"Campo 65", un luogo della memoria da riscoprire

Il Comitato 10 febbraio chiede di apporre una targa per ricordare gli esuli

domenica 6 ottobre 2019
Una targa per "Campo 65" che durante la seconda guerra mondiale fu un campo di prigionia per soldati e ufficiali mentre dal 1951 ai primi anni '60 gli stessi fabbricati ospitarono i profughi e gli esuli della frontiera italiana orientale. La richiesta è stata presentata all'amministrazione comunale dal comitato "10 febbraio" con una nota a firma del referente regionale Giuseppe Zuccaro.

Il comitato chiede di installare una targa all'ingresso del Campo 65 "a ricordo degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati che vi furono relegati al termine del secondo conflitto mondiale" e confida nell'accoglimento della proposta che "si inserisce nella già proficua attività svolta in collaborazione con l'Amministrazione Comunale al fine di far conoscere sul territorio un dramma Italiano per troppi anni nascosto, affinché non si abbia a ripetere mai più".

Il comitato 10 febbraio è stato costituito per onorare la memoria dei caduti nelle foibe per mano dei miliziani di Tito e per ricordare le storie di centinaia di migliaia di esuli, costretti a lasciare le loro terre e le loro case. Il centro di accoglienza (Crp) di Altamura, in via Gravina (strada statale 96), fu uno dei 109 Centri di raccolta profughi Italiani in cui transitarono esuli istriani, fiumani e dalmati. Nel corso degli anni il comitato ha ricostruito le storie di tante famiglie che qui vennero accolte e che nel tempo hanno messo radici. Tra queste, ha raccolto le testimonianze di Nino Divella e Franca Stepcevich.

Sono state effettuate collaborazioni con le scuole e con la Società Studi Fiumani.

Il "Campo 65" è al centro di numerose iniziative ed è nata un'associazione che ne porta il nome e che qui ha organizzato una visita aperta alla città per la festa della Repubblica lo scorso 2 giugno. Recentemente è stato inserito anche in un progetto della Regione Puglia per la valorizzazione dei "luoghi della memoria" mentre l'amministrazione comunale ha avviato una collaborazione con l'Università di Foggia per fare dei saggi archeologici e attività di ricerca.