NUTRI_MENTI

Dolce o salato?

Le origini e i significati dei nostri gusti alimentari

Come si sa, il comportamento alimentare umano si presenta come estremamente diversificato e creativo: diverse sono le abitudini tra le culture e tra gli individui; variegate, se non addirittura "bizzarre", le scelte e le preferenze relative ai cibi.
Se paragonate a tale libertà, le abitudini alimentari degli animali inferiori appaiono al contrario più uniformi e stereotipate, in quanto regolate esclusivamente da esigenze nutrizionali di tipo biologico.

Sempre più affrancato dai condizionamenti della biologia, l'individuo compie le proprie scelte alimentari in relazione ad elementi di natura culturale e psicologica: egli non mangia soltanto per nutrire il corpo e obbedire al richiamo fisiologico della fame, ma anche per socializzare e rinfrancare lo spirito.
Per quanto riguarda in maniera specifica le preferenze per i vari gusti, numerosi studi ne dimostrano l'origine innata. I neonati, per esempio, mostrano risposte positive per il dolce e negative per l'amaro e l'acido. In particolare, la preferenza per il dolce sembra essere presente già in epoca prenatale, mentre quella per il salato si sviluppa successivamente.

In un'ottica evoluzionistica la preferenza per il dolce viene spiegata in riferimento al fatto che tale gusto in genere è contenuto in alimenti ad alto potere energetico e nutritivo, quindi fondamentali nelle prime fasi di vita, mentre quello per il salato favorisce l'assunzione di sodio e altri minerali, necessari successivamente. Il gusto amaro è invece tipico di molte sostanze tossiche e questo spiegherebbe il rifiuto-difesa manifestato precocemente nei suoi confronti. Si tratta in ogni caso di preferenze innate che nel corso della vita possono modificarsi in favore di risposte apprese, influenzate dalla cultura, da motivazioni dietetiche e affettive. Quest'ultima considerazione apre un importante interrogativo: possono, le preferenze per i diversi gusti, riflettere in qualche modo la nostra psicologia individuale, il nostro stile di vita, la nostra personalità?

Intanto, da un punto di vista simbolico, i vari gusti richiamano a diversi contesti emozionali: il dolce è spesso associato a qualcosa di tenero e infantile, buono, caldo, gratificante; il piccante è stimolante e accattivante; il salato e l'acido fanno pensare a sensazioni negative (una battuta "salace", un comportamento "acido"), l'amaro evoca sentimenti depressivi ed espiatori (l'amaro calice, l'amara medicina).
I risultati delle ricerche condotte sul tema consentono di affermare che l'orientamento verso il gusto dolce oppure salato si associa a tratti di personalità e a stili di vita abbastanza differenziati. Chi preferisce il salato si caratterizza per maggiore energia, assertività, dinamismo, estroversione, intraprendenza, sembra avere un rapporto più razionale con l'alimentazione e ricerca un piacere orale centrato sull'apporto di stimolazioni forti, pungenti, decise; il suo stile relazionale mostra decisione, sicurezza, autonomia e franchezza, talvolta anche brusca.

Chi ha una predilezione per il dolce esprime dimensioni caratteriali più "femminili", improntati alla dipendenza, alla ricerca di un vicinanza affettiva e di un ambiente caldo e accogliente; una certa tendenza all'introversione, al ripiegamento su di sé. In queste persone l'alimentazione è caricata di valenze emozionali e il piacere orale è ricercato con una connotazione di trasgressione e di regressione infantile.
Questi gli "identikit" dei tipi dolci e salati che portano a considerare le scelte di gusto alla stregua di vere e proprie scelte di vita, più o meno consapevoli.

Dott.ssa Rosa Tafuni
Psicologa, Specialista in Psicologia Clinica e Psicoterapia
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