Oggi l’ultimo saluto a Domi.

Altamura si ferma per i funerali del giovane ferito nell’attentato di Largo Nitti. Stop all’informazione Life

giovedì 6 agosto 2015
E' il giorno delle lacrime. Per l'ultimo saluto a Domenico Martimucci, il giovane rimasto gravemente ferito nell'attentato di Largo Nitti e deceduto dopo cinque mesi di agonia, Altamura si ferma.

Il sindaco Giacinto Forte per la giornata di oggi ha proclamato il lutto cittadino: "Cari concittadini, dobbiamo essere tutti vicini alla famiglia di Domi, ognuno come può. Basta anche un piccolo gesto, è importante".
Dalla municipale fanno sapere che in concomitanza con le esequie, che saranno celebrate nel pomeriggio a partire dalle 16,30 presso lo stadio Tonino D'Angelo, saranno esposte bandiere a mezz'asta mentre per un minuto si fermeranno tutte le attività a palazzo di città. Ai commercianti invece si chiede di chiudere le proprie attività durante i funerali.

Numerosi i messaggi di cordoglio che dallo scorso 1 agosto, giorno in cui il cuore di Zidane ha smesso di battere, stanno giungendo all'indirizzo della famiglia Martimucci, intorno alla quale si è stretta l'intera comunità di Altamura ma anche delle città limitrofe. Per le esequie sono attese importanti personalità istituzionali, tra cui il presidente della Regione, Michele Emiliano, ma anche rappresentanti dalle città limitrofe oltre a numerosi tifosi delle squadre in cui Martimucci ha militato. Una partecipazione che dimostra vicinanza alla famiglia ma anche voglia di reagire e di dire basta al ricatto, alla paura, alla rassegnazione.

Nel giorno in cui la rabbia cederà il passo al dolore anche i portali Life, Altamuralife, Gravinalife, Materalife si fermano in segno di lutto e di rispetto per una giovane vita strappata agli affetti.
La tragedia che ha colpito Domenico e altri sette amici, tuttavia, evidenzia la debolezza di una comunità contro le organizzazioni criminali sempre più attive sul territorio. Organizzazioni che sempre con maggiore frequenza colpiscono fuori dal proprio ambiente, pugnalando a morte la parte sana della comunità.

La speranza è che dal dolore possa partire un nuovo percorso di educazione civile e soprattutto di emarginazione della criminalità che veda protagonisti tutti: istituzioni, forze dell'ordine e cittadini.