Protesta alla Regione
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Associazioni

Diversamente abili condannati dopo la protesta per i propri diritti

La lettera che A.Ma.R.A.M. Aps invita tutti a leggere: "Noi Rari siamo indignati"

Riceviamo dall'Associazione AMARAM Aps e pubblichiamo la seguente lettera aperta che riguarda le condanne per persone diversamente abili a causa di una protesta alla Regione.

Lettera aperta di una "criminale atipica"
Carissimi,
Vi invito a leggere la storia assurda e paradossale che mi coinvolge direttamente e che mi vede protagonista inconsapevole.
Lo scorso 28 Novembre, sono risultata destinataria di un decreto penale di condanna emesso dal Tribunale Penale di Bari, assieme ad altre 7 persone, di cui 4 con disabilità in carrozzina, per aver commesso dei "reati" in occasione della manifestazione tenutasi a Bari nel Luglio 2021, manifestazione che aveva ad oggetto temi di preminenza importanza per le persone con disabilità quali gli ausili, l'assistenza infermieristica domiciliare ADI, il bando Pro.Vi. (Progetti di Vita Indipendente), l'assegno di cura tramutato in Contributo Covid-19.
A tal riguardo, preciso che la manifestazione si concluse con esito positivo, con il recepimento delle nostre istanze da parte del Presidente Michele Emiliano, attraverso la sottoscrizione di un documento istituzionale da parte di alcuni rappresentati della Regione Puglia, e che allego alla presente.
Tuttavia, nonostante l'accordo, Noi, appartenenti a vario titolo al mondo della Disabilità, siamo stati condannati!

Gli articoli del codice penale a cui si riferiscono le nostre "condotte criminali", sono l'art.633 e l'art. 340 c.p., rispettivamente per aver occupato la carreggiata dinnanzi al Palazzo della Regione Puglia, e per aver occupato abusivamente parte della sala della Presidenza della Regione Puglia.
Premesso che, come previsto dalla legge, era stata preliminarmente inviata tramite PEC, richiesta di autorizzazione per tale manifestazione, per la quale venivano informati sia la Questura di Bari che la Digos, ognuno dei manifestanti, tra i quali, alcuni con disabilità, altri caregiver e/o loro rappresentanti, era occorso sul posto incriminato, per dar voce a quei diritti dei disabili, tristemente e ripetutamente negati dalle istituzioni.

Le persone che come me, sono salite nel Palazzo governativo, lo hanno fatto su indicazione dei rappresentanti delle stesse istituzioni. Una volta entrati, su invito delle istituzioni e sotto la sorveglianza degli agenti, siamo dovuti restare in pacifica attesa nella sala De Jesu, affinché giungessero risposte adeguate rispetto alle nostre istanze; non abbiamo ostacolato in alcun modo l'accesso al pubblico, né l'ordinario svolgimento delle funzioni pubbliche.

Avevamo già manifestato per gli stessi motivi il 15 giugno 2021 dove il Presidente Michele Emiliano si rivolse a noi manifestanti in malo modo usando un linguaggio volgare e non consono ad un Governatore, ma nessuno di noi pensò mai di denunciarlo pur essendo stati aggrediti verbalmente. Sui social vi è ancora traccia del video con cui fu ripreso tutto. Anche negli anni precedenti, con altre associazioni, abbiamo sempre manifestato per motivi simili e con un numero di partecipanti maggiore e sempre scendendo per strada senza giungere mai ad un accordo come quello di questa volta. Ci sono tante foto sui social relative alle manifestazioni passate, ma nessuno è stato mai denunciato. E allora cosa è successo di diverso questa volta? Perché tutto questo irrigidimento da parte delle autorità verso i cittadini con disabilità e loro caregiver e rappresentanti, visto che era la prima volta che una manifestazione finiva positivamente con un accordo firmato dalle Istituzioni che riguardava non uno ma diversi punti di interesse grazie ai quali i cittadini pugliesi con disabilità avrebbero potuto migliorare la loro vita? Alla manifestazione del luglio 2021, rispetto alle precedenti manifestazioni, giunsero molti più agenti di tutte le forze dell'ordine e con i loro automezzi, nei pressi della Presidenza Regionale. Pertanto, Digos e Questura erano stati ben informati della manifestazione tanto da aver deciso di utilizzare alcune transenne per deviare all'occorrenza il traffico riguardante esclusivamente il tratto di strada adiacente il Palazzo della Presidenza regionale, creando un'alternativa di percorso per i veicoli.
Chi, come me, è salito nel Palazzo governativo, lo ha fatto seguendo le indicazioni delle stesse istituzioni che chiesero di interloquire soltanto con una ristretta delegazione di tutti i manifestanti. Prima di entrare, dietro loro invito e sorveglianza, abbiamo fornito loro i ns documenti di riconoscimento, non ci siamo intrufolati, ma abbiamo seguito la procedura così come avviene solitamente quando si accede nella sede della Presidenza Regionale, munita tra l'altro anche di tornelli e guardie giurate e sistemi di sicurezza vari. La stessa cosa era avvenuta per altre persone che erano già state fatte entrare perché avevano chiesto di poter accedere ai bagni presenti nel Palazzo per i loro bisogni fisiologici, fra cui qualcuno che si è sentito male e per cui abbiamo dovuto chiamare noi il 118.

Il primo incontro all'interno del Palazzo è avvenuto su invito del Direttore di Dipartimento Regionale della Sanità dott. Vito Montanaro per i punti riguardanti la sanità e già oggetto di discussione della precedente manifestazione tenutasi il 15 giugno 2021 ma non ancora attuati dopo un mese. Non potendo andar via in base ad una promessa verbale riguardante tra l'altro solo alcuni dei punti della manifestazione, abbiamo comunicato che avremmo atteso un documento ufficiale sottoscritto dai rappresentati istituzionali.

Nel Palazzo abbiamo incontrato anche l'assessora al welfare Rosa Barone per discutere dei punti riguardanti il welfare, soprattutto il bando PRO.V.I. Non essendoci stato modo di poter comunicare costruttivamente con lei, poiché l'assessora continuava a dire di NO, che non avrebbe potuto accogliere le ns istanze relative all'eliminazione totale sia della fidejussione che del Fondo di Garanzia, abbiamo comunicato che avremmo atteso a riguardo il parere direttamente del Presidente della Regione Puglia, politicamente e giuridicamente più esperto.
Sono seguiti gli incontri con il dottor Roberto Venneri in qualità di Segretario Generale del Presidente della Regione, ma non giungendo ad un accordo consono a tutte le ns istanze, abbiamo comunicato che avremmo atteso il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per poterne discutere direttamente con lui.
Nessuno di noi pensava che il Presidente non sarebbe arrivato in giornata stessa e che avrebbe impiegato ben 4 giorni per trovare il tempo per venire ad interloquire con i suoi cittadini.
Quindi, ricapitolando, ci hanno fatto entrare loro consentendo la ns attesa del Presidente all' interno del Palazzo governativo. Eppure avrebbero potuto arrestarci, ma non solo no lo fecero, anzi, nei giorni successivi facevano entrare ed uscire, ad esempio, la figlia di una dei denunciati per aiutarla nei suoi bisogni fisiologici. Così come facevano uscire la sera e rientrare la mattina successiva un'altra delle persone denunciate che per motivi personali non poteva intrattenersi anche di notte ad attendere Michele Emiliano. Così come quando un altro dei denunciati in carrozzina, si sentì male e per cui giunse il 118 per portarlo al PS ed al suo ritorno gli addetti alla sicurezza lo fecero rientrare a Palazzo in piena notte. Avrebbero potuto negargli l'ingresso visto che, secondo le accuse, stavamo commettendo degli "atti criminali" all'interno del Palazzo ed invece lo fecero rientrare tranquillamente senza alcun problema. Al posto di arrestarci tutti seduta stante, secondo gli articoli del codice penale per cui è stata redatta la denuncia, ci fecero restare notte e giorno in pacifica attesa di Emiliano, permettendoci anche di farci raggiungere all'ingresso dai ns parenti per consegnarci il cambio degli indumenti. Nessuno di noi ebbe mai in quei giorni la percezione che di lì a poco saremmo stati accusati di reati penali.

Per chi mi conosce bene e mi ama, sa che da decenni ho dato voce con senso civico, alla causa della tutela delle persone più fragili, sensibilizzando le stesse persone con disabilità o malattia rara, a intraprendere un percorso personale di accettazione di sé e di consapevolezza dei propri limiti, ma allo stesso tempo di opportunità, spronandoli a diventare protagonisti della propria vita combattendo per i propri diritti, evitando di restare spettatori passivi. Ho contribuito e collaborato alla fondazione di tre realtà associative per la tutela dei malati rari attualmente attive e con tante altre collaboro per gli stessi obiettivi.
Sono portatrice sana di emofilia e madre di un figlio con Emofilia A grave, figlia di mia madre che era affetta da Alzheimer, a cui ho fatto da caregiver per 10 anni.
Anche per questi motivi, per chi mi stima e mi sostiene per quello che faccio per la causa, non importa se la mia fedina penale fra qualche giorno non risulterà più pulita, ognuno di loro sa benissimo che non sono una criminale.

Ciò che importa evidenziare, sono le motivazioni che mi hanno spinto a partecipare alla manifestazione e gli obiettivi raggiunti in detta sede, grazie anche alla tenacia dimostrata dalla delegazione dei manifestanti di cui oggi più di ieri mi onoro di aver fatto parte, col solo fine di dare voce a tutti i cittadini pugliesi con disabilità.
Con la manifestazione di Luglio 2021, non ci siamo limitati a chiedere la tutela dei diritti delle persone con disabilità, ma abbiamo anche definito come gestire i fondi pubblici ad essi destinati senza spreco di denaro.

Di seguito sono spiegate punto per punto le motivazioni della manifestazione:
1) Per il punto relativo agli AUSILI abbiamo sollecitato innanzitutto l'adozione di un accordo quadro regionale e che, nell'attesa, fosse garantita comunque un'omogeneità di trattamento per i cittadini pugliesi con disabilità facendo allineare tutte le ASL pugliesi alla procedura di acquisizione in vigore presso la ASL di Taranto, in quanto, soprattutto nella ASL BA, venivano effettuate gare d'appalto al ribasso per cui agli utenti finali veniva offerto spesso un ausilio non consono ai suoi bisogni reali soggettivi e spesso giungevano anche in ritardo a causa della tempistica delle gare, producendo di fatto soltanto uno spreco di denaro pubblico che non apportava alcun beneficio o miglioramento alla vita della persona con disabilità.
N.B. Non abbiamo più ricevuto lamentele eclatanti per quanto riguarda la Asl BA, ma bisogna verificare meglio a livello regionale e soprattutto bisogna chiedere se è stato adottato l'accordo quadro regionale.

2) Per il punto relativo al bando Pro.V.I. (progetto di vita indipendente) abbiamo chiesto ed ottenuto l'eliminazione totale, ed in modo retroattivo, sia del fondo di garanzia che della richiesta della fidejussione per tutti i partecipanti al Pro.V.I., anche per chi è benestante ed ha la possibilità di accedere alla fidejussione per ottenere subito la liquidazione del 100% dell'importo del Pro.V.I. Abbiamo proposto ed ottenuto di prendere esempio da altre regioni più virtuose ed in cui non viene richiesta la fidejussione e non viene previsto neanche il Fondo di Garanzia. Il ns intento era quello di assicurare che i fondi del Pro.V.I. non venissero spesi per pagare la fidejussione, ma per soddisfare i bisogni reali della persona con disabilità. Per questo non abbiamo accettato la controproposta dell'assessorato al welfare del Fondo di Garanzia rivolto ai meno abbienti, una soluzione che non eliminava per tutti la richiesta della fidejussione, ma che continuava a consentire di poterla ugualmente presentare per ottenere subito il 100% di tutto l'importo. Su questo punto ci siamo dovuti confrontare maggiormente con i rappresentanti istituzionali rispetto agli altri punti, poiché andava a modificare il modus operandi adottato fino ad allora dall'amministrazione regionale. Alla fine è stata accolta in toto la ns proposta di eliminare la fidejussione ed il fondo di garanzia e di prevedere invece quanto segue: una franchigia del 10% del costo di progetto mediante la presentazione, da parte dell'interessato, della sola dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. (Chi ruba può sempre essere denunciato per appropriazione indebita di denaro pubblico). Con la ns proposta si consente agli interessati l'avvio delle spese di progetto. In ogni caso, sarà garantito ai soggetti in condizione di indigenza di richiedere una anticipazione del costo di progetto nella misura del 20%. Abbiamo inoltre proposto la rendicontazione e la liquidazione delle spese del progetto con cadenza mensile.
Abbiamo portato uguaglianza ed equità fra gli aventi diritto al Pro.V.I. modificando anche la gestione dei fondi dedicati a tale misura. Inoltre abbiamo proposto la semplificazione della procedura del bando Pro.V.I. chiedendo di completarlo con un video tutorial, che accompagni il soggetto interessato nel percorso di presentazione del progetto così l'utente non è costretto a rivolgersi obbligatoriamente o necessariamente agli enti del terzo settore con cui la Regione Puglia aveva redatto un accordo creando un indotto lavorativo per gli enti esperti in progetti di vita indipendente per cui richiedono come spesa di consulenza e progettazione il 7% del valore dell'intero progetto. Con l'eliminazione delle spese della fidejussione e con l'inserimento della non obbligatorietà di consulenza/progettazione grazie al video tutorial, ogni singola persona con disabilità ora riesce a soddisfare più bisogni con il Pro.V.I. avendo a disposizione la somma risparmiata.
N.B. Nonostante l'accordo del 16 luglio 2021, nelle settimane successive abbiamo dovuto sollecitare che fossero informati tutti gli ambiti territoriali sulle nuove disposizioni relative alla fidejussione e, nonostante fosse stata inviata la nota interna, le associazioni hanno continuato a registrare casi in cui veniva ancora richiesto agli utenti se volevano presentare la fidejussione.

3) Per il punto relativo all'Assegno di Cura/Contributo COVID-19 abbiamo richiesto ed ottenuto l'impegno a finanziare la misura in essere fino al 31.12.2021, con le coperture rivenienti dalla manovra di assestamento di settembre, ribadendo che i beneficiari della misura già valutati non sarebbero stati sottoposti ad ulteriore valutazione sanitaria;
A partire dal settembre 2021 avrebbero dovuto dare avvio ad un tavolo di concertazione che sarebbe dovuto terminare a fine ottobre 2021, finalizzato ad una rimodulazione della misura per l'annualità 2022 con pagamento a decorrere da gennaio 2022, prevedendo altresì forme di semplificazione sul caricamento della domanda (a titolo esemplificativo verrebbe richiesta la certificazione dell'esistenza in vita da parte dei soggetti già fruitori della misura con dsan o altro al fine della verifica della permanenza dei requisiti di accesso ) ed il bando aperto per la programmazione triennale.
N.B. Per quanto riguarda l'assegno di cura/contributo covid-19 in realtà stanno procedendo con le proroghe al vecchio bando, sperando che faccciano scorrere le graduatorie, in quanto ad oggi si sta impedendo di fatto ad altri cittadini pugliesi di presentare domanda per accedere alla misura essendo ancora in attesa del nuovo bando.

4) Per il punto relativo all'assistenza infermieristica domiciliare abbiamo chiesto ed ottenuto l'impegno per ogni ASL ad incrementare il personale infermieristico dedicato all'ADI attraverso la mobilità, in attesa dei nuovi concorsi.
Abbiamo inoltre richiesto ed ottenuto di prevedere a livello regionale la partecipazione del caregiver alle UVM, accompagnato dalla propria associazione di riferimento se lo richiede.
Abbiamo anche richiesto ed ottenuto la possibilità concessa al caregiver di potersi allontanare dal domicilio del proprio assistito durante il servizio domiciliare offerto dagli operatori OSS del servizio ADI che devono registrare il suo allontanamento nel loro rapporto.
N.B. Il recepimento di tale accordo è iniziato a macchia di leopardo e non è stato ancora attuato ovunque.
Questo quanto avevamo chiesto sin dal 13 luglio, il primo giorno della manifestazione ed ottenuto su carta solo il 16 luglio 2021 dopo aver incontrato e parlato direttamente con il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Ad oggi, visto la parziale attuazione delle nostre istanze, piuttosto che etichettarci frettolosamente come criminali, bisognerebbe chiedere al Presidente Michele Emiliano, se in seguito, abbia vigilato sugli accordi presi, dal momento che le associazioni a tutela delle persone con disabilità continuano a registrare anomalie e disagi su tutto il territorio regionale.
Ma è evidente che viviamo in una società sempre più al contrario, nella quale ha trovato spazio questa vicenda assurda, che vede coinvolte "negativamente" persone con disabilità, caregiver e loro rappresentanti, i quali hanno "osato" manifestare dinnanzi alle istituzioni politiche, col sol fine di tutelare i propri diritti.
Ed allora, se viviamo in una società al contrario, considero la condanna con pena sospesa come una medaglia al merito, seppur forgiata al contrario. Se l'intento era quello di zittirci non ci sono riusciti. Avrebbero dovuto condannarci al rogo in piazza e non limitarsi ad etichettarci come Criminali perché non lo siamo. Abbiamo la libertà di raccontare la nostra storia. E continueremo a farlo.

Incornicerò la condanna in un quadro che appenderò all'ingresso di casa, affinché chiunque venga a trovarmi possa venire a conoscenza di tutto questo, e ci aggiungerò la seguente dicitura: "Correva l'anno 2021, quando la Regione Puglia veniva governata dal PD e dal M5S, il Presidente era Michele Emiliano del PD e l'assessora al Welfare era Rosa Barone del M5S; sono stata condannata e ritenuta criminale assieme ad altre 7 persone fra cui 4 con disabilità in carrozzina, dal Giudice Angelo Salerno, con l'accusa di aver manifestato col solo fine di tutelare i diritti delle persone con disabilità."

Non intendo spendere neanche un centesimo per difendermi pur avendone la possibilità, né intendo contribuire allo spreco di denaro pubblico intasando la macchina della giustizia barese, che dovrebbe occuparsi dei veri criminali, persone che uccidono, violentano, rubano, truffano, effettuano voti di scambio, ecc..
I piccoli risparmi della mia famiglia, non sono frutto di lavori privilegiati, e per cui nutro massimo rispetto così come mi è stato insegnato, in quanto profumano di sacrifici e di mani sporche del lavoro di operaio di mio marito e del mio recente lavoro con contratto CO.CO.CO privo di tutele concrete, così come nutro rispetto per i soldi dell'associazione Amaram APS di Altamura, che si è dichiarata pronta, sin da subito, a sostenere le spese legali qualora avessi deciso di andare a processo, perché profumano dei sacrifici dei cittadini solidali che partecipano alle loro raccolte fondi a favore dei bisogni reali delle persone con malattia rara. Non di certo vanno spesi per un caso che, secondo me, ha tutti gli aspetti di un errore giudiziario.

Ritengo davvero assurdo averci messo nelle condizioni di poterci ritrovare con la fedina penale sporca se decidiamo di non fare ricorso e/o di dover spendere soldi per difenderci nel processo, per cosa? Per giustificare gli intenti solidaristici e legittimi della manifestazione, i quali intenti lo stesso giudice ha ritenuto opportuno, in maniera distaccata e quasi meccanica, considerarli come una circostanza attenuante rispetto alla pena inflitta.
E per quanto assurdo, io non ci sto a subire oltre al danno, anche la beffa economica!

Per tutti questi motivi, ho deciso di non difendermi ma di lasciare traccia sulla mia persona della decisione di questo giudice, convivendo per i prossimi anni con la fedina penale sporca, e raccontando questa storia a parenti, amici, conoscenti, oltre che affidandola all'opinione pubblica.
Altri fra gli amici condannati, hanno deciso invece di andare a processo. Fra loro c'è chi potrebbe non accedere ai concorsi pubblici se non dovesse risultare innocente. Altri, in condizioni meno abbienti, affronteranno le spese legali accedendo al gratuito patrocinio. Sono con loro, e anche se stiamo percorrendo strade diverse, ci dirigiamo tutti verso la stessa direzione: informare e mobilitare l'opinione pubblica su quello che è successo.

Se volessi descrivervi in modo romanzato la sensazione provata oggi a distanza di circa un anno e mezzo, mi basta chiudere gli occhi e ritornare indietro nel tempo, alla sera del 16 luglio 2021. Siamo tutti stanchi e distrutti dopo 4 giorni e 3 notti trascorsi ad interloquire con tecnici e politici, giungendo all'accordo solo in ultima giornata quando finalmente arriva da noi il Presidente della Regione Puglia. Siamo felici, con l' accordo firmato in tasca, fra cordiali saluti e strette di mano con i funzionari regionali, veniamo accompagnati all'uscita del Palazzo della Presidenza della Regione Puglia. Giusto il tempo di abbracciarci fra noi e di metterci in macchina ed inizia a piovere bruscamente in pieno luglio. Riteniamo quella pioggia improvvisa una benedizione da lassù alla ns battaglia vinta, anche da parte di chi a causa dei diritti negati non c'è più. Ma non siamo riusciti a scansare il colpo di fucile sparato alle nostre spalle, giunto come un conto da pagare per aver osato manifestare.

Pertanto invito i lettori, cittadini liberi ed onesti intellettualmente a riflettere ed a fare vostra la nostra storia, ed a condividere l'indignazione che ne è scaturita e che ne scaturirà. Oggi è successo a noi, domani potrebbe succedere a voi o ai vostri figli. Perché quello che ne viene fuori, è quasi il tentativo più o meno consapevole, di intimidire i cittadini che vivono la disabilità a manifestare per i propri diritti, a maggior ragione ripetutamente negati, attraverso una condanna, definita con tanta solerzia da un giudice che si è limitato ad applicare il codice penale senza mettersi nei panni di nessuno dei manifestanti e delle loro vite.

Altro che inclusione e tutela dei più fragili! Trattati come criminali!
Indignarsi e diffondere questa storia, senza precedenti, è l'unica cosa da fare.
La "Criminale atipica" ringrazia per la medaglia al merito ricevuta dal giudice e ringrazia in particolare tutti voi che siete giunti fin qui nella lettura, confidando nella condivisione e diffusione di questa storia.

Francesca Maiorano
  • Lettera
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