Oltre 100 colombi massacrati e buttati in un sacco

La raccapricciante testimonianza dei volontari Lipu

venerdì 11 settembre 2015 10.57
Storie di crudeltà, ignoranza e conseguente disgusto.

L'ennesimo raccapricciante episodio porta la data dell' 8 settembre scorso e la testimonianza dei volontari Lipu che lavorano ne8i territori di Gravina e Altamura.
Una telefonato al comando di Polizia Locale avverte gli agenti della presenza sospetta di tre sacchi ritrovati nel canale di scolo delle acque, adiacente un terreno di proprietà privata.
Giunti sul posto gli agenti hanno subito capito che all'interno dei sacchi potevano esserci animali vivi. "Contattato il servizio veterinario ASL, il medico ha constatato con orrore che si trattava di un gesto nefando a danno di esemplari di fauna selvatica: più di 100 carcasse di colombi in stato di iniziale decomposizione" raccontano i volontari.
Cinque solo i superstiti.

"I sopravvissuti - racconta una delle volontarie allertata dal Comando della Municipale - presentavano gravi sintomi di stress quali incapacità di reggersi sulle zampe, pupille dilatate, respiro affannoso, dovuti al numero elevato di ore trascorse in condizione di anossia, digiuno forzato e prolungata esposizione ai raggi solari. Di facile immaginazione la sofferenza subita".
Dalle osservazioni fatte si suppone che i colombi siano stati catturati, chiusi nei sacchi e violentemente percossi.
"Chi può aver compiuto tale ignobile atto? Perché infliggere tali gravi sofferenze fisiche? È opera di un allevatore amatoriale che, non potendo più accudirli, ha pensato bene di liberarsene oppure, qualche ditta locale "specializzata" in bonifiche degli immobili da uccelli ritenuti dall'opinione pubblica infestanti?" denunciano dalla Lipu.

I volontari ricordano, all'amministrazione ed ai cittadini, che al Colombo di città, grazie alla sentenza n. 2598 della Corte di Cassazione Sezione III Penale del 26 gennaio 2004, è stato riconosciuto lo status di specie appartenente alla fauna selvatica, quindi patrimonio indisponibile dello Stato in quanto esistono popolazioni di colombo che vivono stabilmente in stato di naturale libertà.
E le restrizioni non mancano nemmeno nel codice penale con cui si stabilisce che: "Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro".
"Pertanto, chiunque compia un atto di violenza contro questi uccelli sta commettendo un reato; lo è in egual misura finanziare tali atti di violenza travestendoli da interventi di bonifica, conditi da falsi allarmismi e terrorismo informativo sulla potenziale zoonosi".

La speranza è che dal Comando della Municipale si riesca a fare luce sull'episodio sperando che anche dalal cittadinanza possa giungere un valido aiuto.