Canapa indiana
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Territorio

Canapa: mancano i decreti attuativi per dare sostegno alla filiera

Dopo l'approvazione della Legge Lupo, L'Abbate interroga il Governo

Agli inizi del Novecento eravamo tra i primi produttori mondiali. Nel 1940, infatti, l'Italia dedicava alla coltura della canapa 90mila ettari del proprio territorio, più degli 85mila coltivati oggi a livello globale. Dopo 60 anni d'oblio e l'aver abbandonato completamente questa coltura, il nostro Paese torna ad investire nella canapa industriale anche grazie alla legge Lupo, "Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa", approvata nel dicembre 2016 e fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle.

"Siamo certi che il ritorno massiccio della canapa nei campi aiuterà la ripresa economica dell'Italia, grazie all'impulso che essa potrà dare all'impresa in molti settori determinanti come edilizia, alimentare, cosmetico, tessile, cartario, farmaceutico, agro meccanico e meccano-tessile - dichiara il deputato Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura a Montecitorio - La nostra proposta di legge sulla canapa si pone l'obiettivo di dare nuovo brio alla filiera, superando la confusione legislativa che negli ultimi anni ha portato non poche difficoltà: i punti su cui interviene sono strategici per il rilancio della canapa industriale, ma tuttavia restano ancora alcuni nodi da sciogliere".

Proprio a tal proposito, con una interrogazione rivolta al Ministero delle Politiche Agricole, si chiede "l'emanazione dei decreti relativi all'art. 6 sugli incentivi per la filiera della canapa per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore".

"Una quota di queste risorse può essere destinata al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la produzione e i processi di prima trasformazione della canapa finalizzati alla ricostituzione del patrimonio genetico e all'individuazione di corretti processi di meccanizzazione - prosegue Giuseppe L'Abbate (M5S) - Oltre a ciò, chiediamo al Governo l'attivazione di quanto sancito dall'articolo 5 per le 'Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa'. Il Ministero della salute, avrebbe dovuto provvedere all'aggiornamento del Testo Unico, definendo in un'apposita tabella i livelli massimi di residui di THC ammessi nei derivati alimentari, nei preparati erboristici e fitoterapici e nei cosmetici ottenuti dalle diverse parti della pianta di canapa. Ciò non è ancora avvenuto - continua il deputato pugliese 5 Stelle - a tale chiarimento appare fondamentale, al fine di rilanciare il settore della canapa sia dal punto di vista agricolo che alimentare, poiché la situazione nel nostro Paese appare ancora ambigua e il rischio di investire economicamente in questo settore è ancora troppo alto. L'applicazione della nostra legge consentirebbe agli imprenditori di poter investire in macchinari, portando loro molti benefici. Per questo vogliamo sapere dal Governo - conclude L'Abbate (M5S) - a che punto sia l'adozione dei decreti previsti dagli articoli 5 e 6, affinché la nostra legge divenga operativa al 100% quanto prima".
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