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Progetto “Cartastorie”, mostra interattiva

Esposti i lavori realizzati dai ragazzi dello scambio. La lavorazione della carta come momento di aggregazione

«Nei discorsi tra amici la carta era un argomento ricorrente» afferma Santina Gesualdo, ideatrice insieme a Chiara Bitetti del progetto "Cartastorie", «tanto che, a un certo punto, abbiamo detto: - ehi 'sta carta la dobbiamo trasformare e realizzare un progetto - ; uno scambio di giovani da tenersi qui ad Altamura, con 5 ragazzi per ogni paese: Francia, Italia, Romania, Portogallo e Turchia. Lo scambio è stato proposto e quindi ha avuto poi il finanziamento dal programma europeo "Gioventù in azione"». Lunedì 9 agosto si è tenuta presso il giardino del Monastero del Soccorso la mostra dei lavori realizzati con la carta dai ragazzi del progetto "Cartastorie", una mostra interattiva; i visitatori hanno potuto osservare i ragazzi all'opera. Sono state esposte anche opere complete, origami e kirigami raffiguranti soggetti semplici, come fiori o animali, oppure riproduzioni di opere famose come la "Signorina Pogany" del celebre scultore rumeno Constantin Brâncuşi.

Santina Gesualdo e Chiara Bitetti hanno curato il workshop affiancate dallo staff dell'associazione Link, che aveva già avuto contatti con le associazioni estere: la A.C.T.O.R (Associazione Culturale per il Teatro e gli Origami) dalla Romania, la Mission Locale dalla Francia, l'Università di Yasar dalla Turchia, l'associazione Rota Joven dal Portogallo. «Io sono l'esperta di Kirigami», afferma Sempre Santina Gesualdo, «che poi proprio esperta non lo sono, perché sono alla ricerca di nuove soluzioni. Questi giorni ho imparato anche stando con loro, anche i ragazzi che hanno partecipato mi hanno dato delle idee. Io in realtà la tecnica del kirigami la conosco da poco più di 7 o 8 mesi. Dato che mi ha affascinata come tecnica, e vedendo risultati veloci, veloci, ho continuato in collaborazione con la mia amica, nonché collega, Chiara Bitetti, che come me, diciamo, investe le sue energie in questo tipo di attività, come laboratori nelle librerie con letture animate, con la costruzione di libri fatti a mano e marionette». «Le lezioni non sono lezioni» spiega Valeria Cristia, una ragazza rumena che partecipa al progetto, «sono cose nuove che si fanno tutti i giorni. L'atmosfera generale è rilassata. Tutti i giorni ci sono diverse attività che si fanno tutti insieme. Vogliamo fare tutto con piacere, con energia cominciamo sempre con un gioco di gruppo». «Di solito cominciamo con gli energisers, giochi di gruppo che servono un po' per svegliarci a prima mattina. Lavorando si chiacchiera col piacere di imparare. Naturalmente c'è sempre chi è più interessato e chi meno, chi pensa di non essere capace, per molti è stata una sorpresa», spiega Chiara Bitetti. L'unica difficoltà incontrata nella realizzazione del progetto paradossalmente è stata formare il gruppo italiano, spiega Santina Gesualdo, «abbiamo pubblicizzato la cosa su internet, ci sono arrivati dei curriculum. Una volta che li abbiamo selezionati si sono tirati indietro, ed era un dramma per noi, ma cel'abbiamo fatta comunque, perché alla fine gli italiani li abbiamo fatti noi, però volevamo coinvolgere altri ragazzi che non ne sanno niente di queste storie e avvicinarli a questa realtà».

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Il kirigami (dal giapponese "kiru", tagliare, e "kami", carta) è una tecnica orientale di intaglio e piegatura della carta per ottenere forme tridimensionali a partire da un unico foglio, senza asportare pezzi. Il kirigami viene solitamente realizzato eseguendo dapprima tutti i tagli necessari, ottenendo in questo modo una base che viene quindi piegata e appiattita per ottenere il modello. I modelli sono solitamente simmetrici e possono rappresentare motivi geometrici, figurativi e strutture architettoniche. I vari soggetti prendono forma con l'apertura del foglio. Si possono realizzare kirigami la cui apertura è di 90° e kirigami con apertura a 180°. Il kirigami può essere considerato una variante dell'origami (dal giapponese, "ori" piegare e "kami" carta), tecnica in cui il taglio della carta non è accettato dalla maggioranza dei moderni piegatori. La tecnica moderna dell'origami usa pochi tipi di piegature combinati in una infinita varietà di modi per creare modelli anche estremamente complicati. Alla base dell'origami ci sono i principi shintoisti del ciclo vitale e dell'accettazione della morte come parte di un tutto: la forma data alla carta, nella sua complessità e fragilità, è simbolo del tempio shintoista che viene ricostruito sempre uguale ogni vent'anni. Ogni foglio può essere plasmato in vario modo, la morte di ogni forma è allo stesso tempo una rinascita, è il ciclo della vita.

Intervenuto alla manifestazione, Oronzo Petronella, educatore del centro "Il villaggio del fanciullo Sant'Antonio" (MT), e presidente regionale dell'associazione di volontariato P.A.D.I.F. (Padre Annibale di Francia), così si esprime sul valore pedagogico di queste tecniche di lavorazione della carta: «sono tecniche antichissime purtroppo non molto diffuse da noi. Spesso facciamo realizzare ai bambini animali o cartoline di auguri molto elaborate. Questo tipo di lavoro di solito si fa fare a ragazzi che hanno problemi motori. Alcuni, specie i più piccoli o quelli che sono stati maltrattati, hanno problemi a fare i movimenti più piccoli. In prima elementare non riescono a tenere la penna, quindi tenderanno a scrivere male e a imparare tardi a scrivere, quindi si fanno fare questi lavori che sono di precisione. Sono comparabili al lavoro di fare le collanine con le perline, sono lavori di precisione che si fanno per affinare i movimenti». Gli origami e i Kirigami sono esercizi utili anche per chi ha problemi di concentrazione «o ti concentri o non viene bene», spiega Oronzo Petronella «poi sta all'educatore fargli fare cose facili o difficili a seconda del ragazzo, altrimenti si scoraggiano. I risultati sono evidenti anche nello studio. Alcuni ragazzi si sono appassionati davvero, a scuola sono diventati più attenti, aumenta il grado di concentrazione. Per fare una rosa o un giglio ci vuole parecchio tempo, per un bambino di 10 anni stare lì fermo anche per mezz'ora non è cosa semplice, specialmente se ha problemi». Queste tecniche inoltre offrono una piacevole occasione di aggregazione «si lavora tutti intorno a un tavolo, è come se si sta facendo un compito in classe e tutti vogliono copiare», conclude il signor Petronella.
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