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I precari vuotano il sacco

Un'iniziativa del movimento "La nuova resistenza 25 aprile 2011". Diffondere le testimonianze

Il movimento pacifico "La nuova resistenza 25 aprile 2011", in una nota a firma di Domenico Cirasole, comunica l'iniziativa dal titolo "I precari vuotano il sacco". Si tratta di una raccolta di esperienze, voci, storie, studi, sogni e redditi di gente che vive sulla propria pelle la difficile condizione di precariato.

Tali testimonianze saranno inviate a tutte le forze politiche nazionali, al Presidente della Repubblica, al Presidente della Camera e del Senato, al Ministro del Lavoro, al presidente Berlusconi, al presidente in carica della Commissione Europea J. M. Barroso, al presidente del Consiglio Europeo H. Van Rompuy e al presidente del Parlamento Europeo J. Buzek. "Se tutto ciò non bastasse, - si legge nel comunicato - presenteremo una petizione al Parlamento europeo, ai sensi dell'articolo 227 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in merito all'applicazione in Italia della direttiva europea 1999/70/CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato che riafferma il principio secondo il quale i contratti a tempo indeterminato sono e continueranno ad essere la forma comune dei rapporti di lavoro fra i datori di lavoro e i lavoratori. In detta petizione presenteremo tutte le forme di raggiro della norma europea, e chiederemo maggiori sanzioni per gli enti ed imprese che sfruttano il lavoratore precario, quale la trasformazione di diritto del contratto di lavoro da determinato a indeterminato".

L'idea è quella di portare in pubblicazione i racconti sul blog del movimento nella giornata del 2 giugno, festa della Repubblica. Questo per marcare concetti cardini che spesso vengono messi a tacere dalle vorticose contingenze, " L'Italia quale repubblica democratica fondata sul lavoro, garantisce i diritti inviolabili degli uomini, i quali hanno tutti pari dignità sociale. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli, di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini e che impediscono il pieno sviluppo della persona".

"La nostra classe politica, - continua - che ha giurato fedeltà alla nostra Costituzione, ha il dovere primario di promuove il diritto al lavoro e tutte le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Al contrario detta classe legifera a vantaggio dell'impresa e della pubblica amministrazione, permettendo di sfruttare il lavoratore precario che è costretto assieme al disoccupato a sopportare gli effetti della crisi economica, la mancanza di continuità del rapporto di lavoro, la mancanza di certezza sul futuro, la mancanza di un reddito adeguato su cui poter contare per pianificare la propria vita presente e futura. Il fenomeno degenerativo dei contratti atipici cosiddetti flessibili […] fa emergere fattori discriminanti rispetto alla durata, alla copertura assicurativa, alla sicurezza sociale, ai diritti, all'assenza o meno dei meccanismi di anzianità, al quantum del compenso ed al trattamento previdenziale".
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