L'antica Tipografia Portoghese è nella "top 20" dei luoghi del cuore

All'iniziativa del FAI si classifica al terzo posto in Puglia, al 17° in Italia

giovedì 7 febbraio 2019
L'Antica Tipografia "Portoghese" è uno dei "Luoghi del cuore" più amati (e votati) d'Italia. Si è chiuso infatti il concorso del FAI (Fondo Ambiente Italiano) e "Portoghese" si è classificato al 17° posto in Italia, con ben 18.186 preferenze.

E' il terzo bene più votato in Puglia, dopo il Castello Aragonese ed una chiesa di Taranto. Un risultato sicuramente straordinario, ottenuto grazie ad un notevole lavoro di coinvolgimento della città. Una candidatura che ha avuto attenzione anche oltre gli stretti confini locali.

"Ecco dove ci ha portati l'amore di tantissimi altamurani e di tanta gente che visitando la nostra tipografia o sentendone parlare se n'e innamorata e ha voluto sostenerci", ha commentato Francesca Portoghese che ha promosso questa iniziativa con entusiasmo e grande costanza. "Ecco il risultato - ha aggiunto - che solo nei miei pensieri speravo di raggiungere, senza osare mai dirlo ad alta voce". Un risultato che ha dedicato al padre Nicolino.

La Tipografia Portoghese, fondata da Gaetano e Francesco Portoghese nel 1891, viene impiantata nel 1893 in alcuni ambienti dell'ex convento di Sant'Antonio dei Frati Conventuali, a ridosso di Porta Matera (via Ronchetti 2). Nell'edificio era stata istituita nel 1872 la Scuola Speciale di Agricoltura con un annesso Convitto per la formazione di agricoltori e fattori e successivamente l'Orfanotrofio Simone-Viti Maino con una scuola elementare di arti e mestieri.

Manifesti, locandine, ordinanze, annunci commerciali, culturali, civili e religiosi, rendiconti economici in parte affissi alle pareti consentono di ricostruire il clima culturale, il dibattito politico, l'attività amministrativa e la storia cittadina lungo tutto il Novecento. Per decenni il Municipio di Altamura e la Banca Mutua Popolare Cooperativa, nota come Banca di Sant'Antonio e oggi Banca Popolare di Puglia e Basilicata, saranno i principali committenti della Tipografia Portoghese diretta prima dai due fondatori e poi da Filippo Portoghese, seguito da suo figlio Nicola fino al 2000, anno in cui la tipografia interrompe la sua attività commerciale.

Nel 2010 la famiglia Portoghese, tuttora proprietaria del bene, ha istituito l'Associazione Culturale Museo d'Arte Tipografica Portoghese e ha avviato un'attività museale in convenzione con il Comune, durata un paio d'anni. Nel 2018 il Museo ha riaperto i battenti per le giornate FAI di Primavera. Nel frattempo questo "luogo del cuore" è diventato il fulcro di varie iniziative culturali, stabilmente presente sulla scena culturale.

Tutte le macchine sono perfettamente funzionanti e la tipografia conserva gelosamente clichés e caratteri mobili, tutti utilizzabili per le composizioni a mano.

Onofrio Bruno

(foto di Francesca Zaccaria)