Sedute deserte, Dambrosio striglia il consiglio

"Senza Tari danni erariali per 10 milioni"

sabato 20 settembre 2014 08.55
A cura di Francesco Mastromatteo
"Rivolgo un ultimo appello al senso di responsabilità e di disponibilità di ciascuno di voi".

I toni del presidente del consiglio comunale Nico Dambrosio contenuti nella missiva inviata il 17 settembre a tutti i consiglieri, sono perentori e suonano come un'ultima scampanellata e una secca risposta alle accuse, provenienti da più parti, in merito ai tempi di convocazione delle ultime sedute dell'assise.

Giovedì pomeriggio, il terzo e ultimo consiglio previsto dall'ultima convocazione, come il secondo andato quasi deserto. Un copione ormai scontato, a fronte delle urgenti scadenze improrogabili.

Mentre però alcuni consiglieri, come Vito Tafuni e Tommaso Lorusso, fanno sapere di aver disertato le sedute "per motivi di ordine esclusivamente e strettamente personale", Dambrosio non ci sta a recitare il ruolo di capro espiatorio e difende le proprie scelte: "Stimatissimi colleghi – scrive – in data odierna è stata depositata la deliberazione riguardante l'approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio 2014. Dalla lettura del relativo parere ricavo il fermo convincimento che l'azione prodotta da questa presidenza in ordine alla convocazione del c.c. per i giorni 15-16 e 18 settembre è il giusto impulso che la situazione imponeva ed impone".

"Insisto – continua Dambrosio – nell'azione finora condotta per ribadire che in mancanza di precisazioni da parte della conferenza dei capigruppo prevista per lunedì 22 provvederò a convocare ulteriori consigli comunali in forma urgente. Ribadisco qui la necessità di presentare per tempo ogni Vostra osservazione e/o emendamenti in merito agli atti depositati".

Tra i provvedimenti da approvare entro i termini perentori del 30 settembre, l'approvazione della Tari, che, scrive ancora il presidente, "da informazioni assunte dai competenti uffici", qualora tali termini fossero superati, "comporterebbe per questo comune un danno diretto di oltre 10 milioni di euro".

Una questione, insomma, di "sopravvivenza delle finanze pubbliche" che esige "responsabilità e disponibilità". Il cerino passa di nuovo nelle mani del consiglio…