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Natuzzi annuncia 1000 esuberi

Nuova protesta di sindacati e Cobas

Esprimono sconcerto e forte preoccupazione i lavoratori del Cobas lavoro privato dopo le dichiarazioni dei rapprsentanti della Natuzzi Spa presso la sede nazionale di FederLegno-Arredo a Roma annunciando quasi 1000 esuberi in Italia e la conseguente apertura delle procedure per licenziamenti collettivi nei prossimi mesi.

"Il lupo perde il pelo ma non il vizio – denunciano dal sindacato - Natuzzi, infatti, mentre mantiene i ricorsi giudiziari contro i provvedimenti di annullamento dei licenziamenti effettuati ad ottobre 2016, già pensa ad espellere altre sue maestranze. Peccato che a mettergli il bastone tra le ruote, ancora una volta, troverà i Cobas, che a breve convocheranno un'assemblea pubblica per decidere insieme ai lavoratori come opporsi al malcelato progetto aziendale di abbandonare definitivamente il territorio murgiano".
"E' iniziato nel peggiore dei modi l'incontro tra sindacati e vertici di Natuzzi in Federlegno, con l'annuncio di Antonio Cavallera, direttore operativo del gruppo di Santeramo in Colle, di 1.000 esuberi al termine del contratto di solidarietà, in scadenza a fine 2018. Un'idea che abbiamo subito respinto al mittente". E' invece il commento delle segreterie nazionali di FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil che, insieme ai sindacati nazionali del commercio Filcams, Fisascat, Uiltucs, presenti all'incontro svoltosi presso la sede di Federlegno.
Al termine dell'incontro con i sindacati Natuzzi, in una nota, ha riconfermato l'interruzione degli investimenti in Italia a causa dello stanziamento di 13.5 milioni di euro per i contenziosi che hanno inciso in modo significativo sulle performance economiche della società. Per far fronte a questi eventi inattesi, sono stati sospesi gli investimenti destinati al recupero di competitività delle fabbriche italiane (Contratto di Sviluppo), con la conseguente impossibilità di raggiungere gli obiettivi di costo industriale che avrebbero dovuto rendere sostenibile la produzione italiana del Gruppo.

Tale situazione pertanto genererà al termine del contratto di solidarietà a fine del 2018 una situazione di esubero strutturale, negli stabilimenti produttivi e negli uffici. La società ha ribadito agli attori presenti la necessità di pianificare tutte le azioni possibili per garantire al Gruppo la competitività delle produzioni italiane nel lungo periodo.
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