove impiegare la manodopera. Loro lavorano con indiani, pakistani, rumeni, albanesi. Noi abbiamo una manodopera italiana che non riusciamo a valorizzare. Perché non esportare questo grande valore presente ad Altamura?».

«Qui la crisi del settore edile è molto pesante. Il problema che avvertiamo maggiormente in questo momento - ribadisce Santoro - è la mancanza di liquidità. Ci sono, poi, problemi nel settore dei lavori pubblici, in quello immobiliare, industriale. Occorre fare rete invece di fronteggiare inutili competizioni fra imprese più grandi, più piccole, fra chi emerge di più e chi di meno».

«Quello che si vuol fare nel Consiglio direttivo dell'Ance - conclude Santoro - è cambiare anche l'approccio con le Pubbliche Amministrazioni. Spesso ci ritroviamo a dialogare singolarmente con l'Assessore, con il Sindaco, con il Dirigente. Noi vogliamo che a dialogare con loro sia un'associazione di categoria, che ad Altamura potrebbe essere composta da più di quattromila persone. Un approccio fatto di dialogo alla luce del sole. Con queste realtà, le Amministrazioni e gli Uffici imparano a rispettare non una singola persona, ma l'associazione di categoria. Non ci si vuol mettere in contrapposizione con la Pubblica Amministrazione. La finalità è di cercare di costruire un rapporto chiaro e nel rispetto dei ruoli specifici».

Per Vito Barozzi «le tantissime imprese edili presenti nel territorio murgiano, ovvero Altamura, Gravina e Santeramo, sono un po' disorganizzate. Tutte operano in maniera veloce, attenta e professionale, però non sono unite in un'associazione. Facendo parte del Direttivo dell'Ance - sottolinea Barozzi - proveremo a mettere insieme quante più imprese edili possibili presenti nel nostro territorio, anche per avere una maggiore valenza verso le Pubbliche Amministrazioni. Di solito le imprese edili vengono viste tutte con sospetto e con diffidenza, come attività in cui circola il malaffare. Questo è un retaggio che purtroppo proviene dal passato».

Secondo Barozzi, «per uscire da questa visione generale delle imprese, la cosa migliore è metterle insieme in un'associazione come l'Ance. Solamente così si può fare rete, cercando di cogliere le occasioni di lavoro che ci sono in Italia e all'estero. A mio parere le imprese edili vere esistono solo al Sud ed il nostro territorio ne è ricchissimo. Dunque come associazione - continua Barozzi - ci potremmo proporre anche in altre sedi e, soprattutto, al Nord, dove ormai imprese edili ed operai italiani non esistono più, sono tutti extracomunitari. Fare rete è difficile perché l'altamurano, ma anche il gravinese ed il santermano, si mostra un po' diffidente verso questo tipo di associazione».

Una crisi arrivata all'apice, quella del settore edile, per Barozzi. «Secondo una mia analisi, questa situazione durerà, purtroppo, per almeno altri due anni. Anche noi siamo alle prese con la crisi, stiamo cercando di prendere commesse anche piccole per non disperdere il patrimonio di manodopera specializzata che abbiamo. Stiamo facendo enormi sacrifici per mantenere quanto più possibile unita la squadra di lavoratori. In questo momento l'associazione può ritornare utile proprio per fare rete e per proporci in ambito nazionale, tramite le altre Ance presenti nel territorio italiano. La crisi, purtroppo, è conseguenza della crisi di altri settori, soprattutto di quello del salotto, ma anche dell'agricolo e del terziario. C'è poco potere di spesa sia nel settore immobiliare, soprattutto delle prime case, che in quello dei lavori pubblici. Una valvola di sfogo si può trovare fuori. Bisognerà abituarsi ad uscire dal territorio locale e regionale».

I due imprenditori annunciano la costituzione di un Comitato locale che tenga conto delle istanze di piccole, medie e grandi imprese nel confronto con le Pubbliche Amministrazioni. «È giusto - affermano - che quando si parla di territorio, le imprese edili abbiano, almeno a livello consultivo, un proprio spazio».
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