Monitoraggio di mammiferi predatori nel Parco

La difficile convivenza tra predatori e allevatori. Un naturale equilibrio umano

giovedì 15 luglio 2010 17.44
A cura di Antonietta Tricarico
Tutto sarebbe molto più facile se gli animali sapessero leggere i cartelli, capirebbero dove finisce il confine entro cui sono al sicuro, possono cacciare, nutrirsi, scorazzare liberamente, senza ledere gli interessi umani, ma questo è solo un assurdo. D'altra parte, tutti sappiamo che il millenario espediente dei cartelli, per indicare un limite superato il quale si andrebbe a ledere l'interesse altrui, non sempre riscuote successo anche tra gli umani, che, almeno in teoria, sono in grado di leggere non solo i cartelli, ma anche le leggi che tutelano gli animali e l'ambiente per esempio.

Il territorio della Murgia è stato interessato negli ultimi anni da trasformazioni profonde, veloci ed estese (come lo spietramento), che hanno mutato la struttura della comunità animale. Un territorio ormai compromesso dall'opera umana necessita dell'intervento umano per trovare un equilibrio. Ma fino a che punto l'uomo è capace di ristabilire un equilibrio naturale? Non sarà sempre un equilibrio umano? Bisogna comunque tentare. Entro il mese di luglio l'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia darà avvio al progetto "Monitoraggio dei mammiferi predatori nel Parco".

Condotto dal personale del Servizio Tecnico dell'Ente stesso con agenti del CTA del Corpo Forestale dello Stato, il progetto ha come obiettivo la valutazione della presenza delle specie tramite il rilevamento di segni indiretti ed il rilevamento di nuclei riproduttivi. Sarà effettuata anche un'accurata analisi degli eventi di predazione a carico del bestiame domestico con l'esame delle criticità e delle vulnerabilità correlate. Tali informazioni confluiranno in una banca dati. In base ai risultati preliminari verrà valutata l'opportunità di proseguire nei monitoraggi che comprenderanno: censimenti periodici, verifiche sull'alimentazione con esami di laboratorio sulla dieta degli esemplari, rilevamenti di segnali acustici.

Tutto ciò consentirà di delineare la catena alimentare del Parco, in modo da poter attuare interventi volti a mantenere l'equilibrio ecologico e la convivenza tra predatori ed allevatori, disponendo forme di indennizzo per chi subisce aggressioni al patrimonio zootecnico ed evitando sovrappopolazioni di alcune specie, come ad esempio il cinghiale, che provocano danni ingenti alle colture. L'Ente inoltre è impegnato sul tema del randagismo canino per attuare soluzioni di controllo in stretta collaborazione con i Comuni e le ASL territoriali.