Riapertura scuole, Emiliano pronto al rinvio

Sindacati chiedono posticipo di una o due settimane

lunedì 4 gennaio 2021 20.24
Ieri le rappresentanze sindacali pugliesi della scuola, all'unanimità, hanno chiesto al presidente di rinviare l'avvio delle lezioni in presenza di una settimana o 15 giorni, e di stabilire per tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado la didattica a distanza. Alla luce delle previsioni nazionali di un innalzamento dell'indice Rt, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. intende "andare proprio in questa direzione con il suo provvedimento". Queste parole, riportate in un comunicato, anticipano le intenzioni del presidente pugliese sulla riapertura delle scuole, in programma il 7 gennaio. Quindi è possibile un posticipo.

"Il Consiglio dei Ministri - dichiara - si riunisce questa sera alle 21, attendiamo quindi l'esito dell'incontro per capire quali misure intendono emanare a livello nazionale dal 7 gennaio, in particolare in tema di scuola. All'interno della cornice normativa che traccerà il governo, vedremo se sarà necessario intervenire domani con una ordinanza regionale più restrittiva. Di sicuro, la Puglia in questa fase così incerta sulla evoluzione della curva epidemiologica e dell'indice Rt, intende tutelare la salute pubblica e ridurre al minimo i rischi di contagio".

Per gli esiti dell'incontro tra Regione e sindacati, protestano i Cobas Scuola Puglia. "Le scuole pugliesi devono riaprire perché non è più accettabile - sostiene la sigla sindacale - che vengano ancora immolate sull'altare delle inefficienze della sanità territoriale. Questo è un punto per noi dirimente, anche a costo di perdere una parte di consenso sindacale nella categoria. La lotta per la sicurezza si deve combattere nei luoghi di lavoro (e ovviamente con le scuole aperte) a partire dalla richiesta di un sistema di tracciamento efficace e di servizi sanitari nelle scuole, che gestiscano in modo diretto i tamponi rapidi sul posto. Gli interventi del governo nazionale e regionale non sono stati adeguati e per questo dobbiamo continuare a batterci, ma le nostre rivendicazioni non possono giustificare la chiusura delle scuole, a meno che l'emergenza porti a chiudere anche le attività produttive".