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Al di là delle bolle…

Bibite gassate tante calorie ma pochi di nutrienti!

Le bevande analcoliche gassate sono entrate a far parte del regime alimentare di molti bambini e adolescenti in sostituzione di acqua o di spuntini nutrienti.

Analizziamo gli ingredienti di queste bibite frizzanti, cercando di capire i danni che possono causare quando se ne fa largo uso. Le bevande gassate compresa l'acqua sono controindicate in soggetti che soffrono di acidità di stomaco, gastrite o ulcera gastrica. Leggendo con attenzione le etichette si rileva la presenza di una combinazione di acidi: acido acetico, fumarico, gluconico e fosforico che determinano disgregazione della mucosa gastrica e conseguenti dolori allo stomaco. In aggiunta diventano spesso motivo di gonfiore addominale specie in chi è predisposto a fermentazione intestinale.

L'elevata assunzione di bevande gassate comporta la perdita dello smalto dei denti, con conseguente formazione di carie dentale, per via del residuo acido che lasciano nella bocca. All'acido fosforico, inoltre, è attribuito il suo effetto dannoso sulle ossa, poiché in grado di ridurne la densità.

Un altro ingrediente molto pericoloso può essere il benzoato di sodio, spesso utilizzato come conservante, che combinato con la vitamina C può produrre benzene, un composto che causa anemia e deprime il sistema immunitario. L'Organizzazione Mondiale della Sanità sconsiglia il consumo di bevande gassate anche per l'elevato contenuto di zuccheri e il basso apporto di sali minerali. Sono inutili d'estate in quanto possono contribuire alla disidratazione poiché smorzano i segnali sete. L'anidride carbonica, infatti, ha un'azione di dilatazione sullo stomaco e pare sia in grado di anestetizzare le terminazione nervose della mucosa orale pertanto, maschera solo apparentemente la percezione della sete.

Le bevande analcoliche gassate, sotto il profilo nutrizionale non apportano nulla ed il loro elevato contenuto di zuccheri semplici comporta l'assunzione di calorie in eccesso, spesso responsabili dell'obesità infantile, di patologie cardiovascolari o di diabete.

Non è necessaria una tassa su questi prodotti per limitarne il loro uso, come propongono alcuni Paesi Europei, basterebbe un po' di buon senso e una maggiore di informazione.


Studio Associato Biologi Nutrizionisti
Dott.ssa Anna Pepe
Dott.ssa Mina Casanova
Dott.ssa Teresa Colonna
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