Casalinga: tanto lavoro, nessuna tutela.

E' un lavoro a tutti gli effetti, si chiede il diritto alla pensione INPS, oggi negato

sabato 30 gennaio 2016
Nella nostra società assistiamo ad un grosso paradosso rappresentato dalle casalinghe. Infatti se da una parte si sobbarcano un immenso lavoro che va dalla gestione economica del bilancio familiare alla gestione dell'andamento sociale della famiglia: cucina, doposcuola per i figli, badanti, lavanderia, supporto psicologico e tanto, tanto altro ancora, dall'altra non c'è una legge previdenziale che tutela questo tipo di lavoro e le casalinghe in genere.

Ancora una volta per evidenziare questa contraddizione e per portare le necessità delle donne a livello istituzionale il Presidente Nazionale delle Federcasalinghe–Obiettivo Famiglia- l'on. Federica Gasparrini ha partecipato all'audizione nell'XI Commissione Lavoro in Parlamento a Roma su "Opzione Donna". Con l'on. Gasparrini ha partecipato un numero ristretto di rappresentanti tra cui il presidente della sezione di Altamura che ha portato il disagio delle donne del Sud ed in particolare quello del nostro territorio.

C'è una legge derivante del Decreto l.vo 565/96 che ha dato avvio al fondo di Previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti, derivanti da responsabilità "familiari". Questo è profondamente ingiusto e discriminante, nonostante sia stata definita con Legge del 2008, un fondo pensione di "Pari Opportunità". Il fondo è inadeguato ed ingiusto infatti, nonostante presenti un attivo di 328 milioni di euro e senza costi per lo Stato, in caso di infortunio permanente spetta 20 euro al mese e una vecchiaia di 70 euro.

E' necessario che il Parlamento riconosca il diritto anche alle "casa lavoratrici" di programmarsi una pensione INPS, oggi negato. E' giusto definirci tali perché in realtà queste sono le donne che svolgono il loro lavoro esclusivamente in casa. La causa di tutto è da ricercare nell'impossibilità di dare un valore economico certo alle mille mansioni che svolgiamo. Questa impossibilità si riversa anche sulla poca stima che noi stesse "casa lavoratrici" abbiamo del nostro lavoro.

Ci auguriamo che il 2016 possa vedere concretizzare le aspettative parlamentari oltre ad un riconoscimento civile delle casalinghe e che le casalinghe si sentano orgogliose del loro lavoro.