tragedia discoteca Corinaldo- i soccorsi
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Giovani

Tragedia discoteca: “Emergenza educativa riguarda adulti”

Dopo la triste vicenda di Ancona, AltamuraLife ha intervistato don Vito Cassese (parroco e docente di religione)

Sono giorni di grande coinvolgimento emotivo per l'intera nazione. La tragedia di Corinaldo, con sei vite strappate nella calca della discoteca "Lanterna Azzurra" durante il concerto del rapper Sfera Ebbasta, ha lasciato sgomenti e allo stesso tempo ha sollevato numerosi interrogativi.

Una disgrazia che non può lasciare indifferenti e che, al di là del fatto in sé, ha intavolato una profonda riflessione sulle generazioni adolescenziali, sui loro miti, sulle loro abitudini e sulle questioni che riguardano i loro comportamenti.

Interessante ciò che ci ha detto il parroco della chiesa dello spirito Santo di Gravina, Don Vito Cassese - docente di religione ad Altamura e Gravina - da sempre vicino ai giovani e ai loro bisogni. Lo abbiamo interpellato perché il prete un tempo aveva addirittura pensato di fare una discoteca nell'oratorio della sua chiesa. Un vero fiume in piena nel rispondere alle nostre domande.

Alcuni sostengono che la tragedia di Corinaldo si sarebbe potuta evitare ed è stata causata dall'avidità di chi mette gli interessi avanti alla sicurezza e ad altri valori, ritiene che il tragico episodio sia figlio della fatalità o della sfrenata sete di possesso, frutto del mito del "Dio Denaro"?
Ogni cosa può essere vista come una tragica fatalità. Fa parte della vita. Un opinionista anonimo oggi ha scritto che "Anche gli eccessi oltre i limiti fanno parte dei bisogni fondamentali del genere umano, e rientrano nel meccanismo più generale della selezione naturale. Emozione, Sgomento e dolore per quanto accaduto sì, ma siamo sicuri di poter governare tutto con l'imposizione delle regole?" Una posizione così è cinica.
Gli eccessi non sono fondamentali, siamo noi che li vogliamo rendere tali per giustificare le nostre debolezze.
Nessuno vorrebbe mettere al modo dei figli per vederseli portar via in questa maniera.
Stante che ognuno deve essere sul pezzo, ognuno deve fare la sua parte, ognuno deve far si che ci siano gli standard di sicurezza adeguati, che vengano rispettati i limiti di capienza, che si rispettino le regole: il problema è sicuramente di altra natura.

Certo, se un individuo mette tante persone in una discoteca lo fa per un tornaconto personale: rincorre il potere, il successo, il denaro. Se questi sono i valori, allora è vero che c'è un cinismo diffuso e banale, perché non si punta più a godersi la vita.

Il problema sta a monte. Il problema è di natura educativa, non come regole da rispettare: bisogna introdurre tutti ad un rapporto con la vita, con la realtà, in un modo più umano. Vivere la vita, perché la vita va vissuta, in ogni momento, per godere della vita.


In questi giorni è sotto accusa il mondo giovanile e i valori che cantanti come Sfera Ebbasta trasmettono, qual è il suo pensiero a riguardo ?
Il rapper, così come il giovane che pare abbia usato lo spray al peperoncino, probabilmente per compiere una rapina, sono vittime di questa società, ne rappresentano il disagio.
La condivisione dei testi e dei valori che esprime Sfera Ebbasta è relativa e personale. Ma è il "fattore umano vivo" che attrae e affascina più di un rapper che invia messaggi negativi.

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C'è, come stanno dicendo in molti in questi giorni, una emergenza educativa?
L'emergenza educativa c'è, ma non riguarda i giovani, bensì gli adulti. E non gli adulti perché non sanno essere più educatori dei ragazzi, ma gli adulti per ciò che riguarda la concezione della loro vita.
La domanda allora è questa: ma io voglio vivere la vita e dare la mia vita affinchè tutti vivano la loro? La società non ha più bisogno di grandi eroi e miti, ma di persone "normali" che consentano a tutti di vivere la propria vita, che siano al servizio degli altri.

La questione è sempre la stessa: non serve vietare, ma c'è bisogno di persone che rappresentino dei "fari di vita", degli esempi, delle presenze, perché è vivente solo ciò che è presente. Ecco perché l'attrattiva deve essere basata sul "vero sperimentale".

Bisogna dotare i giovani degli strumenti critici per imparare a crescere e a giudicare. La debolezza degli adulti è quella di non saper più vivere le ragioni della assistenza. Bisogna dare ai ragazzi gli strumenti per scegliere. Noi dobbiamo essere una proposta vivente per i nostri figli.


Di Roberto Varvara
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