Esposto alla Corte dei Conti dopo l'acquisizione di Cava Pontrelli

L'opposizione: "Vogliamo tutelare le casse comunali"

giovedì 21 luglio 2016 17.56
"Verificare se ci sia un danno erariale con espressa istanza punitiva nei confronti di tutti coloro che risultano responsabili".

E' questa la richiesta sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione e inviata, come annunciato mesi fa, alla Corte dei conti per verificare se nell'affaire Cava Pontrelli le casse comunali non siano state esageratamente prosciugate.
Tutti i dettagli dell'esposto sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato tutti gli esponenti dell'opposizione a partire dal segretario cittadino del partito democratico Francesco Gramegna che in apertura ha ribadito: "Non siamo contro la valorizzazione della cava ma i costi supportati dal Comune ci sembrano eccessivi".

Diversi i dettagli dell'accordo sottoscritto tra Comune e proprietà che hanno suscitato più di un dubbio tra i banchi dell'opposizione a partire da una "stima eccessiva del valore dei terreni che pagheremo ben quindici volte il prezzo di mercato: sanno tutti che per un ettaro di pascolo le contrattazioni di questa zona oscillano tra i 2.000 e i 5.000 euro, a fronte dei quasi 45.000 euro per ettaro che Forte e la sua maggioranza stanno ora sborsando" ribadisce il consigliere Pietro Masi dei Cinque stelle.

Secondo Lello Rella, l'accordo presenterebbe una serie di punti sospetti e di incongruenze oltre a non spiegare l'origine della stima fatta sul valore dei beni espropriati "tra cui risulta anche un manufatto abusivo" e "una stima fasulla sul mancato guadagno patito dalla proprietà per il mancato utilizzo di un bene culturale. Bene che già dal 2000 apparteneva allo Stato e quindi non si capisce quale utilizzo avrebbe potuto fare la proprietà".

"La verità è che siamo dinanzi d una vera e propria compravendita non un esproprio a norma di legge", ribadiscono a più voci i consiglieri presenti.

Altro particolare non trascurabile è la mancanza di progetti di valorizzazione e tutela delle orme. a sollevare il punto ci pensa la consigliera di Abc, Rosa Melodia secondo cui "ancora oggi non si capisce come il Comune intenda valorizzare quel bene e come si intenderà spendere i fondi ministeriali. L'impressione è che si stiano spendendo energie per concludere un affare fra intimi".

Dello stesso avviso anche i giovani democratici convinti che la gestione di cava pontrelli più che un progetto amministrativo sia l'ennesimo annuncio da campagna elettorale.

Ci va giù pesante, invece, il consigliere Antonello Stigliano criticando le procedure amministrative sia nel merito che nel metodo.
"Avevamo proposto di avere idee chiare su cosa fare e come fare prima di procedere all'esproprio. Come garantire di non vanificare il lungo processo di valorizzazione partendo dalla messa in sicurezza delle orme per poi arrivare ai progetti più grandi di valorizzazione e gestione del bene. Nulla di tutto questo è stato fatto e il provvedimento di esproprio pare a dir poco pasticciato".
In coda una provocazione rivolta al primo cittadino: "Se Giacinto Forte è convinto che l'intero procedimento utilizzato per l'esproprio dei terreni adiacenti a cava POntrelli sia corretto e a norma di legge allora sottoscriva con noi l'esposto alla Corte dei conti" conclude Stigliano.

E' invece un accorato appello a salvare la cava quello mosso da Onofrio Pepe uno dei primi altamurani che si è battuto per la salvaguardia di quel patrimonio tanto prezioso quanto fragile.

"Le orme si stanno disperdendo e a quanto pare c'è gente che accede liberamente alla cava senza alcuna autorizzazione. Si vocifera che siano degli studiosi dell'Università - continua pepe - ma mi chiedo quanto dureranno quelle orme se vengono lasciate alla mercè di chiunque?"

Domande, dubbi a cui la magistratura contabile sul piano finanziario molto probabilmente cercherà di dare risposte. sul piano politico invece toccherà ad altri spiegare alla città cosa si intende fare di Cava Pontrelli e die terreni adiacenti.