Riabilitazione, le famiglie insistono per la libertà di cura

Incontro al Comune con il comitato. Si mobilita il mondo politico

mercoledì 19 febbraio 2020 07.00
L'intero mondo della politica e delle istituzioni si mobilita a sostegno delle famiglie dei bambini in trattamento ambulatoriale riabilitativo presso due centri di Matera. A rappresentarle ad Altamura e negli altri Comuni è il comitato "Genitori Speciali".

Con la modifica al regolamento regionale si teme la sospensione dei programmi terapeutici riabilitativi, per i pazienti disabili adulti e minori. Sono 261 le famiglie di Altamura, Gravina in Puglia, Santeramo in Colle e Poggiorsini che non vogliono interrompere l'attuale percorso con i terapisti a cui sono affidati bambini. Invece rischiano il trasferimento dai centri materani in altre sedi pugliesi molto più distanti dai Comuni di residenza, andando ad appesantire le liste d'attesa già congestionate.

Sulla questione ieri si è tenuto un incontro a Palazzo di Città che ha visto la partecipazione della sindaca Rosa Melodia, dell'assessore Annunziata Cirrottola, dei consiglieri Maria Carmela Longo, Marco Rifino e delle referenti del comitato Mary Cristallo ed Evita Salvaggiulo.

Inoltre l'Unità Operativa Semplice di Neuropsichiatria dell'Infanzia dell'Asl in una nota ha comunicato ai dirigenti scolastici dei Comuni dell'ambito territoriale di non ritenere più autorizzati i trattamenti riabilitativi effettuati presso gli istituti scolastici da operatori sanitari in convenzione, in questo modo "negando il prezioso lavoro svolto fino ad ora in sinergia con le strutture scolastiche, vero modello di integrazione", sottolinea l'amministrazione comunale.

La sindaca Rosa Melodia ha dichiarato: «Il nostro unico interesse è quello di garantire il diritto alla salute, costituzionalmente riconosciuto, alle bambine ed ai bambini con disabilità. Il compito delle istituzioni è anche quello di garantire la qualità della vita ai genitori che hanno organizzato l'intera esistenza intorno alle esigenze dei propri figli. Cambiare i piani terapeutici, le sedi e gli specialisti, significa interrompere quei rapporti di familiarità e di fiducia consolidati nel tempo. Sono sicura che il Governatore Emiliano farà chiarezza su questa incerta situazione».

Le famiglie rivendicano il diritto alla libertà della scelta di cura.