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Territorio

Murgia militarizzata: giochi di guerra

Esercitazioni in corso a Gravina, Altamura e Poggiorsini. Veronico: "Limitano la crescita del territorio, vanno fatte fuori"

La primavera murgiana, oltre al cinguettio degli uccelli, ha portato anche l'aspro crepitio delle armi.

Non è sfuggito infatti a diversi automobilisti di passaggio lungo le strade di campagna intorno alla città il transito di diversi mezzi dell'esercito, compresi alcuni carri armati. La notizia trova conferma in diverse ordinanze apparse negli ultimi giorni sull'albo on line del Comune, che riportano provvedimenti di sgombero e di limitazione della circolazione intorno ai poligoni di Murgia di Parisi Vecchio e di Torre di Nebbia.

Con le ordinanze, che coprono un periodo temporale fino al prossimo maggio, i comandi regionali dell'esercito indicano le zone interdette all'accesso, alla sosta ed al transito in un territorio compreso tra Altamura, Gravina e Poggiorsini, richiamando le disposizioni inerenti il divieto di rimuovere e raccogliere i proiettili inesplosi, e le modalità di indennizzo per eventuali sgomberi e occupazioni di immobili privati.

Le esercitazioni militari, una consuetudine del territorio murgiano, rischiano però di creare uno scontro istituzionale con la dirigenza del Parco, preoccupata per le ricadute in termini ambientali. In una lettera ai parlamentari locali, infatti, il presidente Cesare Veronico non esita a parlare di "situazione contraddittoria" in merito alle aree del Parco teatro delle esercitazioni militari: "Tale attività – si legge nella missiva - frutto di accordi indipendenti dalla nostra volontà, limita fortemente la crescita di un territorio che si sta avviando al turismo sostenibile e rappresenta uno dei maggiori scrigni di biodiversità in Europa".

Nel chiedere un incontro programmatico sul tema con deputati e senatori finalizzato a tracciare le linee guida di un percorso condiviso per individuare iniziative a sostegno dell'Alta Murga, Veronico, pur dicendosi "conscio che, finché esiste un esercito sussiste l'esigenza di avere spazi per le esercitazioni militari", propone che esse "vadano svolte fuori dalle aree protette nelle quali si produce il 3,2% della ricchezza italiana".

Mentre le ragioni dell'ambientalismo, insomma, sembrano potersi conciliare difficilmente con quelle belliche, la parola passa alla politica…
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