Cimitero delle macchine scoperto a Gravina

Verifiche su alcune vetture per risalire ai proprietari

venerdì 6 maggio 2016 9.14
Un cimitero di macchine destinate al mercato nero dei ricambi è stato scoperto dai Carabinieri alla periferia di Gravina.
I militari, durante un servizio finalizzato al controllo del territorio per prevenire e reprimere i reati contro il patrimonio, i militari hanno notato movimenti sorpresi all'interno di un capannone in contrada Murgetta.

Fatta irruzione nella struttura i militari hanno trovato due uomini intenti a scomporre una Ford Fiesta rubata poche ore prima a Matera. Intorno altre macchine ridotte a semplici carcasse e circondate di altri componenti destinati al mercato nero.
Per i due uomini, entrambi cinquantenni e già pregiudicati per reati specifici, trovati all'interno dell'opifici sono scattate le manette con le accuse di ricettazione e riciclaggio di autovetture in concorso.

La successiva ispezione dei luoghi ha consentito di ritrovare altre quattro autovetture, parzialmente smantellate, riconducibili a due Fiat Punto e a una Fiat 500, anch'esse rubate a Matera, rispettivamente le prime due, durante la scorsa settimana, mentre la terza a gennaio scorso. Sul conto di una quinta autovettura, ormai ridotta a sola scocca di una Fiat Panda, sono in corso verifiche finalizzate ad individuarne il proprietario, essendo priva del numero di telaio.

Nell'edificio sono stati trovati, accatastati e divisi per tipo e specie, una quantità impressionante di pezzi appartenenti ad autovetture delle più disparate marche, tra cui blocchi propulsori, piantoni di volante, marmitte, portiere, cofani, paraurti, parafanghi, plance, tappezzerie, cablaggi elettrici, pneumatici, sospensioni e una trentina di centraline di varie marche di autovetture, alcune delle quali decodificate e pronte per essere impiegate nella commissione di ulteriori furti di veicoli.

Immediatamente sono scattate le manette ai polsi dei due, che su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati condotti in carcere.
Quanto rinvenuto, per un valore stimato in circa 150mila euro, è stato invece sequestrato.
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