Omicidio Dambrosio, arrestato ad Altamura Giovanni Loiudice

Si nascondeva in un appartamento in pieno centro cittadino. Avrebbe architettato lui l'agguato

venerdì 24 dicembre 2010 14.20
A cura di Anna Maria Colonna

E' stato arrestato questa mattina, poco prima di mezzogiorno, il 48enne Giovanni Loiudice, presunto mandante dell'agguato di stampo mafioso che, il 6 settembre scorso, uccise Bartolomeo Dambrosio mentre faceva jogging. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Dambrosio era stato inseguito, ferito, torturato e finito. Oltre trenta i colpi esplosi complessivamente. A sparare, tre armi, un fucile, una calibro 45 e una calibro 7.65.

Giovanni Loiudice, latitante, è stato bloccato in un appartamento in pieno centro cittadino, nei pressi di piazza Aldo Moro, a due passi dal mercato. Esponente di spicco della criminalità di Altamura, l'uomo era ricercato dal 17 novembre scorso, quando sfuggì alla cattura per ordine di custodia cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, per omicidio volontario e aggravato di Bartolomeo Dambrosio. Lo stesso giorno e nell'ambito della medesima inchiesta furono arrestati il figlio Alberto Loiudice e Rocco Giuseppe Ciccimarra, affiliato al clan Loiudice. Il 22 settembre finirono in manette l'altro figlio di Giovanni Loiudice, Michele, e Francesco Palmieri, anche lui affiliato al clan Loiudice. Entrambi i figli di Loiudice, secondo gli investigatori, facevano parte del commando che ha ucciso il boss del clan avverso nell'ambito di una guerra di mala per il controllo del territorio altamurano.

Quando i carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto Operativo di Bari e della Compagnia di Altamura hanno fatto irruzione in casa, l'uomo era solo ed in pigiama. Dal momento che ogni via di fuga era preclusa e lo stabile circondato, ha aperto la porta ai militari e si è fatto ammanettare.

Bartolomeo Dambrosio e Giovanni Loiudice un tempo facevano parte dello stesso gruppo criminale, quello vicino al clan dei Palermiti.

Grazie alla collaborazione di Biagio Azzilonna, soprannominato "Missile", affiliato al clan Loiudice, gli investigatori sono riusciti a ricostruire l'intera dinamica dell'omicidio ed il movente. Bartolomeo Dambrosio si era impossessato di un territorio un tempo controllato da Giovanni Loudice. Quest'ultimo voleva "ritornare a contare", forte probabilmente anche di qualche nuova alleanza criminale che gli aveva promesso sostegno ad Altamura.

Dopo l'omicidio Dambrosio, Giovanni Loiudice era sparito da Altamura. Gli investigatori ora stanno vagliando l'ipotesi che non si sia mai allontanato da "casa", magari godendo della copertura e della protezione di alcuni criminali della zona. Si sta anche vagliando la posizione del proprietario dell'appartamento in cui l'uomo viveva la sua latitanza. Non è neppure escluso che il boss avesse deciso di passare le festività natalizie con sua moglie.

«L'arresto di Giovanni Loiudice nel giorno della Vigilia di Natale – ha affermato il procuratore Antonio Laudati - è la dimostrazione che il contrasto alla criminalità organizzata e il controllo del territorio da parte delle Forze dell'Ordine è incessante, non conosce pause, non conosce festività. Insomma, la Legalità non va mai in vacanza. I cittadini devono sentirsi davvero garantiti da una Squadra Stato capace di fare il proprio dovere sempre. Quelli di Altamura, poi, hanno avuto risposte in tempi e modi così rapidi, a un omicidio efferato e mafioso come quello di Dambrosio, che ritengo sia il miglior regalo che la Giustizia potesse fare loro. In soli tre mesi abbiamo arrestato cinque pericolosi esponenti della criminalità emergente in città».

«Voglio però fare anche un'altra considerazione - ha aggiunto Laudati - Giovanni Loiudice, così come il pericoloso boss del Gargano, Franco Libergolis, sono stati arrestati mentre si nascondevano in appartamenti nel centro dei rispettivi luoghi di appartenenza. Libergolis a Monte Sant'Angelo, Loiudice ad Altamura. Questo significa che i boss latitanti si sentono "protetti" non solo dai loro solidali, anche dall'omertà di quei cittadini onesti, ma non coraggiosi. E' a loro che vorrei fare degli auguri laici in questo fine anno, perché abbiano più fiducia nelle Istituzioni. Nello Stato».

Fotografia di Luca Bellarosa.