Che fine fanno i soldi pubblici?

Le assurde dinamiche che giustificano i costi alti della politica locale. La possibilità di ridurre le spese

venerdì 29 luglio 2011 17.45
A cura di Angela Colonna
Il recente tema di grande interesse pubblico dei tagli ai costi della politica solleva non poche riflessioni su quanto accade dietro le quinte dei governi. Si è parlato della questione del rimborso del 10% richiesto da più di quaranta consiglieri regionali e della proposta di legge che riduce il numero dei consiglieri da 70 a 60. La politica ha dei costi elevati e spesso i cittadini non conoscono tutti i privilegi di cui i nostri politici possono usufruire. In questo triste scenario, non è bello apprendere specifiche dinamiche burocratiche che giustificherebbero sperperi di soldi pubblici.

Nella sezione "Albo Pretorio online" consultabile sul sito ufficiale del comune di Altamura, sotto la voce "Determinazioni Dirigenziali", sono pubblicate le Determine n.999, n.1001 e n.1003 del 15/07/2011 che stabiliscono le misure delle indennità di presenza ai consiglieri comunali per le sedute dei Consigli Comunali e delle Commissioni Consiliari svoltesi nel mese di giugno 2011.

Qui si pone la necessità di un quadro chiarificatore. Le Commissioni sono in totale cinque. Tre sono le Commissioni permanenti, ossia Bilancio, Urbanistica e Servizi sociali e Cultura. Ognuna delle suddette sezioni ha un numero di 10 consiglieri partecipanti. Alle tre Commissioni permanenti si affiancano altre due, la prima è di Controllo su Società e Enti partecipati dal Comune e la seconda è la Commissione Speciale Pari Opportunità. Queste ultime sezioni registrano n.1 rappresentante per ogni gruppo consigliare.

Ogni Commissione tecnica viene convocata più volte nell'arco di una settimana per esprimere pareri su proposte di deliberazione da porre all'attenzione del Consiglio. I consiglieri in carica, che partecipano alle sedute di Commissione, hanno diritto al gettone di presenza e sono giustificati per le assenze di lavoro presso le Società alle quali prestano servizio. Le Società private, che registrano i contratti lavorativi dei consiglieri di riferimento, sono tenute a chiedere all'Ente Comunale il rimborso, con tutti gli oneri accessori, per i permessi retribuiti usufruiti dagli stessi per mancata produttività in azienda.

Questo non accade per i consiglieri che lavorano presso gli Enti pubblici oppure presso gli Enti pubblici economici, il cui costo della retribuzione resta a carico dell'Ente di appartenenza. Cosicché accade che se un consigliere lavora presso una impresa fuori sede ed è chiamato a partecipare ad una seduta di Commissione stabilita a metà mattinata di una ordinaria giornata feriale, l'assenza al proprio posto lavorativo è dell'intera giornata e il calcolo del rimborso richiesto dalla Società all'Ente pubblico è naturalmente totale e non parziale come nel caso di assenze di un numero inferiore di ore.

Si tratta di soldi pubblici che potrebbero essere risparmiati se solo le sedute di Commissione fossero stabilite in orari non lavorativi. L'ipotesi di incontri pomeridiani, per esempio, porterebbe un notevole risparmio mensile di denaro nelle casse comunali (si pensi che nelle sole delibere di riferimento, per soli tre consiglieri, le cifre riportate sono complessivamente 5756,51 euro) e di conseguenza maggiore disponibilità di denaro da destinare a diversi ambiti di interesse pubblico.