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Scuola e Lavoro

Scuola, dopo l'ordinanza è di nuovo caos

Le famiglie vogliono una "vera inclusione" per Bes e diversamente abili

La nuova ordinanza del presidente della Regione Emiliano aggiunge di nuovo confusione nel mondo della scuola. La netta decisione di sospendere la didattica in presenza in provincia di Bari e Taranto in realtà prevede delle deroghe. Una è per i figli del personale sanitario. Invece non è chiaro quali siano i lavoratori dei servizi essenziali e indispensabili ai cui figli è consentita la presenza in classe perché in nessuna circolare o provvedimento sono espressamente previsti.

L'ultimo provvedimento della Regione, in vigore da domani e sino al 6 aprile, provoca anche la protesta di cinque associazioni delle famiglie di Altamura, preoccupate per la mancanza di integrazione per i figli. Così Evita Salvaggiulo e Mary Cristallo dell'associazione Comitato Genitori Speciali, Anna Pappalardo dell'Anffas, Savino Cicciolla di Autism Friendly, Olga Cristantielli dell'associazione "Francesco Pio" Sindrome di Prader Willi Puglia e il Comitato per il diritto alla salute e all'istruzione hanno messo nero su bianco le loro preoccupazioni e le loro proposte. Quel che temono è la mancanza di integrazione in classi in cui i figli potrebbero restare soli.

La lettera è stata inviata al Ministero dell'istruzione, alla Regione, ai Comuni murgiani. "In seguito all'ordinanza (n.74 del 10 marzo 2021) - scrivono - ci preme chiarire che, pur avendo citato espressamente, in linea con l'ultimo Dpcm, la possibilità delle attività didattiche in presenza per gli alunni Bes e disabili certificati, non chiarisce che cosa si intenda per inclusione. L'inclusione non può essere certo fatta con un computer acceso, mentre l'alunno, solo in classe, è con la sua insegnante di sostegno. Vi renderete sicuramente conto che viene così ripristinato un concetto aberrante: le classi speciali.

"Siamo certi - aggiungono - che avrete contezza di quanto possa essere degradante per un bimbo della primaria e della secondaria di primo grado trovarsi solo, magari con una patologia che gli provoca stress emotivo o dispercezione sensoriale, (ci riferiamo ad autistici, Adhd, trisomia 21, ma anche ad alunni con difficoltà motorie o patologie rare). Apparirà, così facendo, evidente che la scuola sottolinei ancor di più le difficoltà, la diversità che diventa un macigno insostenibile dopo un anno di pandemia.

E' la scuola l'unica cosa che resta in un anno di privazioni, dove è stato difficile anche garantire le terapie adeguate per chi ne ha bisogno continuo e non a singhiozzo. Il peso delle famiglie è enorme. A noi la scuola lager non interessa. E riteniamo inoltre che potrebbe essere una macchia che resterà indelebile nella storia della Regione Puglia e siamo certi che nessuno vorrà macchiarsi di tale onta. A questo aggiungiamo che il territorio regionale ha acquisito ormai un ottimo livello di vaccinazione per gli insegnanti, almeno stando ai dati riportati dai giornali. E il vaccino avrà di certo il suo effetto nel preservare dal Covid il corpo docente".

Ecco, quindi, la proposta. "Chiediamo di applicare - dicono - ciò che è stato fatto nella nota del 29 ottobre scorso all'ufficio scolastico regionale Puglia, tra l'altro richiamando il piano scuola (allegato al decreto ministeriale n. 39/2020) ovvero che, in presenza, accanto agli alunni H, Dsa, Bes ci possa essere un gruppo eterogeneo di alunni, magari che, come citato dalla sua stessa nota, non superi il 25% della composizione originaria di ogni singola classe, così da garantire anche la sicurezza sanitaria. Tra l'altro lo stesso concetto è stato chiarito del DPCM del 3 novembre del 2020".

"Nell'ultima ordinanza della Regione Puglia - concludono - in realtà un riferimento all'inclusione pare esserci: viene infatti data la possibilità di mandare in presenza gli alunni figli di chi svolge lavori essenziali (nota n. 1590 DPCM ) ma essa a sua volta è stata annullata dalla nota n. 5 del 7 marzo scorso dal gabinetto del Ministro dell'Istruzione. Ed è per questo che chiediamo inclusione e chiarezza, solo così i dirigenti scolastici potranno essere messi nelle possibilità di garantire a tutti il diritto allo studio".
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