Banca Popolare della Puglia e Basilicata
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Territorio

Giù le mani dalla Banca Nostra

Disegno Futuro e Pensare Politicamente contro il progetto di fusione con la BPB

"La banca nostra non si tocca".

È un appello accorato quello sottoscritto da due associazioni cultuali, Disegno futuro e Pensare Politicamente, preoccupate per il futuro della Banca popolare di Puglia e Basilicata.
"Con questa lettera aperta vogliamo richiamare l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni sulla vicenda che sta vivendo l'azienda più antica e più importante del nostro territorio: la banca nostra. Tra le più importanti banche popolari italiane – scrivono i soci delle due associazioni- con circa 1300 dipendenti, in gran parte provenienti dall'area Altamura-Gravina e zone limitrofe e 140 sportelli, potrebbe, a breve, passare in mani straniere".
Un appello, quello delle due associazioni gravinesi che arriva a poche settimane dall'assemblea dei soci convocata per il rinnovo del consiglio di amministrazione della banca e a pochi giorni dalla nomina di Giuseppe Marrulli, già vice presidente di Pasquale Caso, alla guida dell'istituto. Tutto questo mentre si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile, quanto imminente, fusione con la Banca popolare di Bari.

"Le voci si rincorrono e non possiamo nascondere le nostre preoccupazioni per i rumors riguardo una probabile fusione con la Banca Popolare di Bari, che in una recente classifica di Milano Finanza risulta essere la terz'ultima tra i gruppi bancari italiani (precedendo due istituti che sono sull'orlo del fallimento) evidentemente a causa di problemi, debolezze e criticità che forse non converrebbe sposare" si legge nel documento.
Di qui la contrarietà alla possibile fusione tra i due istituti poiché "non si può fare a meno di notare che circa la metà dei 390 sportelli complessivi dei due istituti sono sovrapposti geograficamente, collocati negli stessi paesi e spesso nelle stesse vie. Quanti sportelli saranno chiusi a seguito della fusione? C'è chi dice 100 circa e principalmente tra quelli di BPPB".
"Ci inquietano- si legge ancora nel documento- le voci relative ad un piano esuberi, derivante dalla fusione dei due istituti, che viene accreditato in circa 800-1000 persone tra, direzioni generali e rete sportelli. Dovremmo chiederci quante famiglie rischiano di restare senza stipendio? Quanti soldi in meno, ogni anno andranno ai dipendenti ed alle aziende dei nostri territori?".

In attesa di risposte ufficiali, è bene ricordare che il progetto di fusione tra i due istituti, sino ad ora non ha mai trovato nessuna conferma ufficiale se non in qualche intervista rilasciata dai dirigenti delle due banche a qualche organo di informazione, dove il progetto è stato definito "una possibilità".
Tuttavia, scrivono ancora i firmatari del documento: "Non ci confortano le voci relative ai dialoghi in corso tra il cda di BPB guidato da Marco Jacobini, presidente di BPB da lungo tempo, e il cda di BPPB guidato da Giuseppe Marrulli, neo eletto. Indiscrezioni e commenti di strada raccontano di un Jacobini fortissimo che orgogliosamente e senza cedere di un millimetro difende la propria governance, i propri uomini, il proprio marchio, i propri soci, la propria banca e di un Marrulli, forse a causa della scarsa esperienza nel ruolo che ricopre, molto conciliante e disponibile ad ogni accordo e compromesso che riesca ad agevolare l'unione tra i due istituti".

Di qui l'invito "data l'importanza dell'istituto nella nostra storia nonché per l'economia attuale e futura del nostro territorio, riteniamo necessario ed indispensabile, sollecitare il pubblico dibattito sulle recenti vicende che stanno interessando l'azienda. Riteniamo che tutti insieme, cittadini, associazioni, istituzioni abbiano il dovere di conoscere e riflettere sull'attuale situazione della BPPB per offrire supporto e contributi utili a garantire l'autonomia della Banca Popolare di Puglia e Basilicata".

Un dibattito che il direttivo di Disegno Futuro, guidato da Mimmo Romita sta già organizzando, raccogliendo il consenso e il sostegno anche di altre associazioni del territorio, nella speranza di vedere intorno ad un tavolo non solo associazioni o singoli cittadini ma anche le istituzioni locali e soprattutto la direzione della BPPB.

"Chiediamo alla Governance di BPPB ed al territorio tutto un doveroso impegno e uno scatto di orgoglio poiché siamo convinti che si debba continuare ad avere la banca nostra per altri 130 anni".
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