Rifiuti: i cittadini differenziano ma la Tari aumenta

L'Anci fa appello alla Regione per ridurre i costi dei servizi 

giovedì 7 febbraio 2019
I cittadini fanno la raccolta differenziata. Le percentuali aumentano e così si riducono drasticamente le quantità di immondizia che finiscono nelle discariche. Eppure i costi del servizio aumentano e la conseguenza è un incremento della Tari che ricade sulle tasche dei contribuenti.

E' un paradosso. Con l'inizio del servizio di raccolta differenziata "porta-a-porta", come nel caso dell'Aro Bari 4 di cui fanno parte anche Altamura e Gravina, il territorio murgiano è diventato virtuoso nei comportamenti. L'Aro ha ottenuto pure una menzione speciale di Legambiente come "riciclone". Ma la Tari è aumentata.

Un problema che riguarda anche altri territori della Puglia tanto che è intervenuta l'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni, con un appello alla Regione affinché faccia in modo di far ridurre i costi anziché farli ulteriormente crescere.

"Abbiamo raggiunto percentuali di raccolta differenziata che fino a qualche anno fa sembravano chimere e miraggi, uguagliando e spesso superando i comuni più virtuosi del Nord Italia, che adesso guardano alla Puglia con interesse e curiosità. L'impegno di Comuni e cittadini - scrive l'Anci - rischia di essere vanificato dal sistema di impiantistica di recupero, talmente farraginoso, da compromettere anche l'accesso ai contributi del Conai".

L'Anci insiste: "Abbiamo dovuto spiegare ai cittadini che è vero che la Tari aumenta, inevitabilmente, almeno all'avvio del nuovo servizio porta a porta, ma che, a fronte di ciò, otteniamo città più pulite, senza cassonetti, più decorose, più vivibili. Ma, ancora una volta, arriva il momento di predisporre i Piani economico-finanziari della Tari ed arrivano, puntuali, le cattive notizie".

Quali sono queste brutte notizie? Eccole nell'elenco dell'Anci: "Aumenta il costo dei conferimenti in discarica (tutte gestite da privati); aumenta, a cascata, il costo di conferimento dell'organico (anche per l'impianto che in teoria sarebbe pubblico, ma che annuncia ulteriore chiusura di sei mesi con conseguente rincaro dei costi relativi); aumenta l'ecotassa. E in queste condizioni, tenere ferma la Tari diventa un'impresa impossibile". I sindaci pugliesi ritengono tale situazione "insostenibile per Comuni e cittadini". E chiedono alla Regione deve fare la sua parte per rendere pubblici gli impianti e chiudere in modo virtuoso il ciclo impiantistico.