Rifiuti radioattivi, Altamura non è un caso isolato

Colonna interpella la Regione

mercoledì 12 ottobre 2016
"Verificare quale sia la sorgente radioattiva che ha bloccato i due semiarticolati provenienti da Altamura nell'impianto Amiu al fine di "scongiurare falsi allarmi e, soprattutto, ogni rischio per la salute delle persone".

E' questa la richiesta avanzata dal consigliere regionale di Noi a Sinistra, Enzo Colonna che ha presentato un'interrogazione urgente destinata all'assessorato all'ambiente sula gestione allarmi radiometrici in impianti rifiuti.
La vicenda di Altamura, dove la raccolta rifiuti è rimasta bloccata, non sarebbe un caso isolato ma sarebbero diversi gli allarmi scattati in altri paesi pugliesi.
"I sistemi di controllo non di rado rilevano la presenza di rifiuti contenenti radionuclidi, molto spesso presidi medici di cittadini (ad esempio, reflui organici prodotti da persone che hanno fatto ricorso, in tempi recenti, a strumenti diagnostici o dispositivi terapeutici basati sull'uso di radionuclidi o sottoposti a radioterapia). I radionuclidi di impiego sanitario – spiega Colonna - si considerano radionuclidi a bassa pericolosità, perché 'a tempo di dimezzamento breve'. In altri termini, questi elementi o sostanze perdono o riducono la carica radioattiva in tempi brevi (dell'ordine di alcuni giorni o al massimo qualche settimana).

Come si legge nella Circolare adottata dalla Regione sulla 'Gestione allarmi radiometrici in impianti di trattamento/smaltimento RSU' (Deliberazione della Giunta regionale n. 1096 del 2012), «nel 99% dei casi la rilevazione di radioattività nei rifiuti solidi urbani (RSU) si è rilevata essere di origine sanitaria e i radionuclidi in causa (quasi esclusivamente Iodio 131) hanno tempi di dimezzamento inferiori ai 75 giorni. Solo occasionalmente è stata rilevata la presenza di Torio 232, proveniente da reticelle per lampade a gas smaltite in cassonetto, radionuclide che ha tempi di dimezzamento notevolmente superiori».
La Circolare fu appunto adottata per definire quali fossero i mezzi e il personale necessari di cui dovevano dotarsi gli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e quali dovessero essere le procedure da seguire in caso di superamento del livello naturale di radioattività".
La medesima circolare sottolineava come fosse imprescindibile "installare i portali radiometrici su tutti gli impianti di trattamento/smaltimento RSU, con la relativa disponibilità di componenti strutturali, come aree di sosta per i mezzi, aree per lo spargimento dell'RSU finalizzato alla ricerca della sorgente radioattiva, appositi locali in cui effettuare il confinamento del materiale radioattivo in attesa dell'esaurimento dei tempi di dimezzamento".

Accorgimenti che ora più che mai sembrano indispensabili per scongiurare rischi ambientali e sanitari.
Per questo, sottolinea Colonna: "In assenza di elementi di chiarezza da parte degli amministratori locali, il ripetersi di siffatti episodi ha inevitabilmente ingenerato nella popolazione locale la preoccupazione che possano essere riconducibili a smaltimenti illegali di materiali di origine industriale o di laboratori sanitari".