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Territorio
Liberi agricoltori: produrre grano è diventato anti-economico"
I costi superano il prezzo finale della materia prima
Altamura - giovedì 9 ottobre 2025
Dopo la comunicazione, di alcuni giorni fa, in cui ISMEA ha presentato i costi medi di produzione del grano duro fissandoli a 31,8 €/q per il Sud Italia, la LiberiAgricoltori Puglia esprime profonda preoccupazione sulla grave crisi che sta colpendo tutto il mondo cerealicolo italiano.
"Il comparto del grano duro italiano è in estrema difficoltà ormai da anni, – dichiara Mimmo Viscanti Presidente Regionale LiberiAgricoltori Puglia – lo avevamo previsto e predetto da tempo ma oggi siamo ormai giunti ad triste un punto di non ritorno. Gli agricoltori non vogliono più seminare, ormai stanchi di un continuo aumento dei costi di produzione e, per contro, una inarrestabile caduta del prezzo del grano che ha portato a rendere palesemente antieconomica la coltura del grano duro in Italia."
"Anziché preservare e tutelare un'eccellenza come questa, si tende sempre più a considerare il grano duro italiano una commodity, e questa standardizzazione non dà merito alle eccellenti produzioni dei nostri cerealicoltori. Dietro la produzione di questo bene di primaria necessità c'è un grande e profondo lavoro da parte dei nostri agricoltori che mira a produzioni sempre più improntate alla qualità e alla tutela della salute dei consumatori. Non è più tollerabile lo squilibrio tra costi di produzioni e di realizzo che penalizza solo il primo anello della filiera.
"Per tale motivo – conclude Viscanti – chiediamo strumenti che valorizzino realmente il grano duro italiano, una definizione più trasparente e condivisa dei listini che formano il prezzo, e che sia lo soprattutto lo specchio dei reali costi di produzione sostenuti dagli agricoltori nonché interventi strutturali per tutelare la redditività, la competitività e la tenuta produttiva di un settore strategico per molti territori altrimenti il rischio reale è quello di perdere non solo imprese e quindi parte del prodotto interno lordo del nostro paese, ma anche porzioni sempre più vaste di territorio le quali non saranno più coltivate con il conseguente abbandono delle aree rurali."
"Il comparto del grano duro italiano è in estrema difficoltà ormai da anni, – dichiara Mimmo Viscanti Presidente Regionale LiberiAgricoltori Puglia – lo avevamo previsto e predetto da tempo ma oggi siamo ormai giunti ad triste un punto di non ritorno. Gli agricoltori non vogliono più seminare, ormai stanchi di un continuo aumento dei costi di produzione e, per contro, una inarrestabile caduta del prezzo del grano che ha portato a rendere palesemente antieconomica la coltura del grano duro in Italia."
"Anziché preservare e tutelare un'eccellenza come questa, si tende sempre più a considerare il grano duro italiano una commodity, e questa standardizzazione non dà merito alle eccellenti produzioni dei nostri cerealicoltori. Dietro la produzione di questo bene di primaria necessità c'è un grande e profondo lavoro da parte dei nostri agricoltori che mira a produzioni sempre più improntate alla qualità e alla tutela della salute dei consumatori. Non è più tollerabile lo squilibrio tra costi di produzioni e di realizzo che penalizza solo il primo anello della filiera.
"Per tale motivo – conclude Viscanti – chiediamo strumenti che valorizzino realmente il grano duro italiano, una definizione più trasparente e condivisa dei listini che formano il prezzo, e che sia lo soprattutto lo specchio dei reali costi di produzione sostenuti dagli agricoltori nonché interventi strutturali per tutelare la redditività, la competitività e la tenuta produttiva di un settore strategico per molti territori altrimenti il rischio reale è quello di perdere non solo imprese e quindi parte del prodotto interno lordo del nostro paese, ma anche porzioni sempre più vaste di territorio le quali non saranno più coltivate con il conseguente abbandono delle aree rurali."
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