
Scuola e Lavoro
Natuzzi: piano prevede chiusura ad Altamura e Jesce 2 Santeramo
Allarme dei sindacati
Altamura - mercoledì 24 dicembre 2025
10.00
"Dopo 24 anni di ammortizzatori sociali e l'impiego di diversi milioni di euro di risorse pubbliche, non è accettabile una dichiarazione che prevede la chiusura di due stabilimenti: Graviscella (Altamura) e Jesce 2 (Santeramo), con l'uscita traumatica di 479 dipendenti. I lavoratori sono ormai esausti dopo decenni di profonde incertezze. L'azienda e le istituzioni devono garantire un percorso serio e concreto di vero rilancio industriale. In assenza di risposte adeguate, siamo pronti alla mobilitazione". Lo affermano in una nota congiunta i rappresentanti nazionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, in riferimento al piano di esuberi presentato dal gruppo Natuzzi nell'incontro a Roma dell'altro ieri, nella sede del Ministero delle imprese e del made in Italy.
"Il piano industriale presentato dall'azienda - spiegano i sindacati - non è convincente né sul fronte degli investimenti, che risultano insufficienti, né soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia occupazionale nel comparto corporate e la prevista chiusura di due stabilimenti in Puglia su cinque". Le organizzazioni sindacali ribadiscono la "necessità di garanzie concrete, chiedendo una profonda revisione del piano industriale, l'impegno a non assumere atti unilaterali fino alla definizione condivisa di un percorso, un piano di incentivi all'esodo volontario per il personale prossimo alla pensione e l'istituzione di una cabina di regia permanente al Mimit".
Le parti si rivedranno a Roma il 25 febbraio 2026.
"Il piano industriale presentato dall'azienda - spiegano i sindacati - non è convincente né sul fronte degli investimenti, che risultano insufficienti, né soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia occupazionale nel comparto corporate e la prevista chiusura di due stabilimenti in Puglia su cinque". Le organizzazioni sindacali ribadiscono la "necessità di garanzie concrete, chiedendo una profonda revisione del piano industriale, l'impegno a non assumere atti unilaterali fino alla definizione condivisa di un percorso, un piano di incentivi all'esodo volontario per il personale prossimo alla pensione e l'istituzione di una cabina di regia permanente al Mimit".
Le parti si rivedranno a Roma il 25 febbraio 2026.
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