don luigi ciotti ad altamura
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La città

Altamura incontra Don Ciotti per ricordare Domi

Il fondatore di Libera parla ai ragazzi e insegna la la “forza di non arrendersi”

Un monologo di due ore che ha tenuto tutti i presenti incollati ai banchi della Parrocchia del Redentore.

Don Ciotti, il parroco contro le mafie, arriva ad Altamura e parla a cuore aperto alle decine di ragazzi arrivati per ascoltarlo. Ricorda Domi Martemucci, un'altra vittima innocente della mafia e spende parole di conforto per la famiglia Martimucci presente in chiesa.
Ma è solo l'inizio. Perché il vero messaggio di don Ciotti è per i giovani presenti a cui insegna "Il coraggio di non adattarsi alle ingiustizie. La forza di non adeguarsi alla povertà. La voglia di pretendere la democrazia e la giustizia sociale è il compito di cittadini veri che non demandano il proprio ruolo agli altri".
Consapevole dei tempi moderni e delle profonde sofferenze che la società impone Don Ciotti esorta tutti a "non lasciarsi travolgere dalla sfiducia nella convinzione che nulla possa mai cambiare. Non dobbiamo essere cittadini a intermittenza ma cittadini responsabili e consapevoli perché la conoscenza è la via maestra del cambiamento e solo la cultura risveglia le coscienze" tuona il parroco richiamando più volte i giovanissimi all'attenzione.
Nel suo intervento si susseguono parole importanti, parole che salgono dal cuore, per dare una lezione di vita ai più giovani e ai più fragili. Parla di libertà, di legalità, di senso della giustizia esaltando l'impegno di tanti parroci e di tante associazioni che operano nello sport. Ed esaltando ancora una volta la figura di Domi Martimucci parla di sport e legalità.

"Legalità e sport sono un binomio vincente perché lo sport insegna l'impegno nel raggiungere un traguardo, insegna il rispetto delle regole e a vincere con le proprie forze senza truffare. Ma è bene ricordare che il valore di una persona non si misura attraverso la vittoria ma attraverso l'esserci perché anche le sconfitte insegnano a migliorarsi e a rialzarsi quando si cade".
Una chiesa gremita di ragazzi, associazioni, istituzioni civili e militari tra cui il vescovo della diocesi monsignor Giovanni Ricchiuti e il commissario prefettizio del comune di Altamura, Vittorio Lapolla, ascoltano in silenzio la testimonianza di vita che Don Ciotti mette a disposizione di tutti e che diventa esempio rispondendo alle domande degli studenti.

Arriva anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ad ascoltare il fondatore di Libera. Emiliano resta negli ultimi banchi per salire solo a conclusione della giornata sull'altare: "Sono tanti anni, nelle varie funzioni che ho svolto nella mia vita, che ho avuto modo di lavorare e riflettere con don Luigi Ciotti – commenta il governatore - Questa comunità è stata capace di resistere a un evento terribile, la morte di Domenico Martimucci, giovane vittima innocente di mafia. Abbiamo partecipato insieme al processo, la Regione Puglia si è costituita parte civile ed ero presente alla lettura del verdetto in aula, a guardare in faccia gli imputati condannati in primo grado. Tutto può essere migliorato, ma se guardiamo indietro negli anni, a quanta strada abbiamo fatto, superando tanti momenti terribili, ci rendiamo conto che l'alternativa sociale dell'antimafia era ed è centrale. Le indagini sono importantissime, così come la confisca dei beni, un lavoro faticoso, artigianale, che porta via tantissima energia, si tratta di attività difficili. Ma quello che cambia le sorti della partita è il messaggio di don Luigi: lo Stato siamo tutti noi e abbiamo bisogno di stringerci, società civile, istituzioni, parrocchie, senza disperarci, senza prendercela sempre con qualcun'altro, ma assumendoci noi la responsabilità, una parola che don Ciotti ci ha insegnato a declinare in ogni contesto. Noi possiamo influenzare tutto ciò che accade e possiamo, tutti insieme, cambiare le cose".

"Non era facile portare don Luigi Ciotti ad Altamura per parlare alla comunità di mafia, criminalità ed educazione alla legalità ma l'associazione Noi Siamo Domi ha portato a compimento anche quest'altra esperienza, con orgoglio e fierezza – commentano a fine giornata gli organizzatori - Lo ringraziamo infinitamente per i suoi insegnamenti ma anche per aver chiesto e ottenuto di poter salutare Domi recandosi personalmente sulla sua tomba. "Impegno e responsabilità": queste parole ci accompagneranno sempre nel nostro cammino, con la speranza che siano il monito per tutta la comunità".
11 fotoDon Ciotti ad Altamura
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