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Territorio

Nuova vita per la Diga Saglioccia

Cinque milioni di euro per mettere in funzione l'eterna incompiuta

La diga Saglioccia rinasce a nuova vita.

E' stato siglato tra Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Regione Puglia e Consorzio di bonifica "Terre d'Apulia", un accordo con cui sono regolati tempi e procedure per la progettazione e realizzazione degli interventi indispensabili al completamento funzionale della diga.
La diga, tra Altamura e Gravina, la cui costruzione iniziata addirittura negli anni '70, è stata completata negli anni '90, senza mai essere stata collaudata e, quindi, mai entrata in esercizio.
"L'accordo, giunto a valle di un lungo e complesso iter amministrativo che ha visto la collaborazione di diversi enti statali e regionali – spiega il consigliere Enzo Colonna - ha dato seguito alle decisioni assunte nella riunione tecnica e operativa tenuta lo scorso 10 novembre scorso tra i soggetti firmatari, in cui è stata confermata l'utilità dell'invaso per risolvere molteplici criticità legale all'approvvigionamento idrico della Puglia e, quindi, la necessità di completare gli interventi finalizzati all'entrata in esercizio".
Finanziati con 5 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2014 -2020, ripartite dal CIPE, l'accordo prevede opere di derivazione dell'acqua e di manutenzione della strumentazione di monitoraggio, finalizzate all'avvio delle prove di invaso (invasi sperimentali) e dunque preliminari al pieno funzionamento della diga.

Soggetto attuatore degli interventi programmati sarà il Consorzio di Bonifica "Terre d'Apulia", che avrà il compito innanzitutto di definire la progettazione esecutiva e che, successivamente, svolgerà anche il ruolo di stazione appaltante per la procedura ad evidenza pubblica finalizzata alla selezione del soggetto cui affidare i lavori, occupandosi anche della loro direzione.
Le opere saranno completate, salvo intoppi, entro il 2022 mentre le risorse statali saranno trasferite al Consorzio di Bonifica in più soluzioni: un primo 10% a titolo di anticipazione; successivamente altre rate sino all'85% in corso di intervento a titolo di rimborso spese sostenute e rendicontate; infine, la parte restante, dopo il rendiconto finale, ad esecuzione avvenuta delle opere. Sarà a carico del Consorzio che attuerà l'intervento ogni importo eccedente il finanziamento statale, che potrà essere revocato dal Ministero in caso di mancato rispetto dei tempi previsti.

"L'accordo – commenta Colonna - rappresenta, evidentemente, un passo decisivo per sbloccare una situazione di stallo che durava da decenni e che era diventata emblema di spreco di risorse pubbliche e inefficienza amministrativa".

La diga Saglioccia, infatti, con uno sbarramento di oltre 20 metri di altezza e 1,8 milioni di metri cubi di capacità, avrebbe dovuto completare il sistema dei bacini destinati a servire i bisogni idrici di Puglia e Basilicata, anche in considerazione delle situazioni di siccità che frequentemente colpiscono i terreni agricoli del territorio. La sua costruzione, costata diverse decine di miliardi, ha di fatto causato la distruzione dell'originario bosco in zona "Selva di Gravina" al cui interno sgorgava il torrente Saglioccia (che le ha dato il nome).
"Oggi – conclude Colonna - abbiamo la certezza delle risorse disponibili per completare tutti i lavori necessari e, soprattutto, uno stringente cronoprogramma da rispettare. Ringrazio per il grande lavoro compiuto, che ho seguito passo passo sin dal mio insediamento e che è stato indispensabile per il raggiungimento di questo importantissimo risultato per il territorio, il Presidente Michele Emiliano, la Sezione regionale "Risorse Idriche", il Commissario e il Direttore del Consorzio "Terre d'Apulia", Alfredo Borzillo e Giuseppe Corti".

La diga andrebbe completata con i criteri di compatibilità ambientale e entrare di diritto in un sistema secondario di irrigazione per l'agricoltura, attraverso la possibilità di servire 3-4mila ettari di coltivazioni e permettendo così la trasformazione delle colture, col passaggio auspicato dalla monocultura del grano alle coltivazioni degli ortaggi, frutteti, uliveti e vigneti in grado di creare maggiori posti di lavoro e attività ben più redditizie", aggiunge Stea che ricorda come lo "sbarramento alto 22,5 metri, dalla capacità d'invaso di un milione e 800 mila di metri cubi già costa alla collettività, attraverso l'appaltante Consorzio Terre d'Apulia, 200 mila euro all'anno in custodia, vigilanza, energia elettrica, telefono, manutenzione".

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