Ciak film Puglia
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Cinema e Teatro

"Prima della rivoluzione", Cineforum

venerdì 8 novembre 2013
20.30
SEZIONE SEL, VIA MANFREDI 18
Sel presenta "Cineforum, prima della rivoluzione", a cura di Stefano Lorusso.

Proiezioni:
11 ottobre. "Che, l'argentino", S. Soderberg, Usa, 2008
25 ottobre. "Che, guerriglia", S. Soderberg, Usa, 2008
08 novembre. "Good night and good luck", G. Clooney, Usa 2005
22 novembre. "L'enfant, una storia d'amore", J.P. e L. Dardenne, Fra 2005
06 dicembre. "Persepolis", M. Satrapi, Fra 2007
20 dicembre. "L'uomo che verrà", G. Diritti, Ita 2009

Venerdì 8 Novembre 2013, "Good Night, and Good Luck" (USA 2005, 90 min.)
Regia: George Clooney, Soggetto e sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov
Cast: David Strathairn, George Clooney, Jeff Daniels, Grant Heslov
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Sinossi
Edward R. Murrow, è un famoso conduttore della CBS. Venuto a conoscenza di una lista di proscrizione redatta dal senatore Joseph McCarthy in cui vengono inseriti i nominativi di tutti coloro che sono sospettati di avere simpatie filo-comuniste, decide di divulgare la notizia e di dedicare parecchie puntate del suo show, "See it now", alla controversa figura del politico. Nonostante le intimidazioni e le minacce di morte, Edward riuscirà, anche grazie all'appoggio del suo produttore Fred Friendly, a liberare l'America dal fanatismo del maccartismo.

Critica
Teso, asciutto, tagliente, Good Night, and Good Luck è un film di una densità linguistica e di una concentrazione (est)etica letteralmente impressionanti. Il clima di sospetto e l'atmosfera di terrore imperanti negli Stati Uniti degli anni '50 - sfruttati dal senatore del Wisconsin McCarthy per la sua ossessiva crociata anticomunista - spiccano agli occhi dello spettatore con un'intensità e un'icasticità davvero dislocanti. Isolato nella sua dimensione agonistica, il braccio di ferro tra Edward R. Murrow e Joseph McCarthy acquista una pregnanza metaforica e una trasferibilità semantica pressoché assolute, non solo tollerando, ma addirittura incoraggiando una lettura ancorata alla contemporaneità. Lucidamente funzionali all'esemplarità del taglio semidocumentaristico risultano le scelte di sceneggiatura: il sorvegliato ricorso al materiale d'archivio (interviste, testimonianze e dichiarazioni) e l'esclusione della fase dell'inchiesta giornalistica vera e propria (il "farsi" dell'informazione) assicurano da una parte l'aggancio alla realtà storica, sollecitando dall'altra l'attualizzazione del discorso filmico.
Non ancora in possesso di una cifra stilistica forte, Clooney, intelligentemente, gioca di sponda col linguaggio visivo elaborato sul finire degli anni '50 dalla prima generazione di cineasti provenienti dalla televisione (Lumet, Ritt, Delbert Mann e soprattutto Frankenheimer), riscrivendolo però in chiave neoumanista. Se la proliferazione degli schermi televisivi e la (rap)presentazione (auto)caricaturale del senatore richiamano prepotentemente The Manchurian Candidate (ed è questo, secondo chi scrive, l'autentico remake del capolavoro profetico e sperimentale di John Frankenheimer), Clooney impiega la misura del primo e del primissimo piano non tanto per ridicolizzare le già grottesche farneticazioni di McCarthy, quanto per cogliere squarci di insopprimibile umanità sul volto gloriosamente impassibile di Ed Murrow (un David Strathairn monumentale) e dei suoi collaboratori. Il carrello circolare intorno a Don Hollenbeck (Ray Wise) sfiora il sublime. [A. Baratti, Gli spietati]
Uno di quei film ben fatti, eleganti e appassionatamente democratici che, parlando del passato, ci richiamano ai malesseri assopiti, alle inquietudini accantonate del presente. In quel meraviglioso, lucente bianco e nero che misteriosamente rende il cinema tanto più vivo e emozionante, in 90 minuti che si rincorrono veloci e ansiosi come in una geniale, nervosa, concitata trasmissione in diretta, in Good night and good luck, (la frase con cui Murrow chiudeva la sua trasmissione), Clooney intreccia documentari d'epoca e ricostruzione di quel che avvenne nella redazione televisiva, in quei mesi cruciali. [N. Aspesi, La Repubblica]
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