9 milioni di euro per sostenere giovani ricercatori e personale specializzato

Incentivi alle piccole e medie imprese e agli organismi di ricerca. Pubblicato l'ottavo bando regionale del "Piano straordinario per il lavoro"

mercoledì 15 giugno 2011
A cura di Anna Maria Colonna
È stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 90 del 9 giugno 2011 e su www.sistema.puglia.it l'ottavo bando del "Piano straordinario per il lavoro", Aiuti a sostegno dei partenariati regionali per l'innovazione. Obiettivo di questo avviso, che prevede un investimento complessivo di 9 milioni di euro, è «trasformare la ricerca in prodotto, creando innovazione e posti di lavoro per giovani ricercatori».

Una cospicua fetta delle risorse (3,5 milioni di euro) dell'avviso sarà riservata al finanziamento dei progetti coerenti con le priorità di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale fissate dai Distretti produttivi pugliesi. Il bando si rivolge ad un numero minimo di 30 piccole e medie imprese e di 15 organismi di ricerca.

«Per i ricercatori al di sotto dei 35 anni - viene specificato in un comunicato della Regione Puglia - si aprono nuove prospettive di lavoro, mentre personale altamente specializzato delle università, degli organismi di ricerca e delle grandi imprese potrà essere distaccato nelle piccole e medie aziende. Il tutto per promuovere la specializzazione intelligente del sistema socio-economico regionale, che porta imprese, organismi di ricerca e università a lavorare fianco a fianco per identificare i settori più promettenti e per contrastare gli ostacoli che impediscono l'innovazione».

Il bando punta, da un lato, al coinvolgimento di giovani ricercatori e di personale altamente specializzato, dall'altro a potenziare i processi di diffusione delle reti tra i differenti attori dello sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale. I beneficiari dell'aiuto sono le piccole e medie imprese (PMI) e gli organismi di ricerca, organizzati in raggruppamenti. Quelli candidati all'incentivo devono comprendere almeno una PMI ed un organismo di ricerca. Il ruolo di coordinatore del progetto deve essere ricoperto da un'impresa o da un consorzio d'imprese. Condizione fondamentale, la sede operativa in Puglia sia per le aziende che per gli organismi di ricerca.

La Regione incentiva la realizzazione di progetti di ricerca riconducibili a due linee di intervento, ricerca industriale e sviluppo sperimentale. I progetti dovranno prevedere investimenti in sviluppo sperimentale pari ad almeno il 50% delle spese totali ammissibili. Nove i settori di interesse: aerospazio, agroindustria, beni culturali, biotecnologie e scienze della vita, energia e ambiente, logistica e tecnologie per i sistemi produttivi, meccanica e meccatronica, nuovi materiali e nanotecnologie, tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

L'intervento è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo regionale (FESR) con 9 milioni di euro suddivisi in due linee di finanziamento, 3,5 milioni destinati ai progetti dei Distretti produttivi e 5,5 milioni per tutti gli altri. Gli aiuti sono erogati nella forma di contributi in conto impianti. Vengono agevolate le spese di personale, i costi di esercizio, le attrezzature e le consulenze. La durata del progetto è di 18 mesi.

L'accesso al bando è completamente on-line, attraverso il portale http://pianolavoro.regione.puglia.it o www.sistema.puglia.it. Per poter partecipare occorre avere la posta elettronica certificata e la firma digitale. Il bando è attivo dalle ore 12.00 del 5 settembre 2011 alle ore 12.00 del 29 settembre 2011.

Per gli organismi di ricerca, le spese di personale devono prevedere una quota non inferiore al 10% del costo dei lavoratori dipendenti impegnati nelle attività di ricerca, a favore di giovani ricercatori con età inferiore a 35 anni. In questo modo, se uno di loro ha un contratto che sta per scadere presso l'università o l'istituto di ricerca, ha la possibilità di continuare a lavorare per tutta la durata del progetto.

«Inoltre - si legge nella nota - per la prima volta in un regime di aiuto viene sperimentata la messa a disposizione di personale altamente qualificato». Se un organismo di ricerca - o una grande impresa - dispone di figure di alto profilo, la piccola o media azienda può acquisirle per il tempo di sviluppo del progetto. Questa figura non deve sostituire altro personale, ma svolgere una nuova funzione creata nel campo della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione all'interno dell'impresa beneficiaria. L'agevolazione applicata è del 50% del costo valutato ammissibile, mentre il contributo massimo erogabile per questo particolare tipo di lavoratore è di 200mila euro in tre anni per impresa e per persona. Così, anche una piccola azienda, grazie all'incentivo, può disporre di figure in grado di favorire la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale. Al termine del progetto, il lavoratore ha diritto di tornare alle dipendenza dell'organismo di ricerca o della grande impresa che l'ha messo a disposizione.

Per le imprese, il contributo pubblico calcolato sui costi ammissibili equivale al 75% per la ricerca industriale e al 60% per lo sviluppo sperimentale se l'impresa è piccola, al 50% se l'impresa è media. Sono agevolati anche i costi per ottenere i brevetti ed altri diritti di proprietà industriale, mentre per gli organismi di ricerca l'aiuto è pari a quello massimo applicabile alle imprese partecipanti al raggruppamento. Il contributo ammissibile per ogni singolo progetto non può superare 1 milione di euro. L'aggregazione di piccole e medie imprese è premiata nella valutazione del progetto fino ad un massimo di 40 punti (per raggruppamenti composti da almeno 8 imprese).