Vertenza Natuzzi, il piano non piace al Ministero

Dure critiche dall'onorevole Ventricelli e dai sindacati

sabato 10 settembre 2016
"Assorbire 100 lavoratori in esubero su 330 impiegandoli nelle commesse riguardanti innovative imbottiture di divani e poltrone attraverso la riconversione del sito produttivo di Ginosa: è la proposta comunicata dalla Natuzzi nel corso della riunione della Cabina di regia svoltasi ieri a Roma, nella sede del MInistero dello Sviluppo Economico, per discutere della vertenza lavorativa assieme alle Organizzazioni Sindacali e alle Istituzioni. Il gruppo ha proposto la creazione di una NewCo (una nuova azienda) dedicandola all'attività di trasformazione del poliuretano per la realizzazione delle sedute. Il piano prevedrebbe il collocamento, a pieno regime, di circa 100 lavoratori nel rinnovato sito produttivo di Ginosa: si tratta di un investimento da 3 milioni di euro e un periodo di 12 – 18 mesi per la riconversione".
Una proposta che non è piaciuta all'onorevole Lilliana Ventricelli secondo cui "E' insoddisfacente il piano della Natuzzi che prevede la riapertura della fabbrica di Ginosa (Taranto) con l'impiego di 100 persone. Non è accettabile perché restano fuori altri 230 lavoratori che verrebbero messi in mobilità poiché ad ottobre scade la cassa integrazione. L'obiettivo, invece, deve essere zero esuberi. Quindi, è assolutamente necessario un nuovo piano da parte dell'azienda".
"Un anno fa – prosegue la deputata - è stato sottoscritto un accordo per la salvaguardia dei livelli occupazionali - sottolinea la deputata del Pd - ed ho preso l'impegno a vigilare. L'obiettivo è unico: riassorbire tutti i lavoratori in esubero. Speravamo in una soluzione utile per tutti i lavoratori coinvolti, invece siamo ancora lontani. La Natuzzi è una grande azienda e non può licenziare, ha la responsabilità sociale e collettiva di non lasciare nessuna famiglia per strada, soprattutto alla luce dei finanziamenti pubblici che sono stati messi a disposizione per il proprio rilancio e per la competitività dell'area murgiana.
"Pertanto - aggiunge Ventricelli - bene ha fatto il viceministro Teresa Bellanova a ricordare alla Natuzzi che non è più il tempo di stanziare fondi pubblici mentre, nel contempo, si licenziano i lavoratori".
Non usano invece mezzi termini i sindacalisti del Coordinamento Usb: "La magra figura che i rappresentanti della Natuzzi Spa hanno fatto al Ministero dello Sviluppo Economico in data odierna, presentandosi con un piano industriale che prevede l'impiego di un centinaio di lavoratori, a fronte dei 335 per cui ha avviato le procedure di licenziamento, dimostra che, in questa vertenza, di concreto ci sono solo i 335 licenziamenti ormai alle porte e i 38 milioni di euro stanziati dalle istituzioni meno di un anno fa verso la stessa azienda (forse non ancora incassati, ma per la lentezza della burocrazia e non certo per volontà politica). Il resto poi sono solo vacue promesse e velleitarie speranze".
"Data la gravità della situazione, l'Unione Sindacale di Base ribadisce che la misura urgente da adottare per evitare che più di 300 persone finiscano sul lastrico è l'estensione del Contratto di Solidarietà, sottoscritto il 3 marzo 2015 e prorogato il 22 marzo 2016, a tutti i dipendenti Natuzzi Spa. Questo è un atto obbligato e necessario che i soggetti sociali e istituzionali interessati devono compiere per correggere la scelta illegittima che un anno e mezzo fa hanno assunto. Disponendo che una parte delle maestranze fosse coinvolta nel Contratto di Solidarietà e la restante parte collocata in Cigs e finisse nella situazione attuale, ossia di prelicenziamento. Dopo aver esteso il CdS a tutti i lavoratori della Natuzzi, l'USB si dichiara disponibile a valutare insieme all'azienda ogni possibile strategia industriale per tutelare l'occupazione, prima però la Natuzzi deve abbassare la pistola che impugna sulla testa di 335 famiglie murgiane".