Venti speleologi alla scoperta della grotta di Faraualla

La grotta più profonda dell’Italia centro-meridionale. L'inghiottitoio delle acque della Murgia. L'inghiottitoio delle acque della Murgia

mercoledì 23 marzo 2011 17.42
A cura di Emanuela Grassi
Scoperta nel 1938 dal professor Santoro di Altamura che non ebbe però la possibilità di esplorarla data la profondità del pozzo e la scarsità di materiale, la grotta di "Faraualla" fu esplorata seriamente nel 1956 dalla Commissione Grotte «E. Boegan» di Trieste, chiamata ad intervenire dal prof. Gatti del Cars (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche), che poté contare su una migliore logistica, riuscendo ad arrivare al fondo. Solo nel 1974 quattro speleologi del Gruppo Puglia Grotte, con l'avvento delle nuove attrezzature e dell'uso delle corde, raggiunsero il fondo a vent'anni dalla prima esplorazione. Nel 1980 il Gruppo Speleologico Dauno individuò una risalita al fondo fino ad allora conosciuto e, con l'aiuto dei gruppi speleologici Tarantino, Martinese e di Grottaglie, riuscì a prolungare lo sviluppo della grotta, giungendo all'attuale fondo. Nel 1995 il CARS di Altamura scoprì e rilevò nuovi rami nella grave.
Da questi dati si evince che, conosciuta almeno dagli anni '30, "Faraualla" è stata esplorata seriamente tra gli anni '50 ed i '60. L'ultima esplorazione risale a pochi giorni fa ad opera di venti speleologi pugliesi. In particolare, la spedizione si è tenuta dal 18 al 20 marzo 2011 ed è stata coordinata dalla Federazione Speleologica Pugliese. Membri di vari gruppi quali il gruppo speleo Statte, il gruppo leccese 'Ndronico, quello ruvese e martinese insieme al gruppo speleo Vespertilio di Bari, oltre anche al gruppo Cars (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche) ed al Gruppo Spleleologico Marchigiano, gli speleologi strisciando in cunicoli alti anche poche decine di centimetri, sono giunti in una nuova "sala" rocciosa dove hanno trovato una falda di acqua dolce.

La grotta si trova tra Gravina e Altamura ed è tra le più profonde dell'Italia centro-meridionale.
Si presenta come un gigantesco ombelico nelle Murge e si sviluppa come il vuoto più profondo.
Può essere considerata l'inghiottitoio delle acque della Murgia con profondità di 250 metri, un imbuto, la cui punta si piega e dirige in una direzione.

Stando alle ultime ricerche, la grotta potrebbe ogni giorno riservare nuove scoperte, di altissimo interesse scientifico.


Foto concesse gentilmente dal Presidente della federazione Speleologica Pugliese, Vincenzo Martimucci
Archivio Fotografico FSP - autori vari
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