"Inopportuna ed imbarazzante intitolazione di una via ad Araldo di Crollalanza"

Azione e Tradizione e La Destra esprimono "perplessità e stupore". La questione è oggetto di un'interpellanza del consigliere Enzo Colonna

giovedì 20 gennaio 2011 12.22
Tra i punti all'Ordine del Giorno previsti per il Consiglio comunale del 13 e 14 gennaio c'era l'interpellanza n. 32 del 31 maggio 2010 del consigliere Enzo Colonna il cui oggetto è "Inopportuna ed imbarazzante intitolazione di una via cittadina ad Araldo di Crollalanza, esponente fascista e sostenitore delle leggi razziali. Richiesta di cambiamento della toponomastica". Lo hanno appreso con «perplessità e stupore» la sezione di Modugno del Movimento Politico Cattolico Azione e Tradizione e la sezione altamurana de La Destra. Reazioni che, spiegano in un comunicato congiunto, «scaturiscono dalla constatazione che l'intitolazione della via al senatore Araldo di Crollalanza risale addirittura al 22 febbraio 2000. Inoltre il consigliere Colonna richiede il cambio della toponomastica per l'organicità di Araldo di Crollalanza al fascismo e per la sua estraneità alla vita politica locale altamurana».

«É appena il caso di ricordare al consigliere Colonna - si legge - che Araldo di Crollalanza fu un esempio di onestà e moralità ricoprendo l'incarico di Podestà di Bari dal 1926 e che in quegli anni sorsero la Fiera del Levante, il lungomare, il porto, l'Università e vennero messe a punto numerosi interventi per prevenire alluvioni ed allagamenti nella città. Il tanto contestato Araldo di Crollalanza fu nominato Ministro dei Lavori Pubblici, ricoprendo con senso dello Stato tale incarico dal 1930 al 1935. Il consigliere Colonna, sempre attento e puntuale, dovrebbe essere a conoscenza che in occasione del devastante terremoto del Vulture (23 luglio del 1930) che colpì la Puglia, la Basilicata e la Campania, il Ministro di Crollalanza seguì personalmente i lavori, non allontanandosi mai dalla zona colpita dal sisma ed alloggiando nella carrozza di un treno. In soli tre mesi furono ricostruite ben 3.746 case e riparate 5.190 abitazioni. In più, il tanto vituperato ministro Araldo di Crollalanza restituì allo Stato 500.000 lire dell'epoca perché avanzate rispetto alla somma stanziata. La sua estrema correttezza é confermata dal fatto che al termine della seconda Guerra mondiale, l'ex Ministro, per sopravvivere, si adattò a vendere libri col sistema del porta a porta».

«Di lui - continua il comunicato - hanno parlato egregiamente anche gli avversari politici. Quando morì, 25 anni fa, giunsero unanimi attestazioni di stima dal mondo politico e giornalistico. L'ex sindaco socialista De Lucia tenne in Consiglio comunale a Bari un commosso ricordo del senatore del MSI-DN amato da Bari. Migliaia e migliaia di baresi presenziarono quel gennaio di 25 anni fa ai funerali di Araldo di Crollalanza, tra cui anche il Prefetto del capoluogo pugliese, Basso. La città di Bari non volle far mancare il suo ultimo saluto al senatore del MSI, che aveva votato ininterrottamente dal 1953 al 1986. In occasione dell'inaugurazione del monumento a lui dedicato sul lungomare di Bari nel gennaio del 2001, era presente anche il presidente dell'Associazione Israele-Italia, Alexander Wiesel».

«Enzo Colonna - così si conclude nella nota - questa volta ha preso un abbaglio attaccando ingiustificatamente proprio un esempio di onestà e di specchiata moralità come Araldo di Crollalanza. Non merita, poi, alcuna risposta la motivazione secondo la quale il Ministro di Crollalanza non meriterebbe l'intitolazione di una via ad Altamura perché estraneo alla vita politica cittadina. Se questo fosse l'unico metro di misura, allora il consigliere Colonna dovrebbe richiedere il cambio della toponomastica per una ventina di vie e piazze intitolate a uomini ed avvenimenti non altamurani. Oppure, farebbe meglio a richiedere una rivisitazione complessiva della toponomastica cittadina per quelle strade intitolate a presunti "eroi" del Risorgimento come Garibaldi, Cialdini, Mazzini, Cavour e Bixio alla cui onestà, moralità e senso dello Stato, ormai, non crede più nessuno».