Pietro Pepe
Pietro Pepe
Politica

Solo l'etica della comunicazione Puo' salvare la democrazia"

Nota del prof Pietro Pepe

L'avanzata di una informazione fasulla e falsa rischia di travolgere tutto quello che trova davanti a cominciare dal bene più prezioso: "La Democrazia". È conclamato che il Sistema Democratico si fonda sulla verità e trasparenza; la Tirannide, invece, si basa sulla menzogna e sull'inganno. La comunicazione di quest'ultima campagna elettorale; a mente fredda non è stata memorabile, è risultata fortemente caratterizzata da messaggi infarciti di false promesse e da una serie di insulti reciproci tra i protagonisti. È sembrato sinceramente un insopportabile litigio tra Commari aggravato da un'informazione faziosa. Durante le ultime elezioni politiche gli esempi più ecclatanti di Notizie False sono state: 1. Il finanziamento di Movimento 5 Stelle e della Lega da parte del finanziere G. Soros e poi quella dei Fondi Unicef destinati alla famiglia di Renzo. 2. Le 500mila schede elettorali precompilate con il simbolo del Partito Democratico ritrovate in Sicilia.

Due grandissime bufale, dette Fake News purtroppo ripetute 200mila volte. In Italia, più degli altri Paesi Europei, siamo in piena decadenza e la Politica ha perso la P. Maiuscola, e deve urgentemente svegliarsi facendo un serio esame di coscienza sul suo ruolo, scoprendo la sua vera vocazione e di essere al servizio del Bene Comune. In contemporanea anche la Comunicazione deve darsi una regolata e deve essere svolta più correttamente e se è possibile accompagnata da un indirizzo etico. È vero che stiamo attraversando un tempo complesso e che si fa fatica a rintracciare un barlume di visione e di senso di futuro. Nè si può ignorare che il rapporto di fiducia tra rappresentanti e rappresentanti si è, purtroppo, logorato per il clima di sospetto e per l'assenza di una formazione adeguata. 1 Sta trionfando una informazione online, in particolare sui social e siamo in presenza di una vera Rivoluzione: il fruitore di notizie può trasformarsi automaticamente in produttore di notizie e tutti possono informare e essere informati. Può apparire una espressione di libertà ed in parte lo è, ma può nascondere un grave pericolo perchè allo stesso modo tutti possono disinformare o essere disinformati. C'è da chiedersi chi controlla chi, e quali filtri possono essere utili; è doveroso domandarsi perchè non applicare alla Rete le stesse regole della Carta Stampata. Allo Stato la Rete è senza regole a differenza dei giornali e della televisione. È opinione diffusa che i social vengono percepiti come più semplici e per'altro sono gratuiti e ci rimbalzano addosso ogni giorno e appagano la fame nevrotica di Notizie. L'internet viene percepita come l'immagine della libertà ed offre anche l'opportunità di farsi una cultura ma è, altresì, scontato il rischio di cadere nella rete e divenire, spesso, per i più giovani, prigionieri di pedepornografia o di pedofilia. Il pericolo, purtroppo, è reale perchè la rete ospita e può trasmettere tutti i messaggi e può farlo con o senza un indirizzo morale. Infatti l'informazione nelle società a capitalismo avanzato è diventato un segmento importante della economia ed è un concentrato di forti interessi politici. Va precisato che in questo tempo la Politica è divenuta soprattutto comunicazione; infatti comunicare una sensazione o fare una previsione se non è sorretta da un'informazione corretta come per esempio quello del sondaggio, è una notizia furba e priva di autenticità, perchè pilotata. In Italia i lavori della rivoluzione digitale sono ancora lenti ed il tasso di analfabetismo digitale risulta ancora troppo alto e allo Stato non ha un inquadramento fiscale e legislativo.

L'Art. 21 della Costituzione Italiana riconosce a tutti i cittadini sia il diritto di manifestare il proprio pensiero con la Parola, lo scritto 2 ed ogni altro mezzo di diffusione, sia quello di essere correttamente informati. È arrivato il momento che il legislatore affronti la questione facendola divenire prioritaria. Lo scrittore Umberto Eco con la sua solita franchezza qualche tempo fà ha affermato che i social hanno dato diritto di parola ad una legione di imbecilli; ogni giorno i tifosi del web vengono bombardati da notizie negative e da immagini non funzionali ad Diritto di Cronaca. In Europa sul tema internet si è preferito mantenere in piedi il principio di neutralità della Rete e adottando un regolamento generico e vago in attesa di una disciplina più globale, per definire controlli e gerarchie strutturali. Siamo, dunque, in presenza di un fenomeno di virtulizzazione della nostra vita in tutti i suoi aspetti e spesso ci chiedono se la realtà è vera o frutto dell'immaginazione. I più vulnerabili nel mondo da oggi sono gli adolescenti che affollano i social network che pur di mettersi in vetrina, sono succubi di quello che il mondo gli richiede; infatti sono tutti omologabili ed omologati, postano foto, scrivono commenti già ripetuti, e si accodano a quelle opinioni che possono apparire le più popolari. Così il mondo si trasforma in teatro, in marionette con i suoi burattini, mi chiedo chi è il Burattinaio? È difficile dirlo specie quando la Democrazia non attraversa il suo periodo storico migliore; una cosa è certa che se la Democrazia non viene alimentata non è irreversibile e richiede una continua vigilanza. Le tentazioni di tipo padronale sono irresistibili e molte nomenclature al potere sono pronte per occuparle e sono sempre dietro l'angolo. Sono infatti di questo tempo le ultime decisioni del Presidente Cinese di proclamarsi imperatore a vita o quella del Presidente Russo che punta a comportarsi alla stessa maniera, o la virata assolutista dell'Amministrazione Americana. E' acclarato che le Democrazie possono sparire o per eccesso di potere o per mancanza dello stesso da parte delle classi dirigenti. Ciò non di meno vale la pena ricordare che la società italiana è riuscita a respingere tutti i tentativi di manipolazione che il 3 Potere ha messo in atto in ogni fase di cambiamento. Già nel 1968 l'Italia è stata attraversata da una contestazione generale interpretata dal movimento studentesco sfociato nel tentativo fallito delle Brigate Rosse di rovesciare con il Terrorismo l'ordine costituita attraverso il sequestro prima e la uccisione dopo dello statista pugliese e A. Moro e della sua scorta avvenuta nel 1978.

Ai giorni nostri, come non preoccuparsi della esplosione consumistica in atto, che sta invadendo il nostro Paese, espressa dalla propaganda madiatica a causa della Globalizzazione dei Mercati che viene fronteggiato con qualche difficoltà da interventi di razionalizzazione e di equilibrio sociale. Sicuramente gli italiani devono affrontare l'emergente e sconvolgente Quarta Rivoluzione Industriale espressa dalla innovazione digitale e dalla relativa Comunicazione che impegnerà l'intera società. Tutta questa difficoltà è evidente potranno essere superate più facilmente solo se si fa riferimento ad un Popolo inteso come società, e non un indistinto che non sa garantire la sua solidità,o non è capace di adattarsi ai continui mutamenti o di respingere ogni forma di espressione populista nell'esercizio dell'azione di Governo; la politica attraverso l'etica della Comunicazione deve tornare a coltivare la speranza e non la rabbia o le paure dei cittadini. Per concludere l'informazione diverrà più utile se saprà rispettare la nostra libertà: "Si è liberi solo se si è padroni di se stessi", e le parole se usate male possono creare muri e diffidenze anzichè ponti e fiducia. In questa epoca complessa dunque la Comunicazione, la Politica e l'etica devono fare sintesi ed allearsi per aiutarci a credere meno alle Bufale e più alla realtà. Far passare più verità è l'unica via per avvicinare sempre più gli Italiani al traguardo dei sentimenti Comuni e salvare la nostra Democrazia. Marzo 2018 Prof. Pietro Pepe
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