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Crisi, allarme artigianato in Puglia

Nel primo trimestre le chiusure superano le nuove iscrizioni. Boom delle agenzie viaggi

Diminuiscono le imprese artigiane in Puglia.

Secondo i dati forniti dal rapporto elaborato dal centro studi di Confartigianato imprese Puglia sui dati Unioncamere, le imprese pugliesi sono 73.404, pari al 19,5 % del totale delle aziende (375.821), mentre nel 2013 se ne contavano 75.376.
Da inizio anno al 31 marzo scorso, le cessazioni (2.556) hanno superato le iscrizioni (1.231), con un saldo negativo di 1.972 unità (-2,6 per cento). Il saldo negativo è dovuto, principalmente, alla perdita di ben 1.025 ditte di costruzioni, pari a una flessione del 3,9 per cento. Seguono le attività manifatturiere che hanno perso 524 unità, con un decremento del 2,9 per cento. Negativo anche l'andamento del commercio all'ingrosso e al dettaglio (meno 117 aziende, pari a un tasso negativo dell'1,7 per cento) e del settore dei trasporti che registra un calo del 3,7 per cento (152 unità in meno). Con le sue 29.870 aziende sulle 73.404 regionali, la provincia di Bari rappresenta il 40,7 per cento delle imprese artigiane in Puglia. Qui il calo calo si è attesto al 3% (-928 unità).

Aumentano, invece, le agenzie di viaggio: ce ne sono 1.552 contro le 1.431 del primo trimestre dell'anno scorso. "I dati elaborati dal nostro centro studi confermano, con l'impietoso supporto dei numeri, una situazione che la nostra associazione denuncia da tempo" dichiara il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza. "Le aziende artigiane e le piccole e medie imprese, che in una prima fase sono riuscite a reggere meglio di altre l'impatto con la crisi, scontano, oggi, in maniera drammatica l'onda lunga dell'avversa situazione economica. Stiamo parlando di un numero di cessazioni più che doppio rispetto alle iscrizioni".

Il credito è un altro tasto dolente. "Da tempo – ricorda Sgherza – il sistema bancario ha cessato di essere partner per l'economia reale, preferendo le più remunerative strade della finanza. A tutto ciò si aggiunga che le famiglie ed i consumatori nell'ultimo decennio hanno visto erodersi come non mai il proprio potere d'acquisto, ingranaggio fondamentale per far "girare" l'economia. Occorre abbattere la pressione fiscale in maniera decisa tanto per le imprese quanto per le famiglie ed è indispensabile velocizzare i tempi di pagamento e i relativi contenziosi, consentendo, altresì, un più semplice e rapido accesso al credito".
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