Piano e Regolamento del Parco Nazionale dell'Alta Murgia

Aria Fresca: "mancato coinvolgimento delle popolazioni che vivono e operano nell'area". Il Movimento chiede momenti pubblici di confronto

giovedì 15 luglio 2010 11.51
Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato stampa del Movimento Cittadino Aria Fresca relativo alla recente adozione, da parte del consiglio direttivo dell'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia, delle proposte di Piano e di Regolamento del Parco.

Il consiglio direttivo dell'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia ha adottato recentemente le proposte di Piano e di Regolamento del Parco che, acquisito il parere della Comunità del Parco (i tredici comuni coinvolti, le comunità montane, Regione Puglia e Provincia di Bari), dovranno essere approvati dalla Regione Puglia e dal Ministero dell'Ambiente.

In sintesi, vengono finalmente definite le norme di concreta gestione e tutela di un ambiente delicatissimo e di pregio. Piano e Regolamento sono infatti gli atti fondamentali di un Parco. Disciplinano l'utilizzo del territorio, fissano finalità e modalità di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico, ambientale, storico, culturale e antropologico, individuano forme e cautele della presenza e dell'attività dell'uomo. Si pensi, ad esempio, quanto fondamentali siano la classificazione e delimitazione del territorio in quattro diverse zone operate con tali atti, con la previsione di quattro distinti regimi di tutela e quattro distinte discipline degli interventi e delle attività possibili.

Si sta dunque consumando un passaggio fondamentale nella vita del Parco dell'Alta Murgia di cui siamo sicuramente soddisfatti. Non possiamo però fare a meno di rilevare che l'intero processo di definizione di tali norme e contenuti sia finora avvenuto senza il coinvolgimento delle popolazioni che nel Parco vivono e operano. Piano e Regolamento del Parco arrivano "a scatola chiusa" presso i vertici delle istituzioni locali, per il loro parere, e alla Regione ed al Ministero per l'approvazione definitiva. Un modo di procedere né aperto né condiviso che lascia perplessi e può ingenerare un duplice, paradossalmente speculare, rischio: per un verso si presta a subire improprie e pericolose forme di "condizionamento" da parte di interessi particolari e privati che sul Parco vorrebbero continuare a lucrare a scapito della sua tutela e valorizzazione (si pensi al grande ed attualissimo tema del business, che qualcuno vuole senza regole e senza freni, degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili o delle trivellazioni petrolifere); dall'altro, rischia di rinfocolare incomprensioni e crisi di rigetto nei confronti del Parco, in questi anni abilmente alimentate da chi considera la nostra una terra solo di conquista e di affari.
Siamo però ancora in tempo per un cambio di rotta che consenta ai cittadini (associazioni, comitati e movimenti che hanno difeso e fatto conoscere la nostra terra, agricoltori ed allevatori della Murgia, istituzioni culturali, organizzazioni del mondo economico e produttivo) di conoscere, esaminare, apprezzare o rivedere, migliorare insieme alle istituzioni le norme che sono in questo momento in fase di approvazione. Riteniamo fondamentale, ad esempio, che ogni Amministrazione comunale ricadente nel Parco e la Regione organizzino momenti pubblici di conoscenza e confronto sui contenuti di Piano e Regolamento, in modo che ogni istituzione locale possa poi sintetizzare le proprie valutazioni all'interno della Comunità del Parco.

Solo da un rapporto aperto di scambio e condivisione con le popolazioni locali, che nel Parco vivono e lavorano, possono nascere una disciplina efficace di tutela e soprattutto una prospettiva reale di valorizzazione dello straordinario ambiente dell'Alta Murgia.