Attentato al Green Table, eseguiti due ordini di carcerazione

Nell'esplosione morì Domenico Martimucci

sabato 7 agosto 2021 10.36
Il mandante ed uno degli esecutori materiali dell'attentato dinamitardo al circolo privato "Green" di Altamura, sono stati colpiti da condanne definitive. Lo rende noto il comando provinciale dei carabinieri di Bari in una nota stampa.

Gli arrestati:
Dambrosio Mario, anni 30 di reclusione;
Forte Luciano, anni 18 di reclusione.

Con la decisione della Corte Suprema di Cassazione del 04.06.2021, che ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dagli imputati, è divenuta definitiva la sentenza della Corte d'Appello di Bari che, in data 16.10.2019, in riforma della sentenza, datata 03.05.2018, della Corte di Assise di Bari, aveva riconosciuto gli stessi colpevoli dei delitti contestati, a vario titolo -tra l'altro- di "omicidio volontario con dolo eventuale" e "tentato omicidio plurimo", "detenzione porto in luogo pubblico ed esplosione di ordigno", con l'aggravante del c.d. metodo mafioso. I due imputati, uno già detenuto in carcere e l'altro in regime di arresti domiciliari, sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari.

Il provvedimento costituisce l'epilogo dei processi avviati a seguito delle indagini condotte, negli anni 2015-2016 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, dopo l'esplosione di un ordigno confezionato con 800 gr. di tritolo e collocato presso il circolo privato "Green" di Altamura, avvenuta il giorno 05 marzo 2015 che cagionò la morte del giovane Domenico Martimucci ed il ferimento di altre sette persone, tutte vittime innocenti estranee ai fatti ed al contesto in cui erano maturati.

L'attentato - secondo la sentenza definitiva - fu determinato dalla volontà di Mario Dambrosio –mandante del delitto, condannato in via definitiva alla pena di anni 30 di reclusione- di riprendere il controllo del gioco d'azzardo in Altamura con metodo mafioso, danneggiando il locale del suo concorrente con un'azione eclatante, utilizzata come strumento per affermare il suo predominio nella malavita organizzata di Altamura.

La condanna è divenuta definitiva anche per Luciano Forte, che dovrà scontare una pena di anni 18 di reclusione, quale esecutore materiale del fatto assieme a Savino Berardi il quale aveva optato per il rito abbreviato ed era stato condannato alla pena di 20 anni di reclusione con sentenza già passata in giudicato.