Le province restano, ma Schittulli: “Era meglio abolirle tutte”

Sfuma il progetto dell’area metropolitana di Bari. L'oncologo esclude sue ulteriori candidature

giovedì 27 dicembre 2012 16.39
Altro che fine del mondo: questo 2012 non si porterà via nemmeno le province.

La mancata abolizione degli enti locali intermedi, provvedimento tanto sbandierato dalla politica come primo passo in direzione della sobrietà nei costi della casta, quanto puntualmente disatteso, prima per i veti trasversali in parlamento al decreto in questione, e poi per la prematura caduta del governo Monti, sembra paradossalmente lasciare deluso proprio colui che della Provincia è il massimo esponente: il presidente Francesco Schittulli.

"Siamo privi delle risorse necessarie – spiega l'oncologo di origini gravinesi - è del tutto inutile continuare a tenere in vita un ente sprovvisto di fondi adeguati. A questo punto, sarebbe stato meglio sopprimere direttamente tutte le province". E così, mentre vanno in soffitta tutte le appassionate discussioni sull'assetto da dare al territorio, tra città metropolitane dai non meglio precisati contorni istituzionali e dalle ancor meno chiare competenze, sogni di secessione filo lucana e rivendicazioni identitarie murgiane, le 86 province italiane restano, insieme alle polemiche sul loro effettivo ruolo e sugli sprechi della macchina amministrativa italiana.

Schittulli però non rinuncia a rivendicare il merito di aver lasciato i conti in ordine: "La situazione debitoria della Provincia nei confronti delle aziende fornitrici è stata saldata fino al 2011. Confidiamo di chiudere presto anche quella del 2012". Infine, una secca smentita sulle sue future ambizioni politiche, che secondo alcune insistenti voci di corridoio punterebbero alla poltrona di sindaco del capoluogo: "Escludo assolutamente qualsiasi altra mia candidatura. Dopo questa esperienza, tornerò a fare il medico".