gianni stea
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Territorio

Turismo: Puglia regina dell'improvvisazione

Gianni Stea critica il sistema turistico regionale

"Eravamo convinti e fieri di vivere nella terra regina per presenze turistiche in Italia e forse in Europa. E invece, dal coro di lamentele, dobbiamo nostro malgrado ammettere di vivere nella terra regina dell'improvvisazione. Senza un cambio di rotta immediato, passeremo dalle mete top dell'estate al fondo della classifica. Ricordo a chi governa questa terra che il Tacco d'Italia può vantare – caso unico, isole a parte – circa 1000 chilometri di coste e un inverno di solito limitato ad un paio di mesi, godendo per il resto dell'anno di un clima favorevole. Inoltre viviamo in un terra ricchissima di opere d'arte, masserie, chiese, santuari e castelli, senza contare tutto l'indotto potenziale del turismo gastronomico e culturale. Se nonostante queste caratteristiche chi giunge qui – tanto dal resto d'Italia, quanto dagli altri paesi europei – non trova servizi adeguati, anzi solo disagi per i trasporti, l'assistenza sanitaria, la microcriminalità, l'abusivismo, probabilmente già dal prossimo anno sceglierà mete diverse e probabilmente più convenienti nel rapporto servizi offerti-costi", è quanto in una nota denuncia il consigliere regionale Gianni Stea, rivolgendosi direttamente al presidente Michele Emiliano e all'assessore regionale Loredana Capone.

"L'immagine che stiamo – volontariamente o involontariamente – dando di noi, è quella dei pasticcioni, se non dei furbetti. Dimenticando del resto che l'attuale boom del turismo è strettamente legato alla crisi che colpisce per questioni di sicurezza i paesi del Mediterraneo e in particolare del Nord Africa. Insomma un tesoretto che o si è in grado di rendere stabile o si perderà nel giro di pochi anni distruggendo quello che poteva/doveva essere un driver decisivo (assieme alla ormai compianta agricoltura) della nostra economia. Qualcuno, prendendo un abbaglio enorme, pensava di vivere di rendita. E invece ora i conti dell'oste ci riportano ad una realtà con poche luci e troppe ombre. La Puglia non ha ancora deciso di quale turismo vuole vivere. Quello raffinato e riservato a pochi? Quello dei ricchi? Il turismo di massa stile riviera adriatica? La Puglia non ha ancora deciso quanto vale un'estate e quanto, condizioni meteo a parte, può durare, mettendo ormai da parte qualsivoglia progetto di destagionalizzazione.

La Puglia non ha ancora compreso che di burocrazia si muore. La Puglia non ha ancora capito che unire al resto del mondo aeroporti (Bari e Brindisi) che distano ore dal Salento e dal Gargano, senza provvedere a servizi di trasporto dignitosi, vuol dire solo fare una brutta figura internazionale. Qualcuno dirà: abbiamo il mare e il sole, ma anche Grecia, Spagna, Malta, Egitto, Marocco (solo per fare alcuni esempi) hanno mare e sole, anzi ne hanno più di noi e probabilmente più pulito, ordinato e democratico del nostro, dove si passa da lidi esclusivissimi e costosissimi a spiagge difficilmente raggiungibili, abbandonate al degrado, alla sporcizia e preda di cocomerari e parcheggiatori abusivi. Soprattutto ci sono località, davvero uniche al mondo per panorami e natura, dove però mancano quei servizi essenziali che possono fare la. Il tutto condito da una macchina burocratica asfissiante e dalla nostra naturale propensione a farci del male nel nome e per conto di un malinteso senso dell'ambientalismo integrale e ottuso che, anche nel caso, è privo di qualsivoglia progettualità concreta e visione presente e futura. Nel frattempo – conclude Stea – gli altri vanno avanti e noi restiamo ipocritamente a contare i nostri ragazzi che hanno ricominciato a prendere i treni per il Nord. Mentre dei nostri famigerati mille chilometri di costa, in realtà, solo una minima parte è degna di un'offerta turistica dignitosa a livello locale, nazionale e internazionale".
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