Carabinieri
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Cronaca

Viaggiavano in auto con un kalashnykov

Arrestati dai Carabinieri ad Altamura. In manette Vincenzo Matera e Endrit Sadenini

Un kalashnykov in ottimo stato, un doppio caricatore da 60 cartucce. Erano nascosti in auto, tra i sedili posteriori. E quando l'utilitaria è stata fermata ad un posto di blocco sulla statale 96, ai polsi di conducente e passeggero sono scattate le manette.

A finire in carcere, accusati di detenzione e porto in luogo pubblico di arma da guerra clandestina, due gravinesi: il venticinquenne di origini albanesi Endrit Sadenini ed il ventenne Vincenzo Matera, quest'ultimo figlio di Nicola, il sorvegliato speciale ucciso nell'ottobre scorso nei pressi del cimitero di Gravina in coda ad una lite innescata da futili motivi.

Bocche cucite, tra gli investigatori, in ordine ai contorni della vicenda. Chi indaga rompe il silenzio solo per far sapere di essere impegnato a capire da dove provenisse, e soprattutto a quale uso fosse destinato, il mitragliatore d'assalto "AK 47" calibro 7.62 trovato nella disponibilità dei due giovani. Un'arma micidiale, tra i pezzi più richiesti sul mercato nero dei "ferri", che di solito entra in Italia attraverso il corridoio albanese, viaggiando dai Paesi dell'est insieme alla droga per finire poi nelle mani delle consorterie criminali locali. Le uniche certezze, al momento, riguardano la dinamica dell'arresto della coppia gravinese. Fermata per un normale controllo lungo la statale 96, in territorio di Altamura, e tradita dal nervosismo mostrato di fronte alle domande dei Carabinieri. Incertezze rivelatesi fatali, con i militari che, insospettiti, hanno sottoposto a perquisizione la vettura, in marcia in direzione Matera, ritrovando dietro il sedile del conducente il kalashnykov e un doppio caricatore a banana da 60 cartucce. Ambedue sequestrati insieme a 4.500 euro in banconote di vario di taglio.

Matera e Sadenini, su disposizione della Procura, che sull'accaduto ha aperto un'inchiesta, sono stati trasferiti in una cella del carcere di Bari. Il kalashnykov, che dai primi rilievi sembrerebbe essere di fattura cinese, è stato invece affidato agli specialisti del Reparto investigazioni scientifiche. Obiettivo: chiarire se, ed eventualmente in quale occasione, sia stato già impiegato.
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