Una "squadra in rosa" a servizio delle vittime di stalking

L'idea nasce dal progetto "Non voglio più subire". Molte volte gli abusi vengono denunciati solo "per caso"

venerdì 25 giugno 2010 17.14
Sempre più numerosi risultano essere i casi di stalking, vessazione, violenza fisica e morale. Solo lo scorso 11 maggio è finito in carcere un 26enne di Altamura accusato di "atti persecutori" nei confronti della sua ex compagna (clicca qui per l'articolo).

In base alla lettura dei dati relativi al sesso ed alle fasce d'età, gli operatori degli enti preposti alla salvaguardia delle vittime hanno stimato come soprattutto le giovani donne abbiano una maggiore probabilità di divenire "prede" di aguzzini. Si è notato, inoltre, come, dal giorno in cui è entrata in vigore la normativa sullo stalking (decreto legge 23 febbraio 2009 n. 11), la polizia giudiziaria arrivi solo casualmente a conoscenza di casi di persecuzione. Sorge dunque la necessità di essere vicini alle vittime, di sostenerle non solo nel momento iniziale della denuncia, ma anche nelle fasi successive, che includono, a volte, anche un lungo iter giudiziario.

Per questo lo scorso 22 giugno, presso la Sala Conferenze del Centro polifunzionale della Polizia di Stato nel quartiere S. Paolo a Bari, è stata illustrata l'idea di realizzare un progetto finalizzato a portare alla luce il reale "numero oscuro" dei casi di persecuzione. Il progetto, denominato "Non voglio più subire", è nato dalla constatazione che due persone su tre decise a denunciare hanno, alle spalle, un passato connotato da angoscia e vessazioni.

Davanti ad un uditorio composto da poliziotti, operatori nel settore dell'assistenza sociale provenienti da tutti i Comuni della provincia, oltre che da rappresentanti dei centri antiviolenza, di associazioni ed enti impegnati nel settore della prevenzione del fenomeno e del sostegno delle vittime di stalking e violenze sessuali, si è resa necessaria la creazione di una "squadra in rosa". A capo di tale team vi è una donna, la dott.ssa Francesca Falco, coadiuvata dalla sovrintendente Sara Manghisi e da alcune assistenti. Si è studiato, infatti, come la maggior parte delle vittime di stalking preferisca porsi in relazione con individui dello stesso sesso. La squadra tutta al femminile ha la propria base operativa nell'Ufficio Denunce della Questura di Bari.