Sotto Sotto, si classificano terzi ad un concorso di architettura a Pisticci

Intervista ai due giovani altamurani vincitori. "Il nostro primo progetto riguardava Altamura"

martedì 12 ottobre 2010 10.24
A cura di Anna Maria Colonna
Due giovani altamurani partecipano al concorso di architettura "Walkup", promosso dall'AVIS "Mariano Pugliese" di Pisticci (Mt) ed organizzato dagli architetti Domenico Martino, Angela Ippolito e dall'aspirante architetto Anna Frigerio (leggi qui l'articolo). Il gruppo diretto da Sante Simone, di Altamura, e composto da Pietro Cagnazzi, anche lui altamurano, e da Vincenzo Buongiorno, di Rotondella, si aggiuda il terzo posto. Sante è nato il 27 settembre del 1980, Pietro il 7 ottobre del 1981. Con loro anche Vincenzo, poco più che 23enne. Li abbiamo intervistati. La nuova puntata della rubrica Sotto Sotto è dedicata alla loro testimonianza.

Come mai avete deciso di formarvi in regioni diverse da quella in cui siete nati?
Per incontrare Roma e, soprattutto, per poter attingere ad un'offerta culturale che fino a qualche anno fa in Puglia era assente e che solo ora inizia a prendere forma. Il risvolto, che allora non avevamo considerato, è la crescente voglia di tornare a misurarsi con il proprio territorio, con i benefici e le difficoltà ad esso connesse, forse riuscendone meglio ad apprezzare le qualità proprio grazie ad esperienze diverse.

Raccontatemi un po' del vostro percorso formativo…
Pietro Cagnazzi:
dopo la laurea in Architettura degli Interni a La Sapienza di Roma, ho frequentato un Master in Architettura Digitale, approfondendo l'interesse verso la progettazione e accrescendo la curiosità verso la comunicazione dell'architettura e l'uso delle nuove tecnologie nel progetto in senso ampio, design, grafica e multimedia. A queste esperienze accademiche ho sempre cercato di affiancare attività sul campo, collaborando sin da studente con studi professionali e personalità con interessi affini.

Sante Simone: mi sono laureato presso la Facoltà di Architettura "Valle Giulia" de La Sapienza di Roma. Interessato al progetto e ai processi di costruzione della forma, dal 2007 lavoro ad una ricerca sui paesi del Sud-Est Europa, in particolare sulle politiche abitative dal 1980 ad oggi con una proposta progettuale per Novi Beograd, grazie ad una borsa di dottorato del Dipartimento ARCOS di Roma della Facoltà di Architettura "Valle Giulia".

Attualmente di che cosa vi occupate? Dove? Tornereste ad Altamura?
Al momento ci occupiamo principalmente di Architettura, attraverso collaborazioni a vario titolo con professionisti romani e progetti di edilizia residenziale che stiamo portando avanti con privati altamurani. A questa attività saltuariamente si affiancano progetti di grafica e comunicazione per privati, enti e istituti di formazione (La Sapienza). Come accennato prima, è comunque viva la speranza di riuscire a fare esperienza del progetto di architettura. Crediamo con Gramsci che "all'architetto basta il progetto" .

Come mai avete formato questa triade per partecipare al concorso di Pisticci?
Tutto è avvenuto quasi per caso. Noi due (ndr, Sante Simone e Pietro Cagnazzi) abbiamo già lavorato insieme in varie occasioni. Il terzo componente del gruppo, Vincenzo Buongiorno, è stata una figura importante in questo ultimo progetto per la conoscenza dell'area dei calanchi (lui è di Rotondella) e per la sua preziosa sensibilità al progetto. In generale cerchiamo sempre di attivare delle collaborazioni, anche con gente molto diversa da noi, convinti che nel dibattito risieda la possibilità di crescita.

Come siete venuti a conoscenza di questo concorso?
Attraverso siti web del settore.

Mi spiegate brevemente il progetto presentato? Il progetto verrà concretizzato?
Il bando di concorso richiedeva un progetto di riqualificazione di via Donizzetti, ricca delle tracce che la frana del 1976 ha lasciato sul corpo della città di Pisticci. Obiettivo del progetto è quello di re-innescare, recuperare e salvaguardare, ai margini dell'abitato, il senso di urbanità di cui la città si fa portatrice. Un senso di urbanità che mette in guardia contro le tentazioni del facile consenso, della fantasmagoria e dell'immagine patinata, guardando piuttosto a equilibri delicati fatti di implicita e reciproca fiducia fra artefici e committenti. Forte di archetipiche costanti, si fa foriero di vera innovazione e sperimentazione. Leitmotiv del progetto è la fedeltà ad un luogo fino quasi all'abnegazione di sé.

Oltre a questo, avete partecipato anche ad altri concorsi a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale? Classificandovi come?
Abbiamo partecipato da studenti al nostro primo concorso con un progetto per Altamura. Si trattava di un progetto di riqualificazione urbana dello spazio interstiziale delle case INA in via Carpentino. In quel caso non c'è stata una vera e propria graduatoria, ma speriamo che la nostra proposta possa rappresentare per il Comune la base per un progetto più esteso per quel pezzo di città. Sarebbe interessante creare più eventi di questo tipo, magari più pubblicizzati e aperti a contributi esterni. Aldilà della loro realizzazione, questo attiverebbe un dibattito e certamente porterebbe a delle riflessioni sulla nostra città e sui processi di costruzione e trasformazione possibile. Lo scorso anno abbiamo partecipato, con l'architetto altamurano Nunziastella Dileo e con Alessandro Zappaterreni di Latina, ad EURPAN 10, un importante concorso internazionale, con un progetto residenziale per Vienna, ricevendo una menzione d'onore. Diciamo che i concorsi di progettazione sono mezzo per sperimentare un proprio linguaggio architettonico e strumento per sviluppare delle riflessioni che cerchino, attraverso il progetto, di indagare sulle relazioni tra identità locale e dibattito internazionale.

Che cosa, a vostro parere, potrebbe essere valorizzato ad Altamura? Come?
La valorizzazione delle più importanti città avviene attraverso l'attenzione nei confronti di tutto ciò che riguarda il "pubblico", nel senso di comunità e di appartenenza ad un luogo. Ovviamente questa attenzione è facilmente misurabile nello spazio pubblico. C'è bisogno di pensarci un po', prima di rendersi conto che gli spazi di aggregazione ad Altamura sono situazioni isolate, spesso posti nati per altri obiettivi e che comunque risultano troppo pochi se si pensa alle dinamiche di sviluppo urbano degli ultimi anni. Il centro storico (ricco di possibilità anche per il turismo) e le periferie, anche se agli antipodi, presentano le stesse carenze. Sarebbe bello e interessante riuscire a creare un bando come quello di Pisticci, chiamando i progettisti altamurani e figure esterne, con uno sguardo meno coinvolto, a confrontarsi con una città piena di contraddizioni ma contraddistinta da una continua crescita economica e, speriamo, culturale.

Progetti futuri?

Continuare a progettare.

Di seguito, i progetti presentati per la riqualificazione urbana dello spazio interstiziale delle case INA in via Carpentino (Altamura), per il concorso di Pisticci e per EURPAN 10.


In allegato, planimetria e sezioni del progetto per Pisticci.
Progetto per Altamura case Ina in via Carpentino
Progetto Eurpan 10
Progetto per Pisticci
Progetto Pisticci
Progetto Pisticci
Progetto per Pisticci
Progetto Pisticci