Michele Wad caporosso
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Libri

Italia Suxxx, il nostro tempo libero è diventato un lavoro

Esce oggi il primo romanzo dell’altamurano Michele Wad Caporosso. «Tutti hanno pensato almeno una volta che questa Italia fa schifo»

A partire da oggi è in distribuzione, nelle librerie italiane, Italia Suxxx (Tempi duri, cani sciolti e musi sporchi), il primo romanzo dell'altamurano Michele Wad Caporosso, ex writer, breaker e deejay. Prima a Milano, poi a Roma, Brussels e L'Aquila, il libro sarà presentato ad Altamura il prossimo 10 aprile presso il Laboratorio Urbano Giovanile "Portalba". Michele Wad Caporosso conduce una trasmissione su Radio Popolare Network, una rubrica su Radio 2 Rai ed un programma su Sky. Collabora con Rolling Stone, Rumore, Vogue e L'Espresso. Fa parte di Rockit. Italia Suxxx è la storia di quattro giovani scontenti e di mille stratagemmi di sopravvivenza. Italia Suxxx è «una trasmissione radiofonica impossibile, una via di fuga, un concentrato di rabbia destinato a chi odia il provincialismo soffocante di questo bel paese». Lo abbiamo intervistato.

Chi è Michele Wad Caporosso? Una curiosità… è un nome d'arte?
Per metà è vero, per metà è d'arte.

Di che cosa ti occupi nella vita?
Dico, scrivo, organizzo, promuovo, faccio...

Il 10 marzo la pubblicazione del tuo primo romanzo, Italia Suxxx. Perché questo titolo?
È un titolo che all'estero fa molto più scalpore, perché è forte, è diretto ed esplicito. In Italia è interpretabile in vario modo e questo va pure bene. È un titolo carico di tensione e di rabbia, quella che c'è in giro e che spesso non si vede perché si è più sereni se ci si maschera. Ce lo dice la storia.

Che cosa intendi per "tempi duri, cani sciolti e musi sporchi"?
È una citazione di un pezzo dei Sangue Misto il cui titolo è "La parola chiave". Il significato è un po' la trama del libro, che poi è anche un po' una foto di questi tempi durissimi e sporchi in cui intere generazioni vagano tra lotte di sopravvivenza e sottomissioni esistenziali. Cani sciolti tipo Sangue Misto "quando tutto è fermo c'è qualcuno che si muove, sono il cane sciolto, lo straniero nella mia nazione e fuori dal recinto resta la mia posizione..." ma anche tipo Giorgio Gaber "Da soli non si può far niente, non è che io non dia valore all'individuo, ma credo che un momento collettivo sia un bisogno dell'uomo per sentirsi vivo; per crescere e imparare bisogna essere in molti e non si può contare sui cani sciolti".

Di che cosa parla il romanzo?
Di sogni e di piccole rivoluzioni. È la storia di quattro ragazzi che non accettano di subire gli effetti dell'anestesia socioculturale di questa Italia e, armati di buona musica e tanto entusiasmo, organizzano quello che per loro è una specie di colpo di stato.

Tu, nel tuo romanzo, scrivi "il nostro tempo libero è diventato un lavoro". Tradotto: "il nostro lavoro è tempo libero. Oggi vivere del proprio sogno non è più una speranza ma l'ultima spiaggia". Che cosa vuol dire?
Vuol dire che se un tempo sognare di vivere con la propria passione era una speranza, magari anche una grandissima fortuna, oggi è diventata, invece, l'ultima spiaggia. Cioè esiste tutta una classe di persone a cui ormai non resta che vivere provando a lavorare con la propria passione, anziché guadagnare la stessa miseria facendo stage sottopagati o professioni temporanee senza alcuna prospettiva.

Il tuo tempo libero che tempo è? Il tuo tempo lavorativo, invece?
Il tempo libero è un concetto ormai vecchio, soltanto chi vive da "impiegato" può pensare di avere il tempo libero per la partitella a calcetto o la serata "diversa", il resto del mondo vive esattamente dentro il proprio tempo libero. Lì lavora e lì si diverte.

Qual è il messaggio che vuoi trasmette ai lettori?
Italia Suxxx è, nel bene e nel male, un concentrato di messaggi, una centrifuga di pensieri e punti di vista. Il focus di partenza, che poi è anche il significato del titolo, è che viviamo in un'epoca in cui, chi più o chi meno, ha pensato almeno una volta (nella vita/nell'ultimo mese/nella giornata) che questa Italia fa schifo.

Quattro giovani scontenti… tu, da giovane, cosa pensi dei giovani di oggi? Una generazione di scontenti?
Secondo me anche il concetto di "generazione" è stato annientato, non esiste più la generazione giovane e quella meno giovane. Esiste un blocco di gente che ha meno di 40 anni e che è evidentemente scontento, lo dicono le statistiche ma anche la gente stessa in giro. L'anestesia che questo paese ha subito e subisce quotidianamente rende tutti scontenti e impotenti, questo è il punto di partenza. È un dato di fatto. Poi, ovvio, con il male, come fosse una malattia, si convive pur di vivere. Ed ecco perché molti fingono che tutto sia ok. La tristezza maggiore è vedere gente che muore a 25 anni ma aspetta di averne 70 per farsi seppellire.

Perché la decisione di pubblicare un libro? In quanto tempo è stato scritto e a chi o a che cosa ti sei ispirato?
È stato scritto in 3-4 mesi, poi qualche altro mese di editing e il 10 marzo esce nelle librerie. Più che ispirazione, dietro c'è un sentimento diffuso di impotenza e, spesso, anche di invidia demografica. Come se fossimo nati in questo periodo storico per colpa di una lotteria genetica che ha sbagliato tutto. La decisione di pubblicare un libro, soprattutto quando non sei uno scrittore professionista, non può che essere un puro sentimento di urgenza.

Ci sono altri lavori in corso? Qualche anticipazione?
Allargarmi la vita, anziché allungarmela.

A proposito del contenuto del romanzo… tu conduci trasmissioni radiofoniche. Quali sono gli argomenti che tratti?
Tutto ciò che riguarda il rumore.

Tu sei nato ad Altamura. Vivi qui? Cosa pensi della tua città?
Il libro è ambientato a Milano, dove ho vissuto per oltre 4 anni. Oggi sto tra Roma e Milano, ma nei prossimi mesi starò spesso anche ad Altamura. Che è la mia città e, quindi, ovviamente, mi piace. È un paese dove la gente è gente sul serio. Come in tutte le province italiane. Anche nel libro si parla di questo. Quello che penso di Altamura è lo stesso pensiero che ho per la periferia geopolitica italiana, sono cumuli di storia, di fascino e tradizioni che in questi ultimi anni subiscono e basta (a livello mediatico, politico e culturale). Una città come Altamura vive tutte le paure nazionali e, al suo interno, si divide e si sgretola per la gioia delle bandiere di partiti che ormai sono anacronistici. Allo stesso tempo mi piace pure pensare che ci sono posti come Altamura che, con la grinta tipica di chi vive la provincia, possono ridisegnare alcune parti importanti dell'Italia, come ogni teoria "glocal" insegna.

Presenterai il libro ad Altamura? Altre presentazioni in programma?
Faremo un minitour di presentazioni, con il team WCHT. Partiamo venerdì 18 marzo dal Tunnel di Milano, poi il 24 alla Fnac di Roma, poi ci saranno le presentazioni a L'Aquila, Brussels e altre. Quella ad Altamura è prevista per il 10 aprile.



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