Natura Murgiana

Quegli strani "topi volanti"

I pipistrelli, mammiferi di indubbio fascino, lottano quotidianamente contro i pregiudizi della gente ed i pesticidi in agricoltura

Nelle sere d'estate compaiono all'imbrunire, si muovono con volo apparentemente scoordinato, indugiano nei pressi dei lampioni e passano la notte a spasso, con l'intento di rimpinzarsi di insetti. Si tratta dei pipistrelli, gli unici mammiferi volanti, inquadrati nel gruppo tassonomico dei Chirotteri, parola di origine greca che significa "mano alata".

Già nell'antichità classica il pipistrello era considerata una creatura legata agli inferi ed al dono dell'immortalità, per via delle sue abitudini notturne e della sua elusività. Nel corso dei secoli, si sono moltiplicate leggende e dicerie a suo riguardo: si sostiene che s'attacca ai capelli provocando calvizie, che cava gli occhi agli uomini, che ha l'abitudine di succhiare il sangue dei bambini. Addirittura nella cultura contadina si soleva crocifiggerli davanti alle porte dei granai, per allontanare gli spiriti maligni.

Nulla di tutto ciò è veritiero, ma questo animaletto "poco grazioso" - dal peso di poche decine di grammi- continua a suscitare nella gente repulsione e strane paure e diventa vittima delle nostre scope quando, per sbaglio, entra in casa.

Il pipistrello va invece apprezzato, giacché rende un servizio impareggiabile agli uomini, nutrendosi di zanzare ed altri insetti dannosi in agricoltura; è, in genere, cacciatore efficientissimo e riesce a catturare ben oltre il migliaio di zanzare a notte, grazie ad un complesso sistema di "ecolocalizzazione" ad ultrasuoni. Si tratta, in pratica, di una sorta di radar: la bestiolina produce suoni ad alta frequenza (che l'orecchio umano non percepisce) e, capta, con le grandi orecchie, le onde di rimbalzo su ogni genere di ostacolo, "costruendo" una mappa mentale dell'ambiente, estremamente precisa e completa di minuscole prede in movimento.

In Italia ci sono almeno 34 specie di pipistrelli, che occupano rifugi differenti ed hanno abitudini più o meno notturne; parlando di rifugi, alcuni abitano le grotte, altri le fenditure che si creano nelle opere antropiche, altri ancora si riparano nei boschi, in cavità preesistenti dei tronchi. Trascorrono l'inverno in letargo e, per sopravvivere a mesi di digiuno, negli altri mesi dell'anno cercano di accumulare grasso, che lentamente si consuma mentre dormono un profondo sonno invernale. Incontrarli in nutrite colonie, appesi a testa ingiù al soffitto delle nostre grotte, è diventato sempre più raro, dal momento che i pesticidi in agricoltura ne minacciano la sopravvivenza: laddove se ne fa un uso massiccio gli insetti scarseggiano o sopravvivono contaminati, avvelenando a loro volta i poveri cacciatori alati. L'altro motivo di rarefazione è la diminuzione dei loro "alloggi": non c'è grotta o miniera che non sia in qualche modo frequentata dall'uomo, che arreca loro disturbo soprattutto durante il riposo invernale. Ancora peggio va ai pipistrelli abitatori di cantine, soffitte, torri; essi sono stati pian piano "sfrattati", dacché l'uomo ha cambiato modo di costruire o restaurare, non lasciando più pertugi.

I pipistrelli sono tutelati dalla legge comunitaria- Direttiva "Habitat" 92/43- e da quella italiana, proprio per il loro ruolo di regolatori delle popolazioni di insetti; sono indicatori di buona qualità dell'ambiente, e mancano laddove abbondano pesticidi ed altri veleni. La Puglia, data la ricchezza in cavità carsiche, è potenzialmente una delle regioni a più elevata biodiversità di chirotteri; per questo sono auspicabili azioni per aumentare la conoscenza delle nostre popolazioni e per far apprezzare alla gente comune la particolarità, il fascino e l'utilità di questi topolini volanti.
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