Ciak film Puglia
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Cinema e Teatro

"Prima della rivoluzione", Cineforum

venerdì 13 dicembre 2013
20.30
SEZIONE SEL, VIA MANFREDI 18
Sel presenta "Cineforum, prima della rivoluzione", a cura di Stefano Lorusso.

Proiezioni:
11 ottobre. "Che, l'argentino", S. Soderberg, Usa, 2008
25 ottobre. "Che, guerriglia", S. Soderberg, Usa, 2008
08 novembre. "Good night and good luck", G. Clooney, Usa 2005
22 novembre. "L'enfant, una storia d'amore", J.P. e L. Dardenne, Fra 2005
13 dicembre. "Persepolis", M. Satrapi, Fra 2007
20 dicembre. "L'uomo che verrà", G. Diritti, Ita 2009

CINEFORUM SEL Venerdì 13 Dicembre 2013
"Persepolis" (Francia 2007, animazione, 95 min.)
Regia: Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud
Soggetto: Graphic novel di Marjane Satrapi

Sinossi
Attraverso gli occhi di una bambina di nove anni, la precoce ed estroversa Marjane, il film ci fa vedere come le speranze di un popolo, quello iraniano, vengano distrutte quando i fondamentalisti prendono il potere, imponendo il velo alle donne e imprigionando migliaia di oppositori. Intelligente e impavida, la piccola Marjane aggira il controllo sociale dei "tutori dell'ordine" scoprendo il punk, gli ABBA e gli Iron Maiden. Ma dopo l'insensata esecuzione di suo zio, e sotto i bombardamenti della guerra Iraq/Iran, la paura diventa una realtà quotidiana con cui fare i conti.

Critica
Marjane Satrapi, insieme al fumettista underground Vincent Paronnaud, traspone in un lungo animato il suo libro a fumetti (2000), rispettandone il tratto essenziale, in bianco e nero (il colore della Libertà è riservato al presente), stilizzato fino all'espressionismo, potendo, con il nuovo mezzo, dare più libero sfogo alla fantasia (prezioso il flashback sulla storia dello scià che, secondo tradizione, imita le movenze dei burattini di cartone; surreale il brano sulla sua depressione risvegliata da "Eye of the tiger" di Rocky III). L'animazione (come la stessa Satrapi ammette) è solo un mezzo, la carta vincente dell'autrice resta il suo spirito libero, ironico, commosso, ribelle, temprato (è un romanzo di formazione) da una pillola di saggezza che le trasmette l'adorabile nonna: "Mantieni la tua coerenza e la tua integrità, non provare rancore per chi ti fa male, pensa che é solo uno stupido". Nonostante le brutture (il fondamentalismo islamico, la purga degli oppositori, la morìa di adolescenti mandati in guerra, il proibizionismo esasperato che fa morire la voglia di party, ma anche il dolore dell'amore perduto) il racconto della Satrapi, in sé drammatico e commovente, è come alleggerito dal preservato punto di vista da bambina, sorta di "Mafalda" curiosa ed esplosiva (buffa quando si crede un profeta e parla con Dio) che filtra tutto in gioco, con rabbia senza odio, con innocente/ingenua speranza nel progressismo umanitario di figure familiari coraggiose ed amabili o in canzoni occidentali (passando dalla spensieratezza dei Bee Gees all'incazzatura degli Iron Maiden) come ultima oasi di libertà spacciata (buffo) da loschi figuri nel parco. La semplicità porta lo Storico Pubblico nella cultura del privato, l'ironia alleggerisce ma non nasconde la realtà del dramma, alla stregua delle citazioni di film famosi che, con la china bidimensionale, rendono riconoscibile l'opera pur trasfigurandola. [N.Rangoni Machiavelli, Gli Spietati]

Nel presente (a colori) di un aeroporto di Parigi, Marjane ripercorre il proprio passato recente (in bianco e nero) per narrare in voce fuori campo il trapassato storico (in simil-silhouette) della lotta allo Scià. Persepolis è un film d'animazione che nel linearismo forzato e nell'antinaturalezza di un disegno in b/n dai tratti infantili non poteva essere più documentativo e suggestivo. È davvero sconvolgente percepire all'unisono con la protagonista la pesantezza di certi sguardi maschili e vedere quanto diventino espressive quelle semplicissime palline nere che faticano a trattenere le lacrime o che si abbassano improvvise per non incrociare occhiate pericolose. Il disegno, questo tratto che la regista definisce «realismo stilizzato», è davvero il linguaggio più efficace per visualizzare e astrarre la paura di una guerra che non si può capire, i fantasmi di una città distrutta, e rendere universale una storia così personale. Un'animazione che fa dichiarato riferimento al cinema dal vero ispirandosi in particolare al Neorealismo italiano e all'Espressionismo tedesco, non a caso due scuole di cinema postbellico. Ma Persepolis non è solo un film che mostra le contraddizioni della propria terra. È anche e soprattutto un'importante riflessione sulla condizione femminile. Un'opera che rivendica sottovoce come il destino di una donna non sia quello di essere moglie, madre o "sorella", ma di essere libera. [V. Torlaschi, I Duellanti]
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