Cava Pontrelli, Spiragli contro il sindaco e soprintendente

“Procedura vergognosa”. Forte si difende a distanza

martedì 28 luglio 2015 20.16
A cura di Antonella Testini
"La notizia della vendita di Cava Pontrelli al prezzo di 700mila euro (prezzo "fissato" dalla proprietà), getta un'ulteriore ombra di raccapriccio sulla già annosa e triste vicenda del sito paleontologico più importante al mondo" si legge in un comunicato al veleno inviato dal Movimento culturale Spiragli.

La decisione di acquistare la cava senza aspettare il completamento della procedura per l'esproprio a detta di Franco Fiore e Bartolomeo Smaldone, sarebbe del tutto sbagliata per una serie di criticità, "la prima delle quali risiede nel fatto che, nella somma pattuita a titolo di corrispettivo per la vendita, è compresa altresì la premialità che si sarebbe dovuta riconoscere alla proprietà in caso di accettazione della chiusura della procedura espropriativa. Procedura espropriativa (è opportuno ricordarlo) in corso dall'ottobre del 2011, per il perfezionamento fisiologico della quale, il Soprintendente Luigi La Rocca avrebbe dovuto notificare alla proprietà della cava la disponibilità finanziaria sancita con delibera di Consiglio Comunale il 22 luglio del 2014, ottemperando, egli, a quanto previsto dagli articoli 20 e 21 del Testo Unico degli Espropri".

"In presenza di questo oggettivo inadempimento da parte del rappresentante periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al quale non è mancato di certo il tempo per applicare le disposizioni normative in materia, la dichiarazione del Sindaco di Altamura, Giacinto Forte, ( "Seguire le lungaggini burocratiche previste dalla procedura di esproprio porterà via altri tre o quattro anni e non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo riaprire subito Cava Pontrelli".) appare come una vera e propria derisione nei confronti di chi crede fermamente che in uno Stato di diritto si applichi sempre e comunque la legge, e che questa sia in modo indefettibile uguale per tutti" si legge ancora nella nota.
Parole pesanti da parte del Movimento secondo cui "quella che sta concretizzandosi è, in sostanza, una truffa bella e buona ai danni del bene comune, dal momento che soldi pubblici di diversa provenienza (casse comunali e casse del Parco Nazionale dell'Alta Murgia) verranno indebitamente impiegati per acquistare quanto si sarebbe dovuto espropriare, e ad un prezzo di gran lunga maggiore, avendo trasformato, con un colpo di spugna, una procedura coatta in una trattativa privata".

Parola a cui il primo cittadino risponde a distanza dalla sua pagina facebook: "Non mi piace la demagogia, soprattutto quando rischia di arrecare danni ad una comunità. Io e la mia splendida amministrazione comunale facciamo e faremo le cose in totale trasparenza, non abbiamo padroni, come qualcuno scrive, ma cittadini a cui offriremo pari opportunità".