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Eventi e cultura

Da tutto il mondo opere di arte contemporanea ad Altamura

"Anteprima Art", un evento a scopo di beneficenza. Presenzia all'opening la newyorkese Olek

Oltre 45 opere di artisti provenienti da tutto il mondo saranno ospitate ad Altamura. Da sfondo, lo storico palazzo vittoriano sito in piazza Zannardelli di recente ristrutturazione. "Anteprima Art", l'evento che prende il nome dal Palazzo, sarà un attraversare la vivacità e la multidisciplinarietà che l'arte contemporanea pone.

Dieci giorni, dal 2 al 12 febbraio, per ammirare installazioni, pitture, performance, le iconiche serigrafie di Obey, le tele fluorescenti di Andy, quelle dai colori e dai temi forti di Fabio Weik, le opere satiriche e raffinate di Massimo Gurnari, le video-installazioni di Raffaele Fiorella, le performance all'uncinetto di Olek, gli abiti originali provenienti dal guardaroba del Duca di Windsor e molto altro. Due piani del palazzo Anteprima, circa duemila metri quadri per raccontare la filosofia dell'arte contemporanea.

L'iniziativa è patrocinata da istituzioni quali Regione Puglia, Provincia di Bari, Comune di Altamura, Accademia di Belle Arti di Bari, Premio LUM per l'arte contemporanea. L'obiettivo primo dell'evento è diffondere la cultura e l'arte anche tra i più giovani con il coinvolgimento delle scuole e l'organizzazione di visite guidate per gli studenti, a totale scopo di beneficenza. L'incasso sarà infatti devoluto integralmente a favore dell'A.N.F.A.S.S. di Altamura e ad altre associazioni Onlus locali che si occupano di assistere le fasce sociali più deboli della comunità.

Questa sera, alle ore 18.00, presenzierà all'opening la newyorkese Olek con performance dal vivo.

Nel Box aprrofondimenti la biografia degli artisti.

SHEPARD "OBEY" FAREY (Charleston, South Carolina)
E' considerato l'Andy Warhol di questi ultimi 10 anni, il giornale New Yorker ha definito la sua "Hope" come l'immagine politica più influente dai tempi dell'iconica "Zio Sam wants you!". E' l'artista che ha contribuito a rendere Obama un'icona per le nuove generazioni, e il presidente lo ha ringraziato pubblicamente così:
"Il lavoro di Obey ha incoraggiato gli americani a credere di poter cambiare lo status-quo. Le immagini hanno un profondo effetto sulle persone, se visto in una galleria o su un segnale di Stop. Ho il privilegio di essere una parte di quelle opere d'arte e ne sono orgoglioso". (Barack Obama – 22 Febbraio 2008). Obey è il nome d'arte con cui Shepard Fairey è conosciuto in tutto il mondo per i suoi lavori. Nato il 15 febbraio del 1970 a Charleston, nella Carolina del Sud, il padre Strait Fairey è un medico e la madre Charlotte, un'agente immobiliare. Già dal 1984 dimostra interesse verso l'arte ma Charleston non offre grande stimoli e Shepard decide quindi di cominciare ad adattare i suoi disegni alle "t-shirt" per sé e per i suoi coetanei. Il contesto marginale in cui è cresciuto e l'assenza di una scena culturale e artistica fertile, hanno fatto in modo che Fairey cercasse da sé gli stimoli necessari per la propria formazione. Nel 1992 si laurea alla Rhode Island school of Design con una tesi sull'illustrazione, ma già dal 1989 crea per gioco la campagna di adesivi André the Giant has a posse, ispirata al lottatore francese. Negli anni seguenti gli "sticker" con il volto di André diventano un progetto più strutturato e ramificato, finiscono sui manifesti di tutte le dimensioni, divenendo l'esponente di rilievo della "poster art".
Shepard Fairey è riuscito negli anni a creare un nuovo modello di arte e di produzione, distruggendo le aspettative e intorbidendo le distinzioni tra arte e "business". Artista e dj, imprenditore e commerciante, costruttore di immagini politicamente scorrette.
Con i suoi ritratti, è riuscito a mostrare il cambiamento politico e culturale in corso negli USA, restituendo all'arte il potere di ricollocare il mondo attuale e dando alle persone la possibilità di impadronirsi nuovamente del presente. Nella storia sarà inevitabilmente ricordato come il più significativo e importante rappresentante dell'arte degli anni '00 e della comunicazione visiva del nuovo millennio.

FABIO WEIK (Milano)
Fabio Girola - in arte Weik - nasce a Milano nel 1984.
Da bambino manifesta precocemente due forti passioni: il volo e la pittura.
E infatti "da grande" diventa un abile pilota d'aerei e un artista poliedrico, fra i più prestigiosi esponenti della nuova generazione.
Con il suo stile originale e il suo tocco raffinato, ha il primato di aver realizzato con successo il non facile incontro fra due mondi apparentemente lontanissimi: la street art e l'alta moda. Fabio Weik è stato chiamato nel 2009 da Missoni, un maestro in tema di colorazioni, a "colorare" alcuni capi della collezione autunnale Missoni, instaurando cosi un'originale collaborazione con Angela Missoni e i suoi stilisti. Visual art, pittura e fotografia, è questo e molto di più Weik, artista che opera a Milano, e che è stato ospite della ormai storica mostra al PAC (Padiglione di Arte Contemporanea). Ha esposto alla Triennale di Milano, collabora con il NABA (Nuova Accademia Belle Arti) e ottiene premi e riconoscimenti in tutta Italia.
Le opere selezionate per "Anteprima Art Temporary Museum" sono alcuni dei più significativi esempi dello stile e della poetica di Weik: l'uso spregiudicato dei colori, l'ironica e feroce rappresentazione dell'attualità, dei costumi della società italiana, della centralità dello strumento televisivo.

OLEK (New York)
E' l'icona americana della crochet art, lo stile artistico legato all'uncinetto. Di lei hanno parlato il Wall Street Journal, il Village Voice e persino il New York Times dopo che ha ricoperto con i suoi tessuti iper-colorati l'emblematico toro di Wall Street. Nata in Polonia, si è trasferita subito dopo gli studi a New York ed è lì che si afferma grazie al suo stile energico e selvaggio: ha esposto in numerose gallerie, tra Brooklyn e Manhattan, ha vinto diversi premi, ha esposto anche in Brasile o in Turchia, in questo periodo è in tour in Europa con una esibizione al Tony's Gallery a Londra, prima di arrivare armata di uncinetto all'ANTEPRIMA Art Temporary Museum di Altamura per inedite live performance. Fra le sue esibizioni più acclamate, quella di "crochettare" automobili e mezzi a due ruote in giro per il mondo. Per la sua prima visita in Italia, ha espresso un desiderio finora mai realizzato: contaminare con la sua crochet art i simboli del design italiano. L'abbiamo accontentata.
La presenza di Olek nel sud Italia ha una particolare valenza evocativa: portare l'arte del ricamo all'uncinetto (che a New York si è imposta come avanguardia artistica e strumento di conquista della realtà da parte dei più giovani creativi della città) in una regione del mondo nella quale il lavoro all'uncinetto è (è stato finora!) concepito come un retaggio di una tradizione che rischia di estinguersi.

ANDY (Milano)
Nato a Monza nel 1971, si specializza nel ramo della grafica pubblicitaria e dell'illustrazione presso l'Accademia delle Arti Applicate a Milano. Assieme alla crescita come artista figurativo, l'esperienza musicale che lo rende famoso a livello nazionale. Negli anni '90, assieme all'ormai noto personaggio televisivo Morgan, è la mente della iconica band Bluevertigo.
La sua arte è luminosa, pittorica e in alcuni casi scultorea. E' piena di maturità ma anche di infantilismi; fortemente ispirata alla pop art. Tra musica, anni di tour e dischi, oggi Andy coi suoi quadri fluorescenti su tela, le sue canzoni e i suoi dj set: è uno degli artisti italiani più eclettici.

MASSIMO GURNARI (Milano)
Recentemente il Corriere della Sera ha pubblicato il volume "150 artisti contemporanei italiani da seguire", e lui c'è. Massimo Gurnari è nato a Milano e si è specializzato all'Accademia di Brera. Dal Writing all'arte Pop, fino all'esperienza maturata come tatuatore. Ha esposto ovunque in Italia, ma anche a Praga, Bruxelles o Dresden.
Ironico e in alcuni casi demenziale, satirico e divertente, le opere di Massimo Gurnari sono l'esempio concreto di quanto si possa essere pungenti e profondi anche utilizzando volti e icone molto conosciute, spesso super inflazionate, come Arnold Schwarzenegger. Molto famosi i suoi elefanti giganti lasciati in giro per Milano, iniziativa in collaborazione con il Comune di Milano, che sono stati tutti venduti all'asta in pochissimo tempo.

DUKE OF WINDSOR'S WARDROBE (Napoli)
Passato alla storia per l'amore che fece tremare la corona inglese e per la sua successiva abdicazione, il Duca di Windsor, al secolo Edward Albert Christian George Andrew Patrick David Windsor, è stato considerato l'uomo più elegante di tutto il XX secolo. Nato in una delle famiglie reali più blasonate e potenti d'Europa, il Duca è stato battezzato "principe romantico" dopo aver rinunciato al trono inglese per amore di Wallis Simpson, americana pluridivorziata che non godette mai delle simpatie né della famiglia reale né degli inglesi.
Ma il DUCA, per pochi mesi Edoardo VIII, è passato alla storia anche per aver imposto i canoni della moda maschile: dalla giacca smoking, al nodo Windsor, in Italia chiamato scappino, fino al collo delle camicie "alla Windsor". La sua passione per l'eleganza e per la ricercatezza dei suoi abiti era talmente famosa da alimentare leggende intorno al guardaroba del Duca: si narra che il Duca di Windsor avesse un guardaroba immenso, talmente vasto che era suddiviso nelle varie abitazioni di sua proprietà. Per tenerne traccia possedeva delle mazzette in cui archiviava un campione di tessuto dei completi sparsi per il mondo così da sapere sempre che abiti erano presenti in ogni casa e regolarsi così su quali accessori portare in viaggio affinché potessero abbinarsi perfettamente in ogni occasione. La fama del guardaroba del Duca è stata ulteriormente amplificata negli ultimi anni dopo che Ciro Paone, patron del marchio sartoriale napoletano Kiton, se l'è aggiudicato a un'asta di Soteby's per una cifra sbalorditiva.
Dalla collezione privata "Ciro Paone S.p.a.", all'Anteprima art Temporary Museum sono esposti gli undici capi più pregiati: dal completo da Golf, all'abito delle chiacchieratissime nozze che gli costarono il Regno d'Inghilterra, dal kilt allo smoking da sera.

RAFFAELE FIORELLA (Barletta)
Classe '79, nato a Barletta, Raffaele Fiorella è un artista capace di creare relazioni tra la staticità delle micro-sculture e l'animazione delle videoproiezioni, riuscendo a perfezionare tutto ciò che è 'fermo' dandogli 'movimento'. E' forte il senso di scoperta e di introspezione: il percorso artistico di Raffaele Fiorella parte dall'Accademia di Belle Arti di Bari, segue con un Master in Multimedia Content Design presso la facoltà di Ingegneria Informatica dell'Università di Firenze e finisce nel suo lavoro quotidiano che sta per approdare con una mostra personale all'Istituto Italiano di Cultura a Pechino.
La ironica e raffinata installazione di Raffaele Fiorella "In my Concert" crea una vera e propria magia confondendo la sfera percettiva dello spettatore, un artificio che provoca un cortocircuito tra il mondo reale e quello onirico, con una inevitabile evocazione del "mito della caverna (e delle ombre)" di Platone.
Un'opera intima, così delicata e sognante da sembrare una sorta di apparizione, un piccolo segreto da custodire con cura.

ALESSANDRO BARONCIANI (Milano/Pesaro)
E' un illustratore e fumettista essenziale nei colori e nelle linee. Ma soprattutto ogni lavoro di Alessandro Baronciani è romantico per il suo stretto legame con i momenti più normali della quotidianità. Dalle posizioni dei soggetti alle pettinature. Spontaneità e attesa, realtà e sogno, sono le maggiori sensazioni che si percepiscono dai suoi lavori. Opera tra Milano e a Pesaro, lavora come art director, grafico e nel mondo dei cartoni animati. Ha firmato lavori per brand come Martini, Coca Cola, Bacardi, Nestlè, Audi, Poste Italiane e Vodafone. Ha pubblicato libri per bambini con Mondadori, Feltrinelli e Rizzoli. Quando ha tempo suona la chitarra e canta.

ANTONIO SETTE (Gravina)
Diplomato al Liceo Artistico Statale di Bari e all'Accademia di Belle Arti di Bari, sezione Scultura, Antonio Sette opera prevalentemente nella provincia di Bari e partecipa in tutta Italia a mostre collettive e personali.
Scolpisce in legno, pietra, ferro e tecniche miste realizzando sculture che si distinguono per pulizia ed eleganza nelle linee. Nel panorama internazionale dell'Art Temporary Museum, Anteprima ha scelto anche di esaltare le eccellenze locali.

ERON (Rimini)
Si caratterizza per uno stile sensazionalistico e molto curato. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, come il Premio Terna, realizza lavori prestigiosi come il trittico che si trova al Museo Federico Fellini. Ha esposto al Palazzo delle Esposizioni di Roma insieme a quelle di artisti come Luigi Ontani, Enzo Cucchi, Flavio Favelli, Gabriele Basilico. Per poi arrivare nel 2009 a esibire i suo lavori al Chelsea Art Museum di New York. Con l'opera "Forever and ever... Nei secoli dei secoli...", realizzata nel 2010, per la prima volta nella storia, la street art con Eron entra nel tempio dove l'Arte supera i tempi: la chiesa. All'Anteprima Art Temporary Museum Eron presenta il suo speciale progetto di t-shirt personalizzate Abitofirmato©. Fino al 30 Gennaio 2012 le sue opere sono state esposte alla Biennale di Venezia.

MR.WANY (Brindisi)
È uno dei "Pugliesi 3.0" ritratti dal Corriere della Sera nella omonima rubrica. Andrea Sergio in arte "Wany" è nato a Brindisi nel 1978, appassionato di writing e fumetti, ha studiato alla Scuola internazionale di Comics a Roma, ha lavorato come Art Director a Bologna per poi lanciarsi totalmente nella carriera di artista. Firmando lavori per Nike, Adidas, Coca Cola o D&G. Espone in tutto il mondo, dalla Germania all'Inghilterra, dalla Francia agli USA, dal Brasile all'Equador, Nuova Zelanda o Russia. Fino alla 54°Biennale di Venezia. E' molto forte la sua ricerca e sperimentazione cromatica, utilizza tecniche diverse creando sintesi insospettabili e fluide, fra colature di colore, tag, pensieri scritti stilizzati o criptati, e disegni fantastici, surreali, onirici. L'arte di Mr.Wany gode di una sensibilità che prende coscienza dei problemi esistenziali dell'uomo d'oggi, delle nevrosi, dei meccanismi di frenesia e isolamento contemporanei; e reagisce inventando un mondo in cui vivono nuovi simboli e personaggi, un mondo enfatizzato, deformato, decostruito chirurgicamente. Dalla simbologia apollineo-dionisiaca alla vita cruda di Milano, città in cui vive.
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